Oggi, 25 aprile, è la festa degli italiani liberi. Di tutti gli italiani, che siano di destra o di sinistra, che siano femmine o maschi, che siano atei o credenti. Di tutti.
Sembra così chiaro e semplice come concetto, quasi elementare, eppure c’è qualcuno al governo che proprio non riesce a comprenderlo. Qualcuno che usa come pretesto la morte di Papa Francesco per imporre che la festa della liberazione dal fascismo venga festeggiata con “sobrietà”, un tentativo maldestro e ridicolo di nascondere all’attenzione pubblica questa giornata.
Dunque, in onore del governo, questo articolo sarà il meno sobrio possibile.
Conosco ormai da anni, dai tempi del liceo, un ragazzo, Lorenzo, che spesso si definiva un vero fascista. Ricordo che un giorno gli chiesi: ma com’è il vero fascista?
Innanzitutto, il vero fascista ama la violenza, gli scorre proprio nelle vene come linfa vitale, e non si fa problemi a menare chi si oppone alle sue idee.
Il vero fascista ha un particolare feticismo per gli organi militari: desidera tanto una società organizzata secondo gli schemi gerarchici, come fosse un grande esercito. Crede fermamente nello spirito guerriero del popolo italiano, il quale merita di avere un glorioso impero come ai tempi dell’antica Roma.
Infine, il vero fascista sa di appartenere alla razza giusta, quella italica, superiore a tutte le altre, alcune delle quali meritano pure l’estinzione.
Lorenzo, però, ha omesso, forse involontariamente, alcune caratteristiche del vero fascista: infatti dovete sapere che il vero fascista è sempre il primo a zompare sul carro dei vincitori, anche a costo di rinnegare i suoi ideali.
Il vero fascista è vigliacco, codardo, coraggioso solo quando il Duce era al potere, ma quando Mussolini è caduto il vero fascista non c’ha pensato due volte a scappare e nascondersi come un topo nelle fogne.
Il vero fascista è incoerente di indole, perché ha sempre rinnegato la monarchia, ma quando ha avuto la possibilità di governare si è lanciato a baciare i piedi del Re.
Questi sono i fatti reali, e il presente non fa altro che confermarli: al governo ci sono fascisti che si vergognano di definirsi tali. Come dimostrato prima, sono vigliacchi.
Ma sapete chi è peggio del vero fascista? Chi ne è complice.
Complice è chi nega o sminuisce i delitti del fascismo, chi si adegua al sistema dittatoriale, chi dimentica gli stermini portati avanti dai fascisti, chi tace di fronte a chi fa il saluto romano o dice “viva il duce”.
Complice è chi dice che “Mussolini ha fatto anche cose buone”, chi cerca di riscrivere la storia per rendere il fascismo più presentabile, senza capire che il fascismo rimane una montagna di letame anche se lo si decora.
Complice è chi si infastidisce quando sente dire che la Costituzione italiana è antifascista, senza capire che è l’Italia intera ad essere antifascista e che essere italiani significa essere antifascisti.
Complice è chi non si incazza quando vede centinaia di persone radunarsi ad Acca Larentia a commemorare Mussolini, quando vede che il Presidente del Senato tiene in casa il busto del duce, o ancora quando il Primo ministro si rifiuta di togliere dal logo del suo partito la fiamma tricolore neofascista.
Furono i complici a permettere ai fascisti di 80 anni fa di salire al potere, e saranno ancora i complici a permettere al nuovo fascista di emergere ancora.
Sì, emergere, e non nascere, perché il nuovo fascista esiste già, ancora più furbo, vigliacco e subdolo.
È dunque, in quanto italiani, un nostro dovere incazzarci con chi ancora non si dichiara antifascista, perché chi non si dichiara antifascista è fascista, non c’è altra strada.
Un’anilisi perfetta, bello sarebbe che questo articolo fosse letto anche da nostri concittadini, complimenti Tommaso