Cantava così, in modo cadenzato: “Chi vive in baracca, chi suda il salario / chi ama l’amore e i sogni di gloria / chi ruba pensioni, chi ha scarsa memoria / chi mangia una volta, chi tira al bersaglio / chi vuole l’aumento, chi gioca a Sanremo / chi porta gli occhiali, chi va sotto un treno / chi ama la zia, chi va a Porta Pia / chi trova scontato, chi come ha trovato…” e via verseggiando. È fra le più belle canzoni del secondo Novecento, scritta e cantata da Rino Gaetano, un cantautore che troppo presto ci ha lasciato. Un testo composto nel 1975, che evidenziava le angustie di una società piena di squilibri economici, sociali e morali insopportabili e che, improvvisamente, da denuncia tambureggiante si apriva nel ritornello a una speranza di futuro che in poche altre canzoni abbiamo sentito: “Ma il cielo è sempre più blu, ma il cielo è sempre più blu… uuu” gridava a squarciagola Rino Gaetano.

Ora questa canzone che ha la forza di una poesia di Pasolini la ritroviamo come refrain nell’ultima campagna televisiva di comunicazione di una grande catena di distribuzione alimentare, associata a sconti e promesse.

(Povero Rino Gaetano! Hai impiegato tutta la tua breve vita per scuoterci con la tua arte da un sistema che crea privilegi, povertà, ingiustizie, intollerabili miserie proprio nel campo alimentare… e invece, proditoriamente, ti hanno fatto approdare nel marketing delle ingiustizie. Anche tu che nulla puoi più, sei stato inghiottito da questo serpente dalla lunga coda mosso da interessi finanziari ed economici, al di sopra delle nostre teste e sulle spalle di tanta gente spremuta).

Non è la prima volta che l’arte, anche quando si fa denuncia, viene ridotta a merce.

La domanda è: fino a quando potremo tollerare questo infingimento pubblicitario? Quanto tempo dovremo aspettare ancora prima che l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria sveli l’arcano e ne dichiari l’inammissibilità? Qualcuno (qualche parlamentare ad esempio) può battere un colpo e creare gli strumenti legislativi per tutelare la storia di chi non c’è più e non può più farlo da sé?

Lucio Carraro
È nato a Mogliano Veneto il 3.6.1954. Ex insegnante, è stato Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Commercio del Comune di Mogliano Veneto. Scrittore, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Collabora con varie Associazioni culturali e sociali.

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