Immaginando il futuro

Cari amici

Vengo a ringraziarVi, con profonda gioia, per tutti gli auguri e le congratulazioni per i due nuovi nipotini, nati il 19 e il 20 marzo, Davide e Marisa Pilar, a distanza neanche di 24 ore. Un dono grande, una grazia.

In questi giorni sono stato come i Re Magi in visita a questi miracoli della natura, sono stato a contemplarli…in silenzio, ero estasiato e incredulo, il mio sguardo non era solo protettivo era proprio di ammirazione per il creato, per questa nuova Epifania… ed ho immaginato il loro futuro…

Quanto fortunati sono questi bambini?

Quanto dolore nel pensare che tanti altri bambini, troppi, non ci sono più, o potrebbero non esserci più. Ben altro silenzio è il silenzio della morte.

Di qui alcune osservazioni che vorrei condividere (grazie per la pazienza della lettura).

  • La pace o è di tutti o non è di nessuno
  • La pace è certamente più probabile da raggiungere se c’è il coraggio di eliminare le armi
  • La pace è frutto di una volontà comune… che farà del terzo attore di una guerra, l’osservatore, un protagonista positivo e costruttivo.

Senza questi elementi è veramente difficile immaginare una pace duratura.

La realtà odierna ci paventa in tutti i modi una realtà particolare… che…:

  • I buoni sono solo da una parte e gli altri sono i cattivi
  • Solo alcuni soggetti sono in grado di portarci ad una pace reale
  • Che le armi sono lo strumento utile per fermare la guerra e sono il miglior elemento di deterrenza per una possibile guerra autodistruttiva
  • Che la guerra atomica nessuno la vuole, anche se la tensione si sta alzando e le cose potrebbero sfuggire ad un controllo serio
  • Che le figure politiche presenti nel panorama internazionale non sono all’altezza della crisi in atto… alcuni di questi soggetti sono imprevedibili.
  • Che tutti gli stati europei però si devono armare, devono riprendere in mano l’ipotesi di una leva obbligatoria, si devono difendere, bisogna comunque costruire un esercito europeo
  • Le fabbriche d’armi lavorano a pieno ritmo e gli affari su questo fronte vanno a gonfie vele.

Cosa fare?

Bisogna avere la forza di una nuova visione, bisogna osare e guardare oltre.

Bisogna costruire un futuro partendo da un presente già carico di note ‘utili’ perché già presenti nella realtà:

  • Le pandemie passate e future, i cambiamenti climatici passati e futuri, le guerre passate e future, le crisi economiche passate e future, le diseguaglianze passate e future, un welfare in fase di demolizione, i nazionalismi e populismi in crescita, un razzismo antico strisciante e sempre più presente, una povertà in aumento, una tecnologia invasiva e foriera di stravolgimenti impensabili, una popolazione occidentale sempre più vecchia a fronte di una popolazione molto giovane in Africa e in altri paesi in via di sviluppo, migrazioni importanti verso l’occidente ricco, religioni incapaci di costruire la pace e tante volte protagoniste al contrario pronte a ‘stimolare’ conflitti.

Azioni concrete da perseguire:

  • L’ONU così com’è non serve a nulla. O lo cambiamo o è meglio eliminarlo. Comunque, c’è bisogno di un ente governativo mondiale capace di intervenire a nome di tutti e non di qualcuno. Basta con i veti incrociati di cinque paesi.
  • La NATO così com’è è solo un problema. Doveva già sparire dopo la caduta del muro di Berlino. La Nato non deve essere un organo di difesa, ma di garanzia. Dovrebbe certamente avere un ‘esercito’ ma di volontari, di obbiettori di coscienza che garantiscano la pace attraverso azioni di sostegno e di promozione delle famose dichiarazioni dei diritti di cui ci riempiamo la bocca quando c’è da farsi vedere ‘belli’ e ‘buoni’.
  • NO ad un esercito europeo perché chiaramente ogni esercito è portatore di armi e di armamenti. Dobbiamo capire, una volta per tutte, che con le armi non si costruisce la pace. Con la paura non si costruisce l’uomo nuovo capace di condividere con gli altri uomini questo pianeta, questa terra.
  • No alle fabbriche della morte. Facciamo in modo che le fabbriche della morte, le fabbriche delle armi vengano convertite in fabbriche utili a costruire ‘ponti’ tra gli uomini
  • L’Economia come garante per la pace. C’è un fattore che può favorire e garantire la pace? Si questo fattore è l’Economia. In una guerra ci sono sempre tre attori i due belligeranti e gli ‘spettattori’ disinteressati e interessati. Se la guerra distrugge alla fine contamina anche gli ‘spettatori’ che non potranno più restare neutri. Come intervenire? Sul piano economico.
  • Possiamo boicottare le guerre. Invito quindi apertamente le banche, le assicurazioni, le multinazionali, le aziende strategiche informatiche a boicottare le guerre. Senza soldi, senza armi, senza supporti tecnologici non ci sono guerre.
  • Le religioni tornino ad essere protagoniste utili alla pace. Si promuova quanto prima una Conferenza internazionale sulla pace. Non c’è stata ancora la volontà di organizzare una conferenza internazionale sulla pace. Uno scandalo. Bene le religioni si facciano carico di questo imperativo…se veramente si credano attori portatrici di pace…altrimenti tacciano per sempre.
  • L’Europa torni ad essere protagonista. Povero David Sassoli, povero Altiero Spinelli, poveri padri dell’Europa, cosa direbbero di fronte ad un’Europa così divisa ed incapace di agire e di scegliere in modo autonomo. Favorisca la Conferenza Internazionale sulla Pace. Esca o ricostruisca un’altra Nato. Dia vita ad un asse strategico con l’Africa su un piano paritetico. Ricostruisca i ‘ponti’ indispensabili tra i popoli del  Mare Mediterraneo. Riprenda in mano e rilanci un welfare nuovo rispettoso delle nuove generazioni impegnate con le nuove tecnologie e i nuovi modi lavorativi. Crei una forza europea fatta da giovani donne e uomini volontari della pace. Un anno della propria vita  da dedicare alla pace agli altri.
  • Le donne testimoni e portatrici di pace. Il ruolo della donna va rivisto completamente. Dobbiamo fare in modo che siano sempre più protagoniste. Dobbiamo fare in modo che veramente l’altra metà del mondo possa contare e inflenzare le nostre scelte future.
  • I giovani devono diventare protagonisti. La mia generazione sta fallendo alla grande. Se questo è il mondo che lasciamo ai nostri figli e nipoti c’è solo da vergognarci. Dobbiamo fare due passi indietro e lasciare che i giovani prendano il nostro posto sia politicamente che economicamente. Basta dire che non sono capaci! Ho l’esperienza giusta per dire che certamente ci sono ancora delle difficoltà e dei lmiti operativi…però ci sono dei giovani bravissimi pronti a superare queste difficoltà e questi limiti. Usciamo dalla logica della sfiducia che tanto male sta creando a tutti i livelli.

Chiaramente queste azioni saranno accusate di utopismo o peggio di inevitabile irrealizzazione…di non sano realismo…di non far parte del politically correct.

Non m’interessa nulla. Oggi bisogna scegliere da che parte stare. E noi siamo qui per dire che, se si vuole si può…se non si vuole non si potrà mai.

Questo è il mio più sentito e sincero augurio di Buona Pasqua a tutti Voi, donne e uomini di buona volontà.

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