“Dove sta andando la sanità”. Ambiti territoriali sociali in Veneto: quale futuro per i servizi sociali dei comuni.

Intervista al dottor Ubaldo Scardellato già Direttore sociale Ulss 2 Marca Trevigiana e componente di Ve.R.So. -VenetoRicercaSociale


Dopo aver affrontato il tema del Servizio Sanitario Nazionale e quello della “Casa della Comunità”, il 17 febbraio scorso grazie alla presenza del dott. Ubaldo Scardellato e al dott. Carlo Beraldo è stato dato spazio a quello degli Ambiti Territoriali Sociali nell’ultimo e conclusivo incontro del percorso “Dove sta andando la sanità” organizzato da Apio Odv, Ve.R.So e Libera in collaborazione con le Associazioni del territorio e con il patrocinio del Comune di Mogliano Veneto.

Gli ambiti territoriali sociali (ATS) così come stabilito dalla legge 328/2000 sono delle aggregazioni intercomunali che hanno lo scopo di pianificare e programmare i servizi sociali dei Comuni che ne fanno parte per riuscire a dare risposte adeguate ed efficaci ai bisogni dei cittadini mettendo in sinergia risorse e competenze.  Una delle più significative conseguenze di questo nuovo assetto previsto è la svolta nell’organizzazione e nella gestione dei servizi sociali la cui titolarità della pianificazione e della programmazione degli interventi passa in campo ai Comuni che ne fanno parte.

Per quanto riguarda la Regione Veneto solo nel 2020 c’è stato il primo atto deliberativo sugli ATS e il conseguente provvedimento legislativo nel 2024: un ritardo che sembra ad oggi pesare sulla sfida alla quale sono chiamati questi strumenti in un momento in cui i bisogni cambiano e vi è l’urgenza di costruire risposte strutturate a richieste ormai non più rinviabili.

Fino ad ora la gestione integrata socio-sanitaria delle Aziende Ulss e dei Comuni, in quello che possiamo definire il “modello veneto” dell’integrazione, ha permesso di  prendere in carico le persone per dare risposte sia di natura sanitaria che sociale: in questa fase transitoria molti sono gli aspetti da chiarire soprattutto nei rapporti fra Aziende Ulss e Ambiti territoriali sulla redistribuzione dei compiti.

Per cercare di fare chiarezza su questo ed altri aspetti abbiamo fatto alcune domande al dott. Ubaldo Scardellato già Direttore sociale Ulss 2 Marca Trevigiana e componente di Ve.R.So. -VenetoRicercaSociale

Nell'incontro del 17 febbraio scorso a Mogliano Veneto ha evidenziato che la formazione degli Ambiti Territoriali Sociali fosse già prevista nella legge 328/2000 come forma di gestione associata dei servizi sociali. Una delle criticità che viene evidenziata è quella che i servizi sociali comunali vedano ridotta la loro efficacia territoriale in favore di quella di "ambito". In che rapporto stanno dunque fra loro le politiche sociali di ambito con quelle comunali? Come verrà "spartito" il lavoro delle assistenti sociali e le progettualità fino ad ora portate avanti nei vari territori?

“Al di là dell’obbligo di legge citato credo che il principio dello stare insieme per obiettivi comuni sia lo strumento giusto per razionalizzare la spesa, perseguire più efficienza ed efficacia dei sevizi erogati, superare la storica diversità e frammentazione dei comuni e comunque utilizzare i finanziamenti che sono destinati esclusivamente agli ATS. Questo non significa perdere le buone pratiche di singoli comuni anzi trarne vantaggio nella condivisione e diffusione. L’obbligo di garantire i LEPS (livelli essenziali delle prestazioni sociali) trova negli ATS la corretta proposta organizzativa tenendo conto anche dei rapporti con i distretti sanitari, i centri per l’impiego e gli altri attori del sistema di welfare che trovano nei piani di zona dei servizi sociali di ambito lo strumento di programmazione condiviso ed unitario.

L’aspetto che mi preoccupa è la dimensione degli ambiti prevista dalla regione veneto con una media di abitanti 230.000 a fronte di una media nazionale di 95.000. Questo può creare una difficoltà gestionale nel garantire una reale unitarietà di erogazione dei servizi. Il problema è particolarmente significativo nell’ATS-09 Treviso con una popolazione di circa 418.000 abitanti e con due distretti sanitari, Distretto Treviso nord e Distretto Treviso sud. La correzione minima auspicabile è quella prevedere in questo territorio due ATS corrispondenti ai distretti sanitari con le procedure previste dalla normativa regionale. Nel territorio della ULSS 6 di Padova hanno già provveduto passando da tre ATS a cinque come sono i distretti sanitari. Credo che i comuni di questo territorio farebbero bene seguire questo esempio”

Il concetto di "welfare generativo" che sviluppo trova all'interno degli Ambiti Territoriali Sociali? E il ruolo degli Enti del terzo settore? 

“Le politiche di sviluppo di welfare generativo-inclusione sociale e la funzione attiva da protagonisti degli ETS trova nello strumento del piano di zona di ambito degli ATS il contesto ideale di programmazione e partecipazione.

È essenziale rivendicare da parte degli enti del terzo settore, insieme agli altri attori del sistema di welfare, questo ruolo attivo che dovrà essere accompagnato da proposte e realizzazioni concrete di esperienze con verifiche puntuali dei risultati raggiunti.

 L’utilizzo dei dati del sistema informativo lavoro e sociale (SILS) consente un monitoraggio puntuale dei servizi socio assistenziali garantendo una raccolta dati per una gestione più efficiente del welfare (dgrv 1233/2024)”

Quale differenza esiste fra il concetto di gestione associata degli interventi sociali e quello di delega all'Ulss sui medesimi temi? Quali sono i punti di forza e di debolezza di entrambi?  

“La delega di attività sociali alle aziende ULSS è stato uno strumento molto utilizzato in questi anni dai comuni attraverso lo strumento della delega obbligatoria” e “facoltativa”. Con la costituzione degli ATS e la formalizzazione graduale dei LEPS si tende a superare la possibilità di delega delle prestazioni sociali, fermo restando che i LEA sociosanitari restano in carico alle ULSS.

L’obbligo di erogare i servizi sociali responsabilizza i comuni, anche se sono in forma associata, nella verifica costante dei risultati raggiunti, del corretto utilizzo delle risorse e nel rendere conto alla comunità di riferimento. Spesso con la delega ci si “dimentica “di questa titolarità”.

Ringraziamo il dott. Scardellato per averci aiutato a fare chiarezza su un tema in evoluzione sperando che le criticità vengano presto superate perché settori ed ambiti sociali siano sempre più in grado di raccogliere i bisogni dando le risposte più adeguate.


La prima intervista su "Dove sta andando la sanità" è stata pubblicata il 25/03/2025 sul tema:
"Il quadro dell’evoluzione del Servizio Sanitario Nazionale"
La seconda di "Dove sta andando la sanità" è stata pubblicata giovedì 27/03/2025 sul tema:
Interventi sociosanitari sul territorio: La Casa della comunità"

Tiziana Baù
Nata e cresciuta a Mogliano Veneto, è da sempre impegnata sul territorio in attività di volontariato nell’ambito del sociale e della scuola. E' stata Assessore alle politiche sociali e della casa dal 2015 al 2019.

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