Faccio appello all’indulgenza dei settemiladuecentotrentasei lettori che mi seguono assiduamente e appassionatamente su IlDiarioonline, sommergendomi di domande e di apprezzamenti, quasi fossi un blogger che consiglia gli espedienti per avere successo nella società informatica del Terzo Millennio. Nel senso che vi chiedo scusa se in questo numero della rivista parlo di fantascienza (cosa che peraltro detesto) e dunque di temi distanti da voi, pacifici cittadini meloniani di Mogliano Veneto, almeno un anno luce.
Lupo e Sciacallo dorato, dunque, che per voi, dotati di cultura naturalistica di livello superiore sarebbero Canis lupus e Canis aureus.
E chi li ha mai visti? Direte giustamente: questi sono argomenti che servono semplicemente a riempire le pagine di cronaca locale dei quotidiani bellunesi e trentini di provincia. Due pecore sbranate oggi, un somarello divorato domani, un cagnolino tornato da una passeggiata nel bosco senza la coda e “via cantando” (come dicono i Veneti e non solo). Come mantenere l’attenzione di lettori svogliati e ormai stanchi di omicidi, femminicidi, rapine, pestaggi di bulli ragazzini, altrimenti?
Comunque sia, sono cose che rimangono distanti da noi, evoluti (vi piace questo aggettivo?) cittadini di pianura della Locomotiva del Nordest, anni luce.
Già, sembrerebbe che le cose stessero proprio così. ‘A par vera (direbbe un veneto); e invece le cose non stanno come sembrano, come accade quasi sempre quando si tratta di temi che afferiscono alla Natura e al nostro controverso rapporto con l’ambiente.
Se partiamo dal mite Lupo, infatti, potrei citare tre segnalazioni certe di presenza (o meglio di passaggio) in bassa pianura, tra capannoni e villette a schiera, negli ultimi due anni. Certo, si tratta semplicemente di individui giovani in dispersione, che hanno sbagliato direzione e che invece di allontanarsi il più possibile dal predatore più feroce creato dall’evoluzione (la scimmia umana), gli sono finiti proprio tra le braccia, o meglio tra gli artigli. Fortunati, dunque, se riescono a tornare indietro e a riguadagnare le cupe foreste prealpine e alpine, sani e salvi. In fin dei conti, avranno verificato loro stessi, che una dieta a base di gatti domestici, che puzzano di crocchette industriali, non è che sia proprio il massimo. Meglio, molto meglio le pecore alpagote e le vitelle di Asiago, ché essere lupi non significa necessariamente essere di bocca buona fino a questo punto.
Comunque sia, con i caprioli e i cervi, anche il buon Lupo si sta affacciando timidamente ai nostri maleodoranti domini territoriali, attirato evidentemente dalla promessa di un “Bosco dello Sport” veneziano, di prossima realizzazione.
Se questo si può dire del Lupo, per quanto riguarda invece lo Sciacallo dorato, le cose stanno in termini assai diversi. Semplicemente perché lui ormai è nostro concittadino da almeno tre decenni.
Si badi bene, nessuno gli ha mai concesso la cittadinanza e quanto allo “Jus soli”, se lo sogna, anche se è un immigrato giunto da terre in cui ogni giorno rischiava la vita.
La presenza e la riproduzione del simpatico sciacallo nel territorio veneto di bassa pianura è ormai documentata, anche se pochi o meglio pochissimi, se ne sono accorti.
Ecco, va detto che, a differenza del Lupo, lui è di bocca buona e che i gatti li trova squisiti, non solo, ma che non finisce di ringraziare la “scimmia nuda” (con qualche tratto di obesità) per l’abbondanza di rifiuti organici che sparge lungo strade e marciapiedi, in campagna e in città. Anche perché lui ha la vocazione dell’operatore ecologico (una volta si chiamava “spazzino”), con una particolare predilezione per i topi, per i gatti con il nastrino al collo e per i fagiani di voliera destinati ai ripopolamenti venatori, ma anche per le giovani nutrie e per le feroci pantegane.
Insomma, un benemerito cui andrebbe eretto (ancora una volta) un monumento: il primo, forse, per un extracomunitario.
Concludiamo allora con un “lunga vita allo Sciacallo dorato!” e con un “Lupo, non scherzare con il fuoco! Evita la puzza di scimmia se vuoi salvare la pelle”.
Bellissima la foto dello sciacallo. Immagino abbia trovato rifugio nel tuo giardino. Gli sciacalli, si sa, sanno distinguere tra amici e nemici.