2 giugno 1946: nell’Italia liberata dal fascismo le donne votano per la prima volta. Con la stessa percentuale degli elettori maschi, superando, nell’Italia meridionale e insulare, i votanti maschi. Alle elezioni amministrative furono elette circa 2000 consigliere comunali. 21 le donne elette all’Assemblea costituente, Il 3,7 per cento, una esigua minoranza, che fu però determinante per le riforme degli anni futuri e per il cambiamento della società.

Con coraggio, determinazione, amore per sé e per le altre, a volte alleandosi anche al di là degli schieramenti partitici, le Costituenti e le parlamentari hanno dato vita a leggi che hanno trasformato il ruolo delle donne.

Prendendo spunto dal libro “Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia” a cura della fondazione Nilde Iotti, una raccolta, non certo esaustiva, dei vari percorsi legislativi raccolti per due fondamentali tematiche: l’appartenenza del corpo, la soggettività espressa attraverso il diritto di decidere della propria sessualità, l’autonomia economica presupposto materiale indispensabile per l’autodeterminazione. Ogni singolo passaggio legislativo è un atto d’amore per le donne, un messaggio a tutte e a tutti.

In questo tempo di guerre e odio incombenti, va ricordato l’impegno delle Costituenti nella commissione per i trattati internazionali in seno all’Assemblea costituente (atti parlamentari e testimonianze delle stesse Costituenti) per l’approvazione dell’articolo 11 della Costituzione, con il quale si afferma che l’Italia ripudia la guerra.

IL CORPO È MIO

Legge 20 febbraio 1958 numero 75 nota come legge Merlin

Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui

Lina Merlin, senatrice, costituente del partito socialista, presenta una proposta di legge che mira ad abolire le case chiuse. Luogo in cui le donne venivano usate sessualmente dagli uomini, dietro compenso in denaro che in alta percentuale finiva nelle mani dei tenutari. Merlin aveva contro il suo partito, quello comunista, i benpensanti, la borghesia, la stampa e i proprietari dei bordelli. La sua proposta aveva come scopo quello di eliminare lo sfruttamento della prostituzione da parte dei tenutari e dello Stato e quello di chiudere i bordelli da cui le donne che vi erano segregate non riuscivano ad uscire perché indebitate con i padroni delle case e spesso con i figli da mantenere. Carla Voltolina e Lina Merlin pubblicarono le lettere che le donne delle case chiuse inviarono loro per incoraggiarle a continuare nella battaglia per la chiusura delle case: “Lettere dalle case chiuse” pubblicato a Milano nel 1955.

Viene costituito il corpo di Polizia Femminile contro i reati nei confronti delle donne e dei minori che poi confluirà nel 1981 nella Polizia di Stato.

Legge 5 agosto 1981 numero 442 abrogazione della rilevanza penale della causa d’onore

La legge abroga gli articoli 544, 587, 592 e modifica l’articolo 578 del Codice penale (Codice Rocco del 1930). Con l’abrogazione dell’articolo 544 si stabilisce che il matrimonio (cosiddetto “matrimonio riparatore”) non estingue più i reati di violenza sessuale. Con l’abrogazione degli articoli 587 592 si eliminano i trattamenti di particolare favore penale (pene molto lievi) che venivano riservati a chi commetteva omicidio o provocava lesioni personali per causa d’onore, mentre la nuova formulazione dell’articolo 578 aggrava le pene per chi commette subito dopo il parto infanticidio a causa d’onore. Franca Viola, una giovane donna siciliana, rifiutò il matrimonio riparatore. Condannato con sentenza definitiva della Cassazione il 30 maggio 1969 il suo violentatore. L’abrogazione dell’articolo 544 avvenne dopo 12 anni…

Il 20 dicembre 1968 la Corte costituzionale stabilisce che l’adulterio femminile non è più considerato un reato. Prima, la donna che tradiva il marito e il correo potevano essere condannati fino a un anno di reclusione. Nessuna pena per il marito adultero.

Legge 1° dicembre 1970 numero 898 disciplina dei casi di scioglimento di matrimoni

Ha introdotto il divorzio nella legislazione italiana (nel 1974 il referendum abrogativo uscirà sconfitto dalla consultazione).

