Potrebbe diventare normale vederli in giro per la città, anche se nessuno se lo augura.
Il primo avvistamento è avvenuto circa una settimana fa in Villa Longobardi, durante una raccolta del pattume organizzata da un’associazione giovanile per risolvere il problema dei rifiuti: il minuscolo granchietto era rintanato tra i rifiuti sparsi a terra, pronto a difendersi a colpi di chele.
Quando si è sparsa la voce, da altre zone della città sono arrivati ulteriori riscontri; è segno che l’animale di colore verdognolo deve essere già abbastanza diffuso, forse grazie alle condizioni ambientali sempre più favorevoli alla sua proliferazione.
Pare essere presente soprattutto nelle zone sporche di rifiuti, o anche quelle appena ripulite; ma non mancano avvistamenti nel Municipio Comunale, nelle scuole (a contatto con i bambini), nelle redazioni dei giornali. Anzi, sembra che scuole e redazioni offrano il luogo perfetto per la continua diffusione di tale piccolo crostaceo.
È dannoso?
Se le informazioni trovate finora sono attendibili, questi minuscoli granchi verdi non sono una minaccia diretta per l’uomo: pur essendo molto avvezzi a colpire dita e caviglie, non sono in grado di causare alcuna ferita né di venire minimamente percepiti. Questo non vuol dire che siano innocui: le chele sono infatti ricoperte di una sostanza stupefacente che è in grado di provocare allucinazioni anche molto durature.
I sintomi di intossicazione da questa tossina (detta in gergo “greenwashing”) sono facili da identificare: gli individui colpiti tendono a pensare che i problemi ambientali e climatici causati dall’attuale società umana si possano risolvere con delle piccolezze (la sovrapproduzione di rifiuti si risolve raccogliendo il pattume  terra e facendolo “sparire” in un cestino, il consumismo sparisce facendo la differenziata e comprando borracce, le crescenti emissioni di gas serra saranno assorbite da qualche nuovo alberello; e in generale piccole azioni che di norma possiedono più un senso civico che un’utilità reale a livello ambientale sembrano, agli occhi della persona intossicata, l’unica via possibile per “salvare l’ambiente”).

È un effetto molto curioso che fa pensare ad una invenzione artificiale, forse da parte delle potenze della plastica e del petrolio che vogliono sviare i cittadini dall’azione collettiva per il clima, costringendoli a concentrarsi solo sui “piccoli gesti” e a dimenticarsi che almeno metà della responsabilità appartiene a istituzioni, aziende e comunità, che non agiranno senza pressioni collettive da parte dei cittadini.
Qualunque sia l’origine di questi granchietti verdi e del loro velenoso greenwashing, occorre accettare che si sono diffusi a Mogliano come in tutto il mondo, che ogni giorno mordono e intossicano bambini, giornalisti e perfino attivisti, e che finalmente iniziamo a rendercene conto.
Il prossimo passo è interromperne la proliferazione, informandosi in modo attivo sui temi ecologici e iniziando a curare i problemi non più solo tacconandone le conseguenze, ma risolvendoli alla radice.
Per carità, ben vengano iniziative di pulizia del territorio, donazioni di borracce, piccole piantumazioni simboliche e altre iniziative che di certo non fanno male a nessuno; ma evitiamo di dire che così “salviamo l’ambiente”, perché rischiamo di trasformare una piccola dimostrazione di buonsenso civico in un palliativo green che ci fa perdere di vista l’obiettivo vitale.
Oltre che essere l’unica vera soluzione ai grandi problemi ambientali l’azione collettiva, quella seria e profonda, è l’unico potente antidoto al veleno del greenwashing: e allora forse è il momento di iniziare a disintossicarci, e aiutare chi ci sta intorno a fare lo stesso.
Altrimenti, continueremo a prendere un granchio; e Mogliano un giorno si riempirà di acqua e granchi veri.
Nota dell’autore: questo mio scritto non è inteso per essere una critica ai vari gruppi (Ribellione all’Estinzione, Plasticfree, C4U, Salviamo il Paesaggio, Vento dell’Oreb ecc) e alle persone che hanno organizzato o partecipato a pulizie e piantumazioni; vuole essere uno sprone per tutti i lettori ad avere coraggio e puntare in alto, per raggiungere gli obiettivi di cui abbiamo bisogno e non finire sbranati dai granchietti.

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