Una intervista anomala. Non posso farti un sacco di domande.

Non è proprio così, sì, ho firmato un contratto che impone l’esclusiva e la riservatezza. Non posso anticipare i risultati né posso fare concerti. Comunque, posso dirti lo stesso un paio di cose.

Va bene niente D’Alessio niente Antonella Clerici…

Ma no… sono dei grandi professionisti. Gigi D’Alessio è un artista completo, e questo lo sapevo già, ma è soprattutto una brava persona. Mi ha scelto nella sua squadra ma non si è permesso di impormi niente dal punto di vista musicale, neanche una nota. La Clerici invece è quella che vedi. Una donna spontanea, ti mette a tuo agio, accogliente.

Posso farti una domanda almeno sulle puntate precedenti?

Ti dirò che è una macchina da paura. Prove su prove, nulla lasciato al caso. I quattro coach, non fare battute si chiamano così, scelgono la loro squadra e ci sono le selezioni. Beh, l’hai vista no? È da settembre che sono in ballo. Solo quando tutti e quattro hanno premuto il pulsante ho capito di avercela fatta.

Come mai hai fatto due scelte musicali così diverse? Pino Daniele e Procol Harum?

Funziona così. Avevo spedito una lista di canzoni e di video. Su questa hanno scelto. È ovvio che Pino Daniele era nelle corde del napoletano Gigi D’Alessio. Infatti… “Senza luce” dei Procol Harum gioca sul fattore nostalgia e, a parte te che non ti voleva nessuno, tutta la mia generazione ha fatto i lenti con la versione dei Camaleonti. Bei tempi. Ha funzionato.

Sei palermitano, una canzone in napoletano, a quando qualcosa in bergamasco della Val Trompia?

Che spiritoso. Comunque, tra non molto, appena ne sono fuori, ti farò sentire una canzone che ho composto proprio in moglianese, in dialetto. Guai se ridi dal mio accento.

Hai una voce molto profonda e molto apprezzata. Sigarette o hai un enfisema polmonare?

No, ho solo la bronchite asmatica cronica… E ti racconto questa. Subito dopo l’audizione neanche a farlo apposta ho beccato una polmonite con pleurite. Voce andata per due mesi. Poi un po’ alla volta mi sono ripreso. Adesso va tutto bene. Tocchiamoci.

Facciamo i seri, dammi 5 nomi di voci che hai imitato

Sei il solito rompi. Non imito, casomai mi sono ispirato. Sono dei modelli irraggiungibili. Ray Charles per primo. I maestri del blues ma anche la mediterraneità. Ti faccio un nome per tutti: Carosone. E poi…

Non solo cover. Tu sei anche un cantautore.

E bravo. Finalmente una domanda seria. Sì, è da mezzo secolo che canto. E da parecchi anni mi faccio la musica e i testi da solo. Ho anche prodotto sei CD. Trovi tutto sul mio sito. Ah, dimenticavo sono stato un autore per altri cantanti famosi, tipo Alex Baroni e Rosanna Casale.

Sbaglio o il tuo punto di forza è lo spettacolo dal vivo?

Questo deve deciderlo il pubblico. Comunque, il live rappresenta la soddisfazione massima per un musicista. Beh, a Mogliano di concerti ne ho fatti parecchi, anche a “Suoni di Marca” a Treviso. E anche con un gruppo a Londra. Pensa, mi vengono i brividi, che il mio primo concerto è stato nel 1968.

Non ti posso chiedere niente sulla trasmissione. Posso almeno chiederti come sei arrivato a “The Voice senior?”

Il classico amico che ti dice: – Perché non partecipi? E tu lo fai senza crederci troppo. Dopo un anno, ricevo una telefonata, numero qualsiasi, quasi non rispondo, e mi chiedono se sono interessato. E poi succede tutto come un tornado. La mia vita di artista è sconvolta.

Sei in finale, questo posso scriverlo, adesso cosa succede?

 Allora riprendiamo le fila. D’Alessio, Clementino, la Bertè e Arisa hanno scelto i loro cantanti, prima dodici, scesi a sei, poi a tre e adesso andremo in finale, il 5 Aprile. Ti è chiaro? Ci sarà il televoto. Mi raccomando.

Faccio un appello? Votatemi, se vi piace la mia voce, se ne avete voglia

Mogliano fa il tifo, non è che poi vai a Milano in un super attico tipo Fedez e ci dimentichi?

Un super attico non mi dispiacerebbe ma io ho casa a Mogliano. E ci sto bene “solo” da ventiquattro anni. Ho un sacco di amici, tranne te, e in questi giorni non faccio altro che incassare incoraggiamenti e affetto. Dai basta che mi commuovo.

Ultimissima. È vero che ti sei fatto crescere la barba perché hai un mento sfuggente?

Di vero qui c’è solo una cosa. Che questa è la peggiore intervista che ho fatto.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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