10 marzo 1971 la Corte costituzionale abroga l’articolo 533 del Codice Rocco, che vietava la “la propaganda dei mezzi atti a impedire la procreazione”, contraccettivi compresi

 Legge 19 maggio 1975 numero 151 riforma del diritto di famiglia e art 230 bis Impresa familiare

Stabilisce l’eguaglianza tra i coniugi, la condivisione della potestà genitoriale, istituisce un doppio regime patrimoniale dei beni (comunione o separazione), revisiona le norme sulla separazione

Legge 29 giugno 1975 numero 405 istituzione dei consultori familiari

La legge garantisce l’assistenza psicologica e sociale alle famiglie con particolare riferimento alle problematiche dei minori, della salute della donna e della procreazione responsabile e prevede l’istituzione su tutto il territorio nazionale dei consultori, la legge del 22 maggio 1978 assicura la massima assistenza alla donna sin dall’inizio della gravidanza

Legge 22 maggio 1978 numero 194 norme per la tutela sociale della maternità e sull’interruzione volontaria della gravidanza

Una legge frutto della lotta delle donne durante tutto l’arco degli anni 70, perché la scelta di diventare madri sia libera come libera sia quella di interrompere una gravidanza non voluta. Sancisce il diritto all’autodeterminazione.

(nel 1981 il referendum abrogativo uscirà sconfitto dalla consultazione).

Legge 15 Febbraio 1996 numero 66 norme contro la violenza sessuale
Lo stupro diventa reato contro la persona e non più contro la morale, sono elevate le pene per gli aggressori, è introdotto il reato di stupro di gruppo, viene regolata la protezione della riservatezza della vittima. Si procede per querela irrevocabile, ma se la vittima è minorenne per querela d’ufficio.

Legge 11 agosto 2003 numero 228 misure contro la tratta di persone

Legge 4 Aprile 2001 numero 154 misure contro le violenze familiari

Legge 23 aprile 2009 numero 38 misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale nonché in tema di atti persecutori

Legge 27 giugno 2013 numero 77 ratifica de ed esecuzione della convenzione di Istanbul sulla prevenzione e lotta alla violenza contro le donne

Legge 28 dicembre 2015 numero 208 comma 790 codice rosa percorso di protezione delle vittime di violenza

Legge 19 luglio 2019, numero 69 (nota come “Codice Rosso”) prevede che la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisca subito al pubblico ministero che entro tre giorni deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti. Inasprisce le pene per maltrattamenti, stalking, violenza sessuale e di gruppo. La vittima ha 12 mesi, non più 6, per sporgere denuncia. È previsto il reato di diffusione illecita di foto e video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate

AUTONOMIA ECONOMICA PER DECIDERE DI SÉ

Legge 26 agosto 1950 numero 860 tutela fisica ed economica delle lavoratrici madri

Proposta da Teresa Noce (Pci) e sostenuta da Maria Federici (Dc). L’iter della legge iniziò nel ‘46 ’47.

La legge stabilisce il divieto di adibire le donne al lavoro per i tre mesi precedenti la data presunta del parto in caso di lavoratrici addette all’industria e per le 8 settimane precedenti per le addette ai lavori agricoli e per le sei settimane precedenti per tutte le altre categorie, il divieto di licenziare le lavoratrici durante il periodo di gestazione, durante il periodo pari ad 8 settimane dopo il parto. Viene concessa anche la facoltà di assentarsi dal lavoro per un periodo di sei mesi durante il quale sarà conservato il posto a tutti gli effetti dell’anzianità senza però aver diritto all’indennità giornaliera dell’ottanta percento della retribuzione prevista a carico dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro le malattie e degli altri istituti. Viene ribadito l’obbligo di istituire le camere di allattamento a carico dei datori di lavoro che impieghino nella loro azienda almeno 30 donne coniugate di età non superiore ai cinquant’anni. Nella seduta del 14 luglio 1950 invano Teresa Noce Nadia Spano e altri chiedono che il termine coniugate sia tolto dal testo. Il datore di lavoro può essere esonerato dall’obbligo di istituire le camere di allattamento solo se finanzi o partecipi alla istituzione di asili nido interaziendale in luoghi convenienti per le lavoratrici dipendenti.

DA ALLORA NUMEROSE LE LEGGI CHE TUTELANO IL LAVORO DELLE DONNE

E NE PROMUOVONO LA PROFESSIONALITÀ

Legge 26 maggio 1956 numero 741 legge sulla parità retributiva

Per eguali mansioni uguale salario per uomini e donne, in seguito alla ratifica della convenzione Oil (Organizzazione internazionale del Lavoro).

Legge 9 gennaio 1963 numero 7 divieto di licenziamento delle lavoratrici per causa di matrimonio

La legge prevede la nullità delle clausole di nubilato che inserita nei contratti di lavoro, permetteva di licenziare le lavoratrici, una volta che si fossero sposate.

