Fotografia di Roberto Serena – Studio Serena

 

La centralità del Busan è certificata dall’identità raggiunta e dal ruolo acquisito: l’essere diventato cioè non soltanto un cinema frequentato e apprezzato ma il punto di riferimento dell’intera comunità culturale moglianese.

Dicevamo del vostro rapporto col pubblico…

È il risultato che più ci rende felici – ci rispondono Nicola e Giulio con la passione che li contraddistingue – perché la frequentazione si è nel tempo trasformata in vivace relazione, non solo nei nostri confronti, con suggerimenti e consigli sulla programmazione delle attività, ma anche fra le persone stesse, che hanno potuto sviluppare amicizie inedite, confronti fecondi che spesso si concludono con una buona pizza di gruppo, una convivialità rara rispetto ad altre realtà, che spiega bene perché il Busan sia diventato, se così possiamo dire, una grande famiglia…

Un mix, insomma, di proposte ben assortito. Ce lo raccontate?

Volentieri. Innanzitutto la varietà della programmazione cinematografica. Oggi nei weekend si possono trovare più proposte, adatte a pubblici diversi, e tutte di grande attualità, mentre nella parte centrale della settimana si è allargato lo spazio per i film d’essai, con risultati molto positivi. Una varietà che è stata magistralmente sviluppata anche per la stagione teatrale, diretta da un regista, attore e uomo di cultura di statura nazionale come Giuseppe Emiliani, innamorato del progetto Busan e protagonista d’eccezione. Il cartellone che siamo riusciti ad elaborare nel corso degli anni si è differenziato dal classico circuito di Arteven, portando alla ribalta più generi e molteplici linguaggi, integrando gli spettacoli pure con l’utilizzo delle nuove tecnologie comunicative. Questo ci ha consentito di conquistare l’interesse di un pubblico crescente. Occorre aggiungere poi altre due ingredienti all’origine di questa nostra avventura…

E cioè?

Primo: da più stagioni il Busan crea anche produzioni in proprio, sempre dirette da Emiliani, coinvolgendo attori professionisti e non e predisponendo tutto quanto serve (sceneggiatura, scenografia, musiche, ecc.) per la loro realizzazione: un’attività in espansione, molto qualificante. Secondo: il Busan è anche la casa delle numerose associazioni moglianesi, che qui si ritrovano per sviluppare le loro iniziative pubbliche, grazie anche all’accordo che abbiamo stabilito da anni con l’Amministrazione comunale, che destina un contributo specifico perché possano promuoverle senza costi d’affitto per la sala. Di fatto, il Busan è l’unica struttura culturale stabile nel nostro territorio, e questa è una funzione preziosa.

Oggi siamo qui a parlare nel vuoto e nel freddo di questo cinema-gioiello. Come avete vissuto questo anno di forzata chiusura?

Fotografia di Roberto Serena – Studio Serena

Sì, il cinema è stato praticamente chiuso per un anno intero, abbiamo solo potuto realizzare, nel corso della scorsa estate, il “cinema all’aperto” in piazzetta del teatro, altra iniziativa che si avvale della nostra programmazione e gestione, con risultati splendidi. Come l’abbiamo vissuta? A parte i problemi economici, che non sono pochi e riguardano tutti i lavoratori dello spettacolo, molti dei quali sono letteralmente alla fame, certo non bene e non abbiamo ben compreso le ragioni di questa serrata indiscriminata. Per un motivo molto semplice: i gestori dei cinema sono da sempre abituati a regolare in modo scrupoloso il pubblico e il pubblico è nella totalità composto da persone ordinate e consapevoli. Con questa premessa e tutte le giuste misure cautelative (distanziamento, mascherina, sanificazione…) ci sembrava che questo spazio non dovesse essere inquadrato come un luogo di assembramento… ma tant’è, così è andata.

Nella frazione di un lampo, cogliamo nei loro occhi un velo di tristezza, ma anche in fondo in fondo quella luce che solo il grande schermo riesce a regalarci.

Se tutto va bene, si riprende con l’estate e poi, speriamo, si prosegue nelle stagioni successive, finalmente dentro la grande casa del Busan. Siete pronti?

Prontissimi!  rispondono alla velocità della luce, con un sorriso che somiglia a uno scongiuro.

 

Lucio Carraro
È nato a Mogliano Veneto il 3.6.1954. Ex insegnante, è stato Assessore alla Cultura, Pubblica Istruzione e Commercio del Comune di Mogliano Veneto. Scrittore, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Collabora con varie Associazioni culturali e sociali.

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