Il periodo che segue l’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866 porta importanti cambiamenti nell’amministrazione locale di Mogliano. Con l’introduzione del Regio decreto, il sindaco viene nominato tra i consiglieri comunali e proposto dal Consiglio, con un mandato di quattro anni e la possibilità di rielezione.

Giuseppe Boldini diventa il primo sindaco della Mogliano italiana nel 1866, ma già nel 1867 rinuncia alla carica, segnando un inizio tumultuoso per l’amministrazione locale. La dipendenza della classe dirigente dai maggiori proprietari terrieri austriaci ostacola lo sviluppo industriale e agricolo del paese.

Le dimissioni di Boldini portano a una serie di sindaci pro tempore, spesso affiliati al potente barone Bianchi. Nel 1871, Luigi Rosada assume la carica di sindaco, ma nel 1874 si dimette, incapace di gestire la situazione. Lo sostituisce temporaneamente il conservatore Alessandro Tornielli.

Dopo vari sindaci pro tempore, nel 1875 viene eletto Girolamo Bianchi, proveniente da una famiglia legata all’aristocrazia austriaca locale. Tuttavia, il suo mandato è segnato da una forte crisi annonaria e dall’emigrazione di massa, senza proposte risolutive efficaci.

Bianchi, conservatore e filoaustriaco, cerca di mitigare la crisi promuovendo una maggiore attenzione dei possidenti verso i loro lavoratori e avvertendo i contadini sui pericoli di essere ingannati. Tuttavia, le sue azioni non hanno successo, poiché i metodi tradizionali non sono più adatti al cambiamento sociale ed economico in corso.

Le accuse di negligenza medica, la gestione disastrosa della crisi annonaria e le pressioni dell’opposizione interna portano alla sua inevitabile dimissione nel giugno del 1878. Questo segna la fine del suo mandato e il riconoscimento della necessità di una nuova leadership in grado di affrontare le sfide del tempo con maggiore competenza e visione.

Fonti:
1866 - Mogliano italiana – Ennio Tortato – 2016.
A Mogian domenega de sera – Ennio Tortato – 2024.

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