I PFAS sono una famiglia di sostanze chimiche, circa dieci mila diverse sostanze che entrano in moltissime filiere, nella produzione di padelle antiaderenti, vernici, giubbotti da pioggia, contenitori per gli alimenti, utensili per la cucina e tantissimi altri prodotti che utilizziamo tutti i giorni, perché li rendono resistenti alle alte temperature, repellenti per grassi e impermeabili. Sono prodotti che non si degradano, che rimangono per sempre. Ma per questo motivo sono altamente inquinanti e tossici, tendono ad accumularsi, contaminare il suolo, l’aria e l’acqua, anche quella potabile.

Queste sostanze ormai sono ovunque, sono incontrollabili e indistruttibili, invadono il nostro ambiente, le verdure coltivate, il pesce e, quindi, anche il nostro corpo, dove persistono per sempre. Nei giorni scorsi è uscita la notizia che alcuni deputati europei si sono sottoposti agli esami del sangue per indagarne la presenza nel proprio corpo. In tutti i partecipanti sono stati rilevati sette diversi tipi di PFAS su tredici al di sopra della soglia di sicurezza.

È chiaro che i livelli di esposizione rilevati nei politici non sono diversi da quelli della media degli europei, nessuno di noi è esente dal problema. Gli effetti nocivi sulla salute umana sono stati ampiamente documentati: l’esposizione prolungata agli PFAS è stata, infatti, associata all’insorgenza di tumori, malattie metaboliche, infertilità maschile e interferenze con la salute riproduttiva delle donne. A febbraio 2023, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ha pubblicato una proposta di divieto di tutti i PFAS, ma, chiaramente, il dibattito a livello europeo è molto acceso, perché diverse industrie non desiderano veder messa al bando un’intera categoria di prodotti. I PFAS hanno causato il più grande inquinamento nella storia d’Europa, nello specifico in Veneto a causa dello scarico industriale dell’industria Miteni in provincia di Vicenza, che, probabilmente per più di quarant’anni, ha disperso nell’ambiente questi inquinanti, comportando un rischio sanitario per le popolazioni che bevono l’acqua della falda acquifera presente, la seconda d’Europa per estensione, ormai talmente inquinata che per fini agricoli si sta costruendo una condotta che va a prendere l’acqua dall’Adige. Il territorio interessato, per quello che fino ad ora si è scoperto, ricopre le provincie di Vicenza, Verona e Padova.

Esiste una mappa dettagliata dei siti contaminati da PFAS in Europa. Si parla di più di diciottomila siti contaminati. Il comune di Marcon sembra non essere coinvolto ma sarebbe prudente richiedere all’amministrazione comunale un aggiornamento sullo stato delle cose, dato che l’utilizzo e la diffusione di questi inquinanti tossici sono vasti e distesi.

Perciò, è legittimo preoccuparsi di cosa beviamo quando apriamo il rubinetto di casa e doveroso stare costantemente attenti, visto che spesso, purtroppo, i problemi più gravi si scoprono quando è già molto tardi. Per tale ragione il Partito Democratico si occuperà di richiedere una rinnovata maggiore attenzione da parte dell’amministrazione.

Luca Colussi
Studi in ambito scientifico, dipartimento di biologia all’università di Padova. Appassionato e curioso di scienza, storia, fotografia, politica, sport e cucina. Dai molteplici interessi, alimentati e approfonditi mediante la frequentazione di corsi in vari ambiti.

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