Giovedì 23 giugno alle ore 18 arriva in Piazzetta del Teatro Monica Zornetta. È la seconda ospite dell’edizione degli “Aperitivi Narrativi” 2022 (il primo con l’affabulatore Gian Domenico Mazzocato è stato davvero piacevole e gratificante). Incontro scoppiettante di promettente interesse.

Monica Zornetta è una giornalista-scrittrice fuori dal coro (oggi scrive per “Avvenire” e per “Sette” del Corriere della Sera splendidi reportage), una professionista che ha scelto l’inchiesta come impegno morale per ristabilire la verità su molti accadimenti della nostra vita, non accontentandosi di smussare le problematiche in campo per accodarsi ai diktat di chi il potere lo gestisce a proprio uso e consumo.

Si è tuffata su questioni che richiedono rigore e grande dedizione nelle fasi di approfondimento e rendiconto (come la deontologia professionale richiede) e sempre ha saputo interrogarci sui soprusi e devianze della nostra vita sociale. Ha indagato sulla violenza inaudita made in Ludwig, sulla storia della banda Maniero e sulla penetrazione della mafia nel Veneto, negli anni in cui i più manifestavano un infastidito scetticismo. Il suo prezioso lavoro è stato raccolto in tre libri che hanno da subito conosciuto successo e consenso da parte di un pubblico crescente. Si tratta di “La resa. Ascesa, declino e pentimento di Felice Maniero”, “Ludwig, storie di fuoco, sangue, follia”, “A casa nostra. Cinquant’anni di mafia e criminalità nel Veneto”.

Giovedì porterà con sé l’ultima sua fatica: “Alla fine del mondo. La vera storia dei Benetton in Patagonia”. Un libro scritto assieme a Pericle Camuffo che, fin dal titolo, ha fatto e continua a far molto rumore, generato polemiche e soprattutto omissioni da parte di molta stampa. Monica scopre le carte e ci racconta una storia che documenta i metodi poco ortodossi utilizzati aella famiglia Benetton alla conquista della Patagonia, dai conflitti con i Mapuche alla morte di Santiago Maldonado, quello che i media non dicono sulla potente dinastia italiana e su come è diventata la padrona della regione argentina. Un libro di denuncia, ma anche una testimonianza sulla lotta degli indios Mapuche, il popolo originario della Patagonia, per i suoi diritti. Una testimonianza dalla “fine del mondo” che ci fa conoscere le profonde storture, ingiustizie, di un sistema socioeconomico.

L’incontro con una giornalista libera e responsabile che mette al di sopra di tutto la ricerca della verità e della giustizia.

Da non perdere.

Lucio Carraro
È nato a Mogliano Veneto il 3.6.1954. Ex insegnante, è stato Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Commercio del Comune di Mogliano Veneto. Scrittore, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Collabora con varie Associazioni culturali e sociali.

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