GRADINI
Come ogni fior languisce e
giovinezza cede a vecchiaia,
anche la vita in tutti i suoi gradi
fiorisce insieme ad ogni senno e
virtù, e non può durare eterna.
Quando la vita chiama, il cuore
sia pronto a partire ed a ricominciare,
per offrirsi sereno e valoroso ad altri
nuovi vincoli e legami.
Ogni inizio contiene una magia che
ci protegge e a vivere ci aiuta.
Dobbiamo attraversare spazi e spazi,
senza fermare in alcun d’essi il piede.
Lo spirto universal non vuol legarci
ma su, di grado in grado, sollevarci.
Appena ci avvezziamo ad una sede
rischiamo d’infiacchire nell’ignavia.
Sol chi è disposto a muoversi e partire
vince la consuetudine inceppante.
Forse il momento stesso della morte
ci farà andare incontro a nuovi spazi
della vita e il richiamo non ha fine.
Su, cuore mio, congedati e guarisci!

Hermann Hesse [1877- 1962]

Oggi è iniziata la stagione estiva con le sue calde atmosfere e con le sue suggestioni.

In questo periodo ho più tempo da dedicare a me stesso e anche per fare considerazioni esistenziali sul mio presente. Non ho molti amici, ho i capelli bianchi e un fisico un po’ appesantito ma non scambierei le mie scelte di vita, per avere tanti amici, per avere i capelli ancora scuri o per avere uno stomaco scolpito a tartaruga. Sono infatti del parere che l’aspetto che incide maggiormente nel passaggio dalla maturità alla Terza età è prettamente mentale cioè: «convincersi di essere ancora utili, attivi, ricchi di occasioni e di interessi».

Lo specchiarsi nella vecchiaia è un atto di verità e di umiltà al tempo stesso che aiuta a guarire dai dolori della vita; infatti, a renderci unici è il nostro vissuto e non anonimi corpi di una estetica stereotipata.

Man mano che sono maturato sono diventato meno critico con gli altri e anche con me stesso, anzi sono diventato amico di me stesso. Non mi sento in colpa per aver mangiato qualche piatto di spaghetti di troppo o per aver comprato qualcosa di cui non avevo particolare bisogno o per essermi concesso degli svaghi un po’ costosi.

Alla mia età ho il dovere di essere efficiente nel lavoro ma anche il diritto di essere creativo nei sentimenti e un po’ stravagante nelle scelte di vita. Ho visto con grande dolore amici e persone care lasciarci troppo presto, cioè prima di potersi rendersi conto della grande libertà che offre la Terza età. «Chi può biasimarmi perché sono ancora in attività lavorativa a settantasei anni o perché leggo troppo o perché sto troppo davanti al computer a scrivere?».

Anche quest’estate ballerò con mia moglie Nadia al ritmo dei successi musicali degli anni ’90 e se ho voglia di piangere per lontani affetti ormai perduti allora lo farò.

Finché potrò, continuerò a camminare lungo i magici sentieri di Dobbiaco in Valpusteria o sul bagnasciuga della spiaggia di Duna Verde di Caorle con quei pantaloncini troppo attillati per un fisico ingombrante e un po’ in declino. Mi tufferò tra le onde del mare con abbandono, nonostante gli sguardi critici dei giovani dal fisico ben più atletico; è certo che anche loro invecchieranno come me! A volte ho dei lapsus di memoria ma penso che alcuni fatti ed aspetti della vita attuale sia meglio dimenticarli e sia invece più opportuno ricordare quelli veramente importanti.

Come è normale nel corso degli anni, il mio cuore è stato vittima anche di intimi dolori, tuttavia, sono convinto che i cuori infranti possono anche generare creatività. Un cuore che non ha mai sofferto è sterile e non conoscerà mai l’emozione di essere imperfetto. Sono fortunato ad aver vissuto abbastanza mantenendo la risata sorniona impressa nel viso. Molti non hanno mai riso e non sapranno mai che quando s’invecchia è più facile essere positivi e indipendenti e si è più propensi a curarsi meno di ciò che gli altri pensano. Infatti, anch’io non m’interrogo più del giudizio altrui, perché alla mia età mi sono guadagnato anche il diritto di sbagliare.

Quindi, la mia risposta alla domanda è: «mi piace essere nella Terza età, mi piace essere la persona che sono diventato». Non vivrò per sempre e, finché sarò qui, non perderò tempo a lamentarmi di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato e ancor meno a preoccuparmi di ciò che sarà.

Gianni Milanese
Sono nato a Mogliano Veneto nel 1946. Dopo una lunga carriera militare mi sono dedicato alla libera professione come Consulente di Direzione ed Organizzazione, attività che ancora oggi svolgo con grande passione nell’ambito dello Studio Milanese®. Scrivere rappresenta per me un hobby come il Nordic Walking, la Barca a vela, la musica Jazz e l’impegno nel Volontariato. Ho scritto alcuni racconti lunghi e numerose poesie. Ma, fondamentalmente, quando mi metto alla tastiera lo faccio per me stesso e per chi sa ancora accendere la miccia dei sentimenti cioè per coloro che soffrono o gioiscono e che, come me, nello scrivere vivono una seconda vita. In tale ottica la mia scrittura non può essere giudicata come scontata, perché l’esistenza non lo è mai. Secondo me un racconto per toccare le corde deve essere dolceamaro come appunto lo è la vita. Dal 2021 collaboro con il mensile di attualità, cultura e società L’ECO di Mogliano e con altri periodici [Trevisani nel Mondo, D&V…]. Vivo e lavoro a Villorba, ridente cittadina a nord di Treviso, nel comprensorio del Parco naturalistico del fiume Storga.

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