Per chi studia le scienze, ad un certo punto dei propri studi, diventa ovvio e persino banale, oltre che straordinario, vedere il mondo come il frutto di un immenso numero di relazioni naturali, in cui noi siamo inevitabilmente coinvolti.

In Cina, alla fine degli anni ’50, i passeri erano considerati un flagello, uno dei nemici più terribili del popolo perché mangiavano la frutta e il riso, coltivati con fatica.

Era stato calcolato che ogni passero mangiasse quattro chili e mezzo di grano all’anno e che, per ogni milione di passeri uccisi, si sarebbe risparmiato cibo per sessanta mila persone.

Così partì la caccia nazionale ai passeri, a cui tutti i cittadini erano sollecitati a partecipare, al punto che il governo si complimentava con chi uccideva più passeri. Le stime parlavano di un miliardo di passeri uccisi, un massacro dalle conseguenze inaspettatamente drammatiche perché, oltre al grano, il passero si nutre principalmente di insetti.

La quasi totale assenza di passeri fece aumentare drasticamente la popolazione degli insetti, le locuste crebbero sponenzialmente e sciami immensi distrussero la maggior parte delle colture.

Vi furono tre anni di carestia che portarono alla morte di quaranta milioni di persone.

Riflettere su questo aneddoto ci fa comprendere come le relazioni naturali siano una delle prime cose a cui dobbiamo pensare quando agiamo, sia come popolazione che come singoli. “A qualsiasi livello, sono le relazioni fra i viventi che permettono la vita, perché formano delle comunità la cui forza è in grado di influire attivamente sull’ambiente fisico” (Stefano Mancuso – La nazione delle piante).

Questo è un suggerimento che dovremmo sempre cogliere quando decidiamo come agire nel territorio, rispetto all’ambiente, ma del quale dovremmo permearci per comprendere quale sia il modo migliore nel relazionarci con gli altri, che siano singole persone o interi popoli.

Avremo successo solo nella collaborazione, tutto il resto porta alla distruzione, prima o poi. Cechiamo di considerare questo anche quando scegliamo, ad ogni livello, a chi affidare il potere, perché lo diamo ad un numero limitatissimo di persone che, nell’ignoranza e con arroganza, decide per la vita di tutti noi.

Luca Colussi
Studi in ambito scientifico, dipartimento di biologia all’università di Padova. Appassionato e curioso di scienza, storia, fotografia, politica, sport e cucina. Dai molteplici interessi, alimentati e approfonditi mediante la frequentazione di corsi in vari ambiti.

1 COMMENT

  1. La consapevolezza di essere o diventare attori della propria esistenza e di quella dei nostri consimili è un
    Insegnamento che dobbiamo esercitare sempre

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