Qual è il primo ricordo che avete del vostro impatto con la società francese? Positivo o negativo che sia.

ROBERTO: “A me ha subito colpito la dimensione locale, forse perché è il primo livello con cui ti confronti, e quanto questa dimensione sia una forte e viva. Mi spiego. L’appartamento in cui vivo è in uno degli Arrondissement (quartiere) più recenti dal punto di vista urbano, e ciononostante c’è veramente un notevole senso di comunità. C’è una rete, per così dire, che ha al centro soprattutto la Chiesa di quartiere a cui è associata la mia Organizzazione, e quella rete permette di realizzare molte attività tanto di solidarietà quanto di intrattenimento. E chi vive nell’Arrondissement è particolarmente orgoglioso della propria appartenenza. La città nel complesso è molto grande, ma questa dimensione locale viene per certi versi prima nella vita delle persone, e questo mi ha colpito moltissimo fin da subito.”

VICTORIA: “Ai primi tempi in cui ero appena arrivata avevo la stessa impressione di Roberto – la dimensione locale ti colpisce subito. Ogni Arrondissement è come un piccolo mondo, con la sua identità e i suoi equilibri. Poi col tempo ti fai un’idea più di insieme e ti accorgi di quanto questa città sia in realtà internazionale. Università e aziende multinazionali attirano persone da tutta Europa e forse da tutto il mondo, e questo dà alla città una identità molto più multi-colore di quanto sembri all’inizio – anche in senso proprio letterale. C’è uno zoccolo duro di popolazione fieramente “originaria” che guarda agli stranieri con una certa diffidenza e superiorità – e gli stranieri sono tutti quelli che vengono da fuori questa città, anche se sono Francesi. Per certi versi mi ricorda l’atteggiamento dei montanari, come gli abitanti dell’Altopiano di Asiago (ride). Ma a parte questo gruppo di minoranza nel complesso c’è una buona apertura a chi viene dall’esterno, probabilmente perché ormai abbiamo tutti Internet, conosciamo l’Inglese, guardiamo le stesse Serie e in definitiva abbiamo un background culturale simile, a prescindere dal paese da cui veniamo. Caspita, ti ho dato davvero una risposta seria no? (ride)”

Confermo, siete interlocutori fantastici. Andando oltre l’impatto “passivo”, per così dire, come vi siete mossi per entrare nella vita sociale ed esserne coinvolti?

ROBERTO: “Allora qui devo dirti che il mio lavoro come volontario mi porta necessariamente a cercare l’incontro con gli altri, quindi è stato un passo diciamo immediato. Certo la lingua è un po’un problema all’inizio, ma quando sei immerso sedici ore al giorno in un ambiente in cui si parla sempre e solo Francese ti accorgi che assorbi velocemente. La nostra Organizzazione gestisce diverse attività sociali come ad esempio mercatini dell’usato, raccolte fondi, mense per i poveri, e questo mi ha portato a conoscere moltissime persone di estrazione più diversa che mi hanno aiutato a conoscere la società locale. Peraltro accettiamo volentieri anche l’aiuto estemporaneo di volontari esterni, e alla mensa per i poveri che abbiamo organizzato a Natale sono venute anche Anna e Victoria ad aiutare – penso sia stata una bella esperienza, no?”

VICTORIA: “Si si, confermo!”

ROBERTO: “Quindi personalmente io ho trovato nel mio lavoro molte occasioni di avvicinarmi alla comunità locale e di conoscerla. Mi taccio perché se no parlo solo io (ride).”

VICTORIA: “Ma va, tranquillo. Io avevo già creato una piccola rete di contatti al tempo dell’Erasmus, soprattutto tra persone che organizzano festival di musica Tecno e tra persone della comunità LGBT, che amo frequentare (guarda per qualche istante in silenzio Roberto, che resta impassibile). Quando ho saputo che sarei tornata qui quindi ho riattivato tutti questi contatti, poi in più un mio amico DJ di Verona mi ha messo in contatto con alcuni suoi colleghi francesi che organizzano serate qui in città. Diciamo che per me la vita sociale è importante, soprattutto quella notturna per così dire (ride). Poi quando ho conosciuto il mio moroso che è Francese la mia rete si è ampliata moltissimo – ecco, devo dire che essermi fidanzata con un ragazzo del luogo ha fatto tantissima differenza nella mia vita sociale, mi sono resa conto.”

Prossimo evento a cui contate ti partecipare?

ROBERTO: “Incredibile ma vero, Victoria mi ha convinto ad andare con lei sabato sera ad un locale che è praticamente un battello sul fiume – giusto? – e che fa la festa dei 10 anni di attività. Io non sono molto amante di queste cose, però sono curioso…”

VICTORIA: “Vedrai che ti diverti, ci scommetto lo stetoscopio (ride). Oh, idea grandiosa – vuoi venire anche tu? Viene anche Anna, dai facciamo la serata espatriati italiani!”

Se la metti così non posso non accettare, grazie mille – poi potrò farvi qualche altra domanda durante la serata, allora?

VICTORIA: “Ovvio, ma ti avverto che dopo il quinto Mojito non sono più responsabile di quello che dico (ride)!”

Enrico De Zottis
Enrico De Zottis Nato a Venezia nel 1987 e cresciuto a Mogliano Veneto, da oltre un decennio si occupa professionalmente di Gestione delle Risorse Umane presso aziende multinazionali. Ad oggi vive e lavora a Lione (Francia). Nel tempo libero si dedica allo studio di tematiche socio-economiche, oltre che alla musica e al trekking. Ha conseguito la Laurea Magistrale in Giurisprudenza a Padova e un Master in Analisi Economica a Roma.

2 COMMENTS

  1. Ritorno al bellissimo viaggio con un camperino Volkswagen nel 1981 (Val d’Aosta – Bretagna 1981), a quello nel sud della Francia (Nizza – Pirenei) del 1984, alla permanenza all’Università estiva di Digione nel 1988, e finalmente il soggiorno Erasmus a Parigi per la tesi di laurea nel 1990.
    Splendidi paesaggi, una buona possibilità di contatto con la gente se non decidi di farti solo i fatti tuoi. Purtroppo mai realizzata la voglia di tornarci per visitare Lione e Bordeaux, ma anche molto altro che questo bellissimo paese riserva a chi lo visita. Douce France …

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