Milano, una sera d’inverno, in un appartamento di un condominio, di via Olindi. Un uomo, capelli e baffi bianchi, sta seduto alla propria macchina da scrivere, fumando la sua immancabile pipa.

Il fumo sale, dipanandosi per le stanze, mentre l’uomo, contempla ciò che fin’ora ha elaborato: un’improbabile, quanto tenera, intervista ai protagonisti del Presepio. Ottantatré anni, classe 1928, fiere origini parmigiane, quest’uomo è perennemente a caccia di buone notizie, da raccontare ai suoi lettori.

Notizie, che generalmente, non fanno notizia.  “Ritengo che fare il giornalista sia un privilegio”, ha scritto. La linea che mi sono assegnato io è quella di offrire, nel contesto eccitato del giornale, un bicchier d’acqua.

(..) Il proposito è che tu, caro lettore, possa prendere fiato. Ti racconto apposta una storia che ti disseti.  E questo, diventa contro giornalismo, visto che le buone notizie non sono contemplate.

Bisogna invece andare alla ricerca di persone che, in questo specchio deformante, dove si fa a gara nel rincorrere il peggio, diventino storie così belle da far ridere a chi legge: finché c’è gente così possiamo sperare”.

Quest’uomo, infatti, che ora vediamo riprendere a scrivere, è un affermato giornalista, e scrittore, con alle spalle una trentina di libri, e tanti articoli, scritti per diversi quotidiani, e settimanali.

Co-fondatore assieme ad un suo amico, Indro1, di un quotidiano, agli inizi degli anni Settanta, questo simpatico personaggio si è cimentato per un certo periodo, a commentare i brani evangelici della domenica, pubblicandoli sul giornale.

L’iniziativa, ha avuto un successo tale, da portare alla pubblicazione di questi commenti in due volumetti, intitolati “La pazienza di Dio”, e “L’erba di Galilea”. Ha viaggiato molto, nella sua vita, questo signore, spingendosi fino in Africa, ed in Brasile, facendo conoscere ai suoi lettori, le storie storie di Marcello, un imprenditore milanese, e Albert, un medico, di origini alsaziane2.

Entrambi, accomunati dal volersi donare agli altri. Qual è, dunque, il nome, di questo personaggio, vi chiederete, che a breve pubblicherà, il suo ennesimo capolavoro “Dal nostro inviato speciale nel Presepio”(Àncora 2011, pag.112)?

Si chiama Giorgio; Giorgio Torelli (1928-2023), di professione, cacciatore di buone nuove.

1 Indro Montanelli, (1909-2001) giornalista, fondatore de “il Giornale”, di cui è rimasto direttore fino al 1994.

2 Marcello Candia (1916-1983) Albert Schweitzer (1875-1965).

Per maggiori informazioni sui personaggi succitati, rimando alla lettura dei libri “Da ricco che era” (Editoriale Nuova, 1979 pag 109) e “La cometa in prestito” (Àncora 2003, pag. 165).

Antonio Fabris
Ho quarantanove anni, da venticinque, dipendente della Confcommercio di Treviso. Vivo da sempre a Mogliano Veneto, e sono un appassionato di Storia locale. Fan di Giovannino Guareschi, lettore di libri sul Veneto, e sulla mia città, frequento, e collaboro, con il Gruppo Ricerca Storica Astori "Don Giuseppe Polo". Da un paio di anni a questa parte, mi sono appassionato anche alla storia del ghetto di Venezia, in particolare della letteratura ebraica (1558-1663), e dall'anno scorso, di storia dell'ex Jugoslavia. Ultimamente, o iniziato ad avvicinarmi alla storia dell'Albania, e mi piace il teatro d'improvvisazione.

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