Mattia Battistetti aveva 23 anni. Aveva, perché è morto la mattina del 29 aprile Montebelluna. È morto schiacciato dal peso di un carico di impalcature del peso di circa 15 quintali che una gru stava depositando per installare dei ponteggi su un condominio in costruzione. A provocare l’incidente sarebbe stato l’improvviso cedimento delle funi della gru. In queste ore si sta scrivendo che è stata una” tragica fatalità”. Non lo è. Non può esserlo. E non si può morire in questo modo in un luogo di lavoro. A 23 anni! Venerdì  30 aprile , alle ore 17 in  tutti cantieri aperti in Italia sarà osservato un minuto  di silenzio per ricordare Mattia. Per ricordare i suoi 23 anni.

Oggi piangiamo la vita spezzata di Mattia, ma si tratta di una fatalità ricorrente. In Veneto. Da gennaio 2020 a settembre 2020, in piena pandemia sono state rilevate 64 vittime di incidenti sul lavoro in Veneto. Con una media circa di 7 vittime al mese: i dati emergono da un’indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul lavoro Vega Engineering di Mestre. In questo periodo la provincia più colpita del Veneto è quella di Verona con 19 vittime, seguita da Venezia e Treviso con 11. La provincia della Marca ha il triste record di maggior incremento di morti nel periodo (+ 57%). Oggi è il1° maggio Festa del Lavoro, ricordando che l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, ma purtroppo il suo sviluppo economico sembra basarsi sugli incidenti sul lavoro.  Sarebbe importante non abbassare mai l’attenzione su questa realtà per far sì che il rischio sia sempre minore.

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