Si trova nel quartiere Ovest di Mogliano, attaccato alla ferrovia e al sottopasso pedonale. È in servizio da più di vent’anni ed è guidato da Loris Sossai e Marco Barone. Fa parte dei supermercati Jolly affiliati Despar. È un market di alimentari e prodotti per la casa che da queste parti ha fatto molta strada.
La novità è questa: dal primo maggio il negozio rimarrà chiuso per una decina di giorni. Motivo? Il rinnovo dei locali, con un diverso layout per una migliore disposizione/selezione dei prodotti e qualità del servizio.
Perché è interessante parlare di una struttura distributiva come questa? Perché racconta le tendenze che stanno marciando nel mondo della distribuzione e in quello dei consumatori.
Da una parte abbiamo chi continua a investire molto per creare megastrutture distributive, come non ne avessimo abbastanza (vedi il caso dell’ex Nigi, che sta per diventare un nuovo supermercatomonstre di 4.000 mq sull’asta del Terraglio: chissà come verrà risolto il problema della viabilità in un’area così critica…) e che punta ancora sulla quantità dei consumi e sul fattore prezzo (lo specchietto per le allodole).
Dall’altra abbiamo le piccole medie superfici di quartiere, in forte espansione negli ultimi anni, come appunto la Despar di Mogliano evidenzia. Vi è cioè un pubblico crescente che opta per un altro tipo di spesa: preferisce il taglio fresco giornaliero (più gusto, meno intasamenti nel frigorifero e meno sprechi alimentari, incentivati da sproporzionate quantità); sceglie la qualità (referenze realizzate a regola d’arte e attenzione ai prodotti di territorio); è attento alla sostenibilità (confezioni e imballaggi biodegradabili, ridimensionamento della plastica, filiera controllata delle materie prime, ecc.); apprezza la dimensione umana di un servizio che è anche presidio sociale di rilevante importanza per la vita di una comunità.
La Despar di Loris, Marco e di tutto il personale (amicale e prodigo di consigli personalizzati) si veste di nuovo dunque per dare una risposta mirata all’evoluzione delle famiglie che lo frequentano, per garantire una spesa meditata, un giusto equilibrio fra domanda e qualità dell’offerta, perché va tenuto a memoria che siamo fatti anche di quello che mangiamo.
Penso sia questa la via migliore per tornare a ripopolare il centro naturale della nostra città, ripristinando la dimensione commerciale che più appartiene alla storia e alla biodiversità del nostro Paese.
Transizione ecologica significa anche abbandonare l’opulenza e gli sprechi delle megastrutture, iniziare a sostituire l’agricoltura industriale con l’agroecologia, privilegiare il cibo “buono, pulito e giusto”.
E noi consumatori possiamo fare molto per orientare il futuro con scelte sempre più consapevoli.
…ed allora mille&mille auguri a Loris, Marco ed al loro team.
Ed il marchio&insegna Despar ne potrà beneficiare; quanto meno a livello locale