In più occasioni è stato messo l’accento sull’importanza della Biodiversità in relazione alla qualità della vita degli umani (sempre noi, solo noi). Svegliarsi la mattina al canto del Merlo, piuttosto che al rumoreggiare del traffico, è cosa diversa, che dispone l’animo e la mente ad affrontare positivamente la giornata, a rendere di più sul lavoro e a non veder l’ora di tornare in ufficio al termine della pausa pranzo di mezz’ora. Per questo la biodiversità urbana sta così a cuore agli industriali, ai faccendieri, ai dirigenti e ai capiufficio.

Scherziamo, ovviamente, ma soltanto per richiamare la tua attenzione, caro Lettore, essendo assodato da studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche USA, che a quella gente della Biodiversità interessa qualcosa meno di nulla.

Ora, veniamo a noi, dato che siamo convinti che a te, di questa cosa, invece interessi tanto, anzi moltissimo. Ebbene la biodiversità dell’ambiente urbano comincia, nasce, germina, si diffonde e si sostiene, innanzitutto nell’habitat dei giardini.

Sì, proprio nei giardini e dunque nei minuscoli fazzoletti, negli infinitesimali frammenti di Paradiso terrestre, che ciascuno ha costruito entro il recinto sacro e inviolabile della sua proprietà, della sua palazzina, del suo condominio. Perché dalla scelta dell’arredo vegetale, dalla sua disposizione nello spazio, ampio o esiguo che sia, dipende la diversità della vita selvatica che troverà attraente quel piccolo angolo verde e che essendone attirata. Lo frequenterà nelle quattro stagioni.

Cominciamo allora a informare come si arreda un piccolo giardino urbano, se si vuole la compagnia dei piccoli organismi che svolgono inconsapevolmente il ruolo di indicatori di qualità dell’ambiente urbano.

Vanno evitati i grandi alberi; quelli che quando il vivaista di turno te li rifila sono un grazioso “pinèt”, che si rivelerà poi essere un gigantesco Cedro dell’Himalaya. Vanno evitati i sempreverdi, che mummificano il giardino rendendolo sempre uguale a se stesso nelle quattro stagioni.

Dovranno invece essere privilegiati i piccoli alberi o gli arbusti adeguati alla dimensione dello spazio disponibile, preferibilmente a foglia caduca e soprattutto che fioriscono e fruttificano.

Qualche esempio? Un Melograno, un Corniolo, un Biancospino maggiore, un Sambuco, uno Scotano; oppure, tra i sempreverdi, un Corbezzolo e persino un Ulivo.

Corbezzolo e Ulivo, piccoli alberi mediterranei, si trovano infatti a proprio agio nel caldo ambiente urbano, che il riscaldamento globale rende ancora più caldo. I fiori del Corbezzolo sono graditi a sirfidi, api e farfalle e sbocciano a novembre in concomitanza con la maturazione dei frutti. Le olive, che maturano nello stesso periodo, attireranno invece storni, ghiandaie, merli e altre specie di uccelli. Così come il Sambuco, che non è stato proposto provocatoriamente, ma per la natura edule dei suoi fiori, per la sua bellezza in fioritura e per il fatto di attirare schiere di uccelli fitofagi nella fase di maturazione dei frutti, con cui peraltro si possono preparare marmellate.

A completamento dell’arredo vegetale del piccolo giardino si consigliano quindi arbusti, cespugli e piante erbacee perenni da fiore. Disponendo la Lavanda, la Salvia, il Rosmarino, il Crespino, il Senecione marittimo, il Cisto, le primule, i giaggioli, i crisantemi e tutto il resto, in aiuole soleggiate, si assisterà alla festa delle farfalle, delle cetonie e delle api in primavera. Ma anche alla presenza assidua della Capinera, della Cinciallegra, che finalmente nidificherà nella cassetta nido che abbiamo appeso all’albero del giardino e a quella autunno-invernale del Pettirosso, del Merlo, del Colombaccio, del Passero e del Luì piccolo.

Insomma, il nostro piccolo “Paradiso terrestre” verrà finalmente condiviso con insetti, lucertole, uccelli, ricci e forse. … qualche pantegana di passaggio; che tuttavia verrà subito predata dal grande serpente nero (el carbonàz) che si è pure insediato in giardino.

Scherziamo ovviamente, ma soltanto sulla pantegana. E anzi, eccovi un ultimo consiglio: piantate un palo altro tre metri in un angolo e un’Edera che vi si possa abbarbicare. Ne verrà fuori una rigogliosa e folta colonna verde in cui verranno a nidificare il Codibugnolo, il Merlo e il Colombaccio.

Michele Zanetti
Michele Zanetti vive vicino alle sponde del Piave e di acque, terre, esseri viventi si è sempre occupato. Prima come "agente di polizia provinciale" e adesso come naturalista a tutto tondo. È stato il cofondatore di un attivo centro didattico "il Pendolino" , ed è l'autore di una cospicua serie di libri su temi ambientali di cui è anche capace illustratore. ha intrapreso anche la via narrativa in alcune pubblicazioni recenti.

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