1. I virus vogliono, biblicamente, moltiplicarsi. Hanno bisogno di corpi. Anche dei nostri. Sono strutture semplici, ma con infinite capacità di adattamento. Con moltissimi conviviamo, con altri facciamo a botte. Con il Covid ne stiamo prendendo tante.
  2. Ogni epidemia è l’espressione di una rottura ecosistemica, cioè alterazioni dei rapporti che abbiamo con la rete dei viventi. Moltissime epidemie sono zoonosi, cioè passaggi all’uomo di agenti patogeni degli animali.
  3. Le epidemie storicamente si sono tutte sviluppate senza bisogno di complotti; infatti, non era nato né Bill Gates né Big Pharma, anche se sempre dalle crisi si ridisegnano mappe economiche e di potere: sono un effetto e non la causa delle epidemie.
  4. Le abbiamo tutte fronteggiate con scarsissime conoscenze, se non la lezione veneziana della quarantena per le pestilenze. Ha sempre vinto il patogeno o, piano piano, ha raggiunto un doloroso, in termini di morti, equilibrio con noi.
  5. Oggi, con il Covid, siamo dotati di più conoscenza e più strumenti sanitari e farmacologici. Siamo probabilmente lontani dagli effetti della Spagnola, che nel finire del primo conflitto mondiale provocò tra i 20 e i 100 milioni di morti.
  6. Per tutto il 2020 chi è stato ammalato di Covid ha affrontato la malattia con vari protocolli di cura, in larghissima misura sperimentali, come era inevitabile. La prima fase è stata contrassegnata da un certo numero di morti e da malati che, una volta guariti, presentano, in molti di loro, i segni di un long-covid con disfunzioni anche importanti.
  7. Durante il 2020, la misura che maggiormente aveva creato opposizione era il lockdown. Naturalmente s’è gridato alla limitazione delle libertà individuali. Non andare al cinema, al teatro, nei ristoranti è stato equiparato alle restrizioni dei profughi siriani. Il lockdown come allenamento alla schiavitù.
  8. Con il 20 dicembre 2020, l’inizio della campagna vaccinale in Europa, a una parte dei cittadini è sembrato evidente che i governi si stavano appiattendo agli interessi di Big Pharma. Adesso il potere voleva addirittura entrare nel corpo dei cittadini con una sostanza sperimentale: peggio del Covid.
  9. Naturalmente non siamo schiavi di Big Pharma quando usiamo ansiolitici, sonniferi, pasticche per la pressione, antibiotici, antipiretici, anticolesterolo, antiinfiammatori, chemioterapici e quant’altro. Solo adesso che si pone il problema vaccini.
  10. Non eravamo in dittatura sanitaria in tutti questi anni, quando andavamo a farci fare una ricetta, andavamo al pronto soccorso, quando abbiamo affidato la vita di un nostro caro a un chirurgo. No, solo oggi, quando si pone il problema del vaccino.
  11. Quindi se non ho capito male: Il vero nemico dei cittadini non è il virus, sono i governi e Big Pharma. Il virus è innocente. Perché limitarne la circolazione?  Libero il virus, liberi tutti.

Assolvendo il virus assolviamo la nostra inconsistenza…

 

Fulvio Ervas
Fulvio è nato nell’entroterra veneziano qualche decina di anni fa. Ha gli occhi molto azzurri e li usa davvero per guardare: ama le particelle elementari, i frutti selvatici e tutti gli animali. Si laurea in Scienze Agrarie con un’inquietante tesi sulla “Salvaguardia della mucca Burlina”. Insegna scienze naturali e nelle ore libere tre campi magnetici lo contendono: i funghi da cercare, l’orto da coltivare, le storie da raccontare. Nel 1999 ha vinto il premio Calvino ex aequo con Paola Mastrocoda. Da allora ha pubblicato moltissimi libri tra i quali “Tu non tacere”, “Follia docente”, “Nonnitudine”, gli otto che hanno per protagonista l’ispettore Stucky da cui è stato tratto il film “Finché c’è prosecco c’è speranza” interpretato da Giuseppe Battiston e “Se ti abbraccio non aver paura” che ha vinto numerosi premi ed ha ispirato, nel 2019, il film di Gabriele Salvatores “Tutto il mio folle amore”.

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