Alcuni, in particolare i proponenti (molto) interessati al mega ampliamento dell’inceneritore, pensavano che il movimento NO INCENERITORE FUSINA sarebbe stato stroncato dalle sentenze del TAR del Veneto e del Consiglio di Stato, che hanno respinto il ricorso dei comitati e dei cittadini che abitano vicino all’impianto.

Sono state sentenze che hanno suscitato un grande sentimento di ingiustizia, non solo in chi aveva promosso l’azione legale. In entrambi i gradi di giudizio non sono stati minimamente presi in considerazione i rilievi, documentatissimi, sul grave danno ambientale prodotto in una zona già gravemente compromessa e sulle carenze e inadempienze delle autorità che avevano rilasciato le autorizzazioni. Basti pensare che non è stato neppure preso in considerazione un documento dell’Istituto Superiore di Sanità che, rispondendo affermativamente a una richiesta della ASL sull’opportunità di avviare dei biomonitoraggi sulla popolazione esposta, rilevava anche le stesse carenze segnalate dai ricorrenti. Il respingimento si è basato essenzialmente sulla paradossale affermazione che i comitati e i cittadini che abitano vicino all’impianto non avrebbero avuto titolo per avviare il ricorso.

Il sapore “politico” delle sentenze è stato accentuato dalla condanna a pagare la cifra complessiva di 30.000 euro, da versare da parte dei comitati e dei singoli cittadini alle controparti, Enti pubblici e Ecoprogetto (la società partecipata Veritas che vuole costruire gli impianti). Evidentemente tutti loro pensavano che la combinazione delle sentenze e di questa enorme cifra (per la quale sono arrivate prontamente le ingiunzioni di pagamento) avrebbe definitivamente stroncato ogni opposizione e ogni contestazione.

Non è stato così, anzi pare proprio che l’effetto prodotto sia stato quello contrario: il rilancio del movimento che si oppone al mega inceneritore.

NO INCENERITORE FUSINA ha emesso un comunicato di ringraziamento in cui si legge:

Se qualcuno pensava di sbarrare la strada a questo movimento si sbagliava di grosso.

L’operazione è fallita!!

Abbiamo raggiunto quota 30.000 euro!!

Siamo vivi e vegeti, più determinati di prima a bloccare l’inceneritore di Fusina, a difendere il nostro territorio e la salute!

Grazie alla solidarietà di tantissime persone, famiglie, comitati, associazioni del nostro territorio e di altre parti del Veneto e oltre in soli tre mesi siamo riusciti a raccogliere questa enorme somma.

Tantissimi contributi piccoli, altri estremamente generosi.

Una risposta straordinaria alla faccia dei giudici secondo i quali non saremmo rappresentativi.

Uno smacco per Veritas, per la Regione, per il sindaco Brugnaro e politicanti vari, che dimostra quanto le nostre organizzazioni siano radicate nel territorio, e quanto la battaglia contro l’inceneritore sia sentita dalla popolazione.

Ancora una volta la generosità e la solidarietà tra chi lotta dalla parte giusta e per il bene comune si dimostrano le risorse più importanti per sconfiggere i potenti e gli affaristi.

La battaglia non è vinta, ma non è nemmeno persa: di 3 inceneritori ne hanno costruito solo uno! Ora dobbiamo impedire che partano i lavori per la seconda linea! Porto Marghera e il territorio metropolitano sono già immersi nei veleni, abbiamo già dato.

Appuntamento martedì 25 ottobre alle ore 18,00 presso la sala parrocchiale di Malcontenta per una grande assemblea popolare.

Concludo segnalando come anche Mogliano si sia distinta per il raggiungimento di questo grande risultato, per il contributo di Associazioni e di singoli cittadini.

Siro Valmassoni
Medico ambientalista, per 40 anni anche anestesista rianimatore

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