Legge 5 Marzo 1963 numero 389 pensione alle casalinghe

legge 9 Febbraio 1963 numero 66 ammissione della donna ai pubblici uffici e alle professioni

Afferma il diritto delle donne ad accedere tutte le cariche professioni impieghi pubblici compresa la magistratura

L’arruolamento della donna nelle forze armate e nei corpi speciali è regolato da leggi particolari, cosa avvenuta per le forze armate con la legge 380 del 1999. L’ammissione delle donne nella Polizia di Stato invece è avvenuta con la riforma del 1981

1964 abolizione del “Coefficiente Serpieri” in agricoltura, introdotto con legge del 1934 in base alla quale il lavoro svolto da una donna veniva valutato e retribuito pari al 60% di quello svolto da un uomo

Legge 6 dicembre 1971 numero 1044 piano quinquennale per l’istituzione di asili nido comunali con il concorso dello Stato

Legge 30 dicembre 1971 numero 1204 tutela delle lavoratrici madri

La legge proposta dalla prima donna ministra, l’onorevole Tina Anselmi, prevede norme fortemente miglioratrici rispetto alla legge del 1950: congedo di 5 mesi obbligatorio, divieto di adibire a lavori onerosi; indennità per il periodo di astensione dal lavoro, anche per lavoratrici a domicilio e collaboratrici domestiche. Assorbita dalla legge 8 marzo 2000, per il sostegno della maternità e della paternità.

Legge 9 dicembre 1977 numero 903 parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro

Vieta qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l’accesso al lavoro la retribuzione e la carriera

1983 la Corte costituzionale stabilisce la parità tra padri e madri circa i congedi dal lavoro per accudire i figli

Legge 29 dicembre 1987 numero 546

Dal 1° gennaio 1988 è corrisposta alle lavoratrici autonome, coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane ed esercenti attività commerciali una indennità giornaliera per i periodi di gravidanza e puerperio.

L’indennità di maternità è estesa anche alle lavoratrici libere professioniste nel 1990

Legge 2 maggio 1990 numero 164 commissione nazionale per la parità e le pari opportunità tra uomo e donna

Legge 25 febbraio 1992 numero 215 azioni positive per l’imprenditoria femminile

Vengono stabiliti contributi e agevolazioni per l’imprenditoria femminile, nell’impresa, nell’artigianato, nel turismo, nel commercio nell’artigianato.

Legge 10 Aprile 1991 numero 125 azioni positive per la realizzazione della parità uomo donna nel lavoro

Legge 25 marzo 1993 numero 81 per la prima volta vengono introdotte le quote rosa in merito alle elezioni dei rappresentanti degli enti locali. La legge stabilisce che il 30% dei cittadini dei candidati nelle liste per le elezioni amministrative siano donne. Legge annullata dalla Corte costituzionale nel 1995

Decreto legislativo 20 ottobre 1999 numero 300 delega al governo per l’istituzione del servizio militare volontario femminile

Legge 31 gennaio 2000 numero 24 disposizioni in materia di reclutamento su base volontaria stato giuridico e avanzamento del personale militare femminile nelle forze armate e nel corpo di Guardia di finanza

Legge 10 dicembre 2014 numero 183 Jobs Act con il decreto legislativo numero 151 di attuazione del Jobs Act si mette fine alla pratica delle finte dimissioni volontarie fatte firmare senza data, che colpiva soprattutto le giovani donne nel momento dell’assunzione: le dimissioni in bianco potevano essere utilizzate in caso di gravidanza, matrimonio, una lunga malattia. Serviva per licenziare le donne mascherando il licenziamento come dimissioni spontanee

Legge 11 gennaio 2018 numero 3 disposizione sulla medicina di genere

Come si vede si tratta di una tela tessuta con pazienza dalle parlamentari e dal movimento delle donne. Nonostante i diritti conquistati e i risultati ottenuti in tutti i campi: nel costume, a livello scientifico, artistico, sportivo, la libertà e l’autodeterminazione delle donne è ancora minacciata. Da gennaio 2024 sono 16 le donne uccise, per mano di mariti, ex fidanzati e compagni.  È necessario difendere quanto ottenuto e continuare il percorso per aumentare gli spazi di decisione e autonomia.

Emanuela Niero
Sono nata sotto il segno dei Pesci, mi piace guizzare. Sono femminista, faccio parte del gruppo l’8sempre donne Mogliano, sono partigiana, ho fatto parte del direttivo ANPI di Mogliano Veneto, mi piace leggere per me e per bambine bambini adulti con le lettrici di “Quante storie!”. Lo yoga mi accompagna molti anni.

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