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Se l’inflazione globale ancora non si ferma, altrettanto vale per la reazione delle principali banche nazionali, che lottano per rallentare il fenomeno. Con alcune variazioni, tuttavia. La Federal Reserve statunitense ha confermato di voler mantenere il tasso di interesse tra il 5.25% e il 5.50%, mantenendo allo stesso tempo l’intenzione di operare molteplici riduzioni del tasso di interesse entro la fine dell’anno in corso. Su una linea molto simile la Banca d’Inghilterra, con tasso costante al 5.25% ma allo stesso tempo con ottimismo derivante dal continuo decremento dell’inflazione nel Regno Unito. La Banca Nazionale Svizzera ha dimostrato ancora maggiore ottimismo, riducendo dello 0.25% il proprio tasso.

Sul vento del cambiamento anche le notizie che arrivano dall’Organizzazione Marittima Internazionale (organo delle Nazioni Unite), dove la maggioranza dei paesi membri si è espressa a favore dell’introduzione di una extra tassa sulle emissioni di gas serra, misura che potrebbe venire ufficialmente adottata nel 2025. Le negoziazioni che hanno portato a questo risultato hanno come obiettivo una riduzione progressiva delle emissioni nel corso dei prossimi decenni, per arrivare a zero emissioni per la metà di questo secolo.

Inflazione e sensibilità ambientale non impediscono tuttavia all’economia globale di cercare continuamente nuovi sentieri di sviluppo, cosa testimoniata a pieno dalle iniziative imprenditoriali dei cosiddetti paesi in via di sviluppo. Nelle ultime settimane, ad esempio, l’India ha siglato un accordo di libero commercio con quattro paesi europei: Norvegia, Svizzera, Islanda e Lichtenstein. In base a questo accordo, denominato EFTA, l’India si impegna ad eliminare le tariffe sui beni industriali importati da questi quattro paesi in cambio di investimenti sul proprio territorio – tutto questo per un periodo di quindici anni, salvo futuri rinnovi. Gli investimenti attesi saranno in settori quali industria farmaceutica, meccanica e manifatturiera. Il Regno Unito è un possibile candidato per un futuro posto nell’EFTA, mentre nel frattempo l’India ha già siglato simili accordi economici con Australia e Emirati Arabi.

ENG

Global inflation still does not stop its run, but neither does the reaction of the main national banks, engaged in a fight to slow down the phenomenon. With certain changes, though. The US Federal Reserve has confirmed that it intends to maintain the interest rate between 5.25% and 5.50%, while maintaining its intention to operate multiple interest rate reductions by the end of the current year. The Bank of England finds itself following a very similar line, with a constant rate of 5.25% but at the same time expressing optimism deriving from the continuous decrease in inflation in the United Kingdom. The Swiss National Bank showed even greater optimism, reducing its rate by 0.25%.

Also on the wind of change is the news coming from the International Maritime Organization (a United Nations body), where the majority of member countries have expressed themselves in favour of the introduction of an extra tax on greenhouse gas emissions, a measure that could be officially adopted in 2025. The negotiations that led to this result aim to progressively reduce emissions over the next decades, in order to reach zero emissions by the half of this century.

However, inflation and environmental sensitivity do not prevent the global economy from continuously seeking new paths of development, something which gest well demonstrated by the entrepreneurial initiatives of the so-called developing countries. In recent weeks, for example, India has signed a free trade agreement with four European countries: Norway, Switzerland, Iceland and Lichtenstein. Under this agreement, called EFTA, India undertakes to eliminate tariffs on industrial goods imported from these four countries in exchange for investments on its territory – all this for a period of fifteen years, subject to future renewals. The expected investments will be in sectors such as pharmaceutical, mechanical and manufacturing industries. The United Kingdom is a possible candidate for a future place in the EFTA, while in the meantime India has already signed similar economic agreements with Australia and the United Arab Emirates.

Enrico De Zottis
Enrico De Zottis Nato a Venezia nel 1987 e cresciuto a Mogliano Veneto, da oltre un decennio si occupa professionalmente di Gestione delle Risorse Umane presso aziende multinazionali. Ad oggi vive e lavora a Lione (Francia). Nel tempo libero si dedica allo studio di tematiche socio-economiche, oltre che alla musica e al trekking. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza a Padova e un Master in Analisi Economica a Roma.

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