Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Gianni Boato, segretario generale della FEMCA CISL di Belluno e Treviso, sindacato dei chimici tessili, che rappresenta una riflessione sulla responsabilità collettiva che hanno i lavoratori iscritti a una grande organizzazione sindacale rispetto ai vaccini e alla ripresa dell’economia nel nostro territorio.

Treviso 11 Agosto 2021

Essere iscritti al sindacato non è un atto di interesse individuale ma è una chiara posizione dell’individuo a favore della collettività, è un atto di rilevanza Sociale, che poi come beneficio porta a tutti iscritti e non, il risultato della contrattazione collettiva.

Questa è la nostra natura, da sempre le conquiste sindacali sostenute da una parte dei lavoratori hanno riversato benefici “erga omnes” (spesso anche criticati dai non iscritti ma MAI rifiutati). Questa introduzione per dire che da subito il sindacato unitariamente ma in particolare la CISL ha preso una posizione forte a favore della campagna vaccinale, ma non ci siamo mai spinti oltre, intendo dire che oltre a invitare e a sensibilizzare le persone al Vaccino, dovremmo anche dire che gli iscritti al nostro sindacato non possono essere persone contrarie alla Vaccinazione.

Da Segretario Generale della mia federazione dei chimici tessili delle province di Treviso e Belluno, mi prendo la responsabilità di dire che chi non si vaccina non dovrebbe essere un iscritto alla Femca, e lo dico senza timori spiegando il perché: il ragionamento sindacale non è mai un ragionamento individuale ma è sempre un ragionamento di tipo collettivo, si agisce quindi non per l’interesse del singolo, ma per l’interesse di tutti nella maniera più completa, dal febbraio 2020 il Vaccino (anche se non c’era) è lo strumento universale che porta un beneficio collettivo ed è la strada sulla quale tutti responsabilmente si devono muovere, noi per l’interesse del prossimo (il collega che è a fianco), dobbiamo dire senza mezzi termini che ci si deve vaccinare (tranne casi conclamati di patologie a rischio), da questo l’equazione è presto fatta: Chi è contrario al Vaccino non può stare dalla parte del sindacato perché non sta dalla parte degli interessi dei lavoratori e del lavoro.

Secondo concetto: Succede che in due o tre occasioni nell’anno si celebrino i nostri eroi caduti per il sacrificio più grande che è la nostra patria, morti sul Piave per respingere gli Austriaci o per quelli che ad un certo punto hanno deciso di combattere i fascisti e i tedeschi liberando l’Italia, la riflessione è che all’epoca scegliere di andare o meno al fronte non si può dire fosse una scelta e la morte non era una eventualità remota, ma si andava e si faceva il proprio dovere per un ideale più grande, rischiando la propria pelle per davvero, anche scegliere di essere un partigiano presupponeva di avere grande coraggio, eppure se non ci fossero stati uomini donne e bambini che scegliendo di mettere a repentaglio la loro vita per il bene di tutti forse qualcosa sarebbe diverso, e viene riconosciuto a loro il merito di aver anteposto gli interessi della patria alla loro vita. Oggi l’essere partigiani significa vaccinarsi, e questa scelta non può nemmeno paragonarsi per coraggio al dovere svolto dai nostri eroi della prima e della seconda guerra mondiale, probabilmente è meno pericoloso di andare a fare la spesa a piedi con il rischio che qualcuno ci possa investire, o di prendere un treno o di fare il bagno al mare o di fare una camminata in montagna, ma certamente questo oggi è il nostro dovere, il nostro sentirci uniti uno per l’altro, e chi più del sindacato può trasmettere questi valori?

Terzo concetto: L’unica presunzione che io posso avere, è che per lavoro (facendo il sindacalista) se dovessi leggere una pagina del CCNL di lavoro riuscirei a interpretarla meglio di una persona che per mestiere facesse altro, e quando una persona mi chiede dei chiarimenti appunto sul suo contratto credo di essere la persona più indicata per darne risposta. Nella stessa maniera quando vado in ospedale se ho una patologia mi aspetto che il medico sia la persona più titolata per curarmi e per indicarmi la via, e che attraverso una GOOGOLATA io non possa sostituirmi o divenire un esperto luminare della scienza medica, oggi tendenzialmente ognuno si sente il diritto di togliersi la veste da commissario tecnico della nazionale (poco male non lede a nessuno) e indossare le vesti di Virologo e conoscitore profondo di materie che probabilmente altri non hanno in una vita ancora risolto tutti i misteri che questa professione possa nascondere. Spesso mi capita di andare a Roma con il treno e devo dire non mi è mai capitato fino ad oggi che qualcuno prima di salire chiedesse al macchinista il capitolato con tutti i materiali e le imprese che hanno contribuito alla costruzione del treno, né i certificati di revisione del locomotore né delle carrozze, e nemmeno chiedesse garanzie su ogni singolo metro di binari da Venezia a Roma. Allora direi di rimettere la Chiesa al centro del villaggio e di lasciar fare a ognuno il proprio mestiere e ognuno di noi fare la propria parte con coraggio (ne basta molto poco), è questa la lezione del sindacato, solo se sapremo stare insieme vinceremo la battaglia, gli eroi di oggi sono persone semplici.

Gianni Boato

Segretario generale Femca Cisl di Belluno e Treviso

 

Daniele Ceschin
Nato a Pieve di Soligo il 20.12.1971. Storico con un dottorato di Storia sociale europea dal medioevo all’età contemporanea. Docente a contratto di Storia contemporanea dal 2007 al 2011 all’università di Ca’ Foscari di Venezia. Autore di pubblicazioni a carattere storico. E’ stato Vicesindaco a Mogliano Veneto dal 2017 al 2019.

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