Le mafie in Veneto ai tempi delle olimpiadi di Cortina e del PNRR

Mercoledì 15 novembre 2023, presso la sala riunioni della sede della CGIL di Treviso si è svolto un interessante incontro organizzato da IAMS (Impegno e Azione per un mondo sostenibile), LIBERA e Avviso Pubblico che ha affrontato il delicato tema della presenza di organizzazioni mafiose nel Nord Italia e nello specifico nel territorio veneto.

Sono intervenuti: Andrea Zanoni, consigliere regionale del PD e presidente della Commissione Legalità del Consiglio regionale del Veneto; Gianni Belloni, giornalista e Direttore del Centro di documentazione e d’inchiesta sulla criminalità organizzata in Veneto; Marco Lombardo, Referente del Coordinamento regionale Veneto di LIBERA Associazioni Nomi e Numeri CONTRO LE MAFIE e Paolo Galeano, Sindaco di Preganziol e Coordinatore di Avviso Pubblico per la Regione Veneto.

Il Presidente della Commissione Legalità della Regione Veneto, Andrea Zanoni, ha presentato al pubblico uno studio svolto per quanto riguarda le ecomafie, un problema in forte crescita nel nostro territorio. Il mondo delle ecomafie è strettamente connesso al tema dello smaltimento dei rifiuti delle aziende, una realtà di cui le mafie cercano di ottenere il pieno controllo. Lo smaltimento dei rifiuti è un terreno fertile per le ecomafie poiché le aziende riscontrano molte difficoltà per la complessità, il costo e le tempistiche per la sua realizzazione. È stata riscontrata una grande mobilità di rifiuti sia da nord a sud sia verso l’estero, soprattutto verso l’est Europa. Inizialmente le associazioni mafiose utilizzavano la combustione dei rifiuti come metodo di eliminazione dei rifiuti, anche tossici causando moltissimi problemi di inquinamento ambientale. Ora è più diffuso il metodo dell’occultamento dei rifiuti all’interno di capannoni abbandonati e non controllati. La conclusione di questo studio individua cinque punti chiave per cercare di arginare questo fenomeno in crescita:

  1. Controllo del territorio, affidato alle forze dell’ordine con il coordinamento della procura
  2. Condivisione delle banche-dati
  3. Partecipazione dei cittadini
  4. Controlli preventivi
  5. Controlli successivi

Zanoni ha evidenziato due problematiche preoccupanti: la carenza dell’organico presso le forze dell’ordine e le istituzioni e la progressiva diminuzione dei finanziamenti per le leggi da parte delle autorità.  Sono due aspetti cruciali per poter tenere sotto controllo l’espansione del raggio d’azione delle associazioni mafiose. Un ulteriore problema evidenziato da Zanoni è l’incremento di una nuova tipologia di reclutamento di giovani attraverso i social.

L’intervento del giornalista Giovanni Belloni si è concentrato sul racconto di due casi di cronaca per poter comprendere al meglio le modalità operative delle mafie e le loro capacità relazionali.

Ha ricordato, prima di iniziare, il ruolo della magistratura: vestire i casi con la legge. Ma l’agire dell’uomo e delle mafie è molto più complesso.

Il primo caso riguarda la presenza di aziende mafiose nei cantieri presenti lungo la statale Alemagna in occasione dei mondiali di Cortina 2021. È un caso di cui Belloni si è occupato e su cui ha scritto diversi articoli. È stato possibile raccogliere informazioni grazie a un’interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura. Un’interdittiva è un provvedimento preventivo, è uno strumento al di fuori del procedimento penale ed è un provvedimento amministrativo che interviene quando ci sono elementi di sospetto. Questo atto ha come conseguenza immediata il divieto per l’azienda coinvolta di stipulare contratti con la pubblica amministrazione, ma questo non impedisce di continuare a lavorare.

Dallo studio di questo caso Belloni ha fatto emergere alcuni punti chiave:

  • Il tema della gestione della manodopera: tipologie di contratto di assunzione, stipendio e provenienza.
  • Il ruolo dei professionisti
  • Il dispositivo del distacco della manodopera
  • Le reti criminali
  • Il contrasto sul terreno

Il secondo caso, secondo Belloni, riguarda la famiglia Giardino che a Verona si occupava di edilizia e di lavori ferroviari gestendo importati lavori non solo in Italia, ma anche all’estero. Belloni individua altri elementi chiavi che permettono di definire meglio le modalità d’azione mafiose e di sottolineare dei tratti comuni:

  • Emissione di fatture false
  • Gestione della manodopera e il suo distacco
  • Reti collusive
  • Legami con il mondo della politica
  • Presenza di professionisti
  • Contrasto a livello di territorio.

Non va dimenticato che le associazioni mafiose trattano affari legali, ma operano in una dimensione di manipolazione della legge, per questo risulta difficile scovarle.

Colpisce una breve riflessione sulla tendenza in Italia a eludere le regole per rendere la vita più semplice. Lo dimostra per esempio la nuova legge sugli appalti promossa dall’attuale Ministro delle infrastrutture e trasporti Matteo Salvini che regala maggiore libertà d’azione alle associazioni criminali.

Quello che emerge è la necessità di guardare alle mafie e al mondo che ci circondo con un’ottica diversa, quella di un sistema di relazioni dove le mafie sono dei soggetti agenti. È necessario abbandonare lo sguardo accusatorio solo sulle mafie, esse riescono ad agire perché hanno attorno a se’ tutta una serie di altri soggetti che permettono loro di agire senza ostacoli.

L’intervento di Marco Lombardo ha descritto lo scenario della regione Veneto. La nostra regione è la sede di molte associazioni mafiose che si sono impossessate di alcuni settori chiave: droghe, smantellamento di rifiuti e logistica. Oltre a dei rami di famiglie mafiose provenienti dal meridione con lo scopo di gestire i traffici dislocati nell’area settentrionale della Penisola, alcuni studi hanno rivelato la comparsa di associazioni originarie del Veneto in particolari aree geografiche: Eraclea, Zimella, San Bonifacio e l’area dell’alta padovana.

Le associazioni mafiose si inseriscono nel tessuto della comunità ponendosi al suo servizio, finanziando attività, infrastrutture e opere che permettono di migliorare la vita degli abitanti ottenendone così il supporto. Alla collettività e alle istituzioni mancano le basi culturali per riconoscere queste associazioni e per comportarsi adeguatamente in un mondo basato su regole mafiose.

L’ultimo intervento è stato quello di Paolo Galeano in quanto coordinatore di Avviso Pubblico per la Regione Veneto. Avviso Pubblico nasce nel 1996 come associazione di 15 comuni che nel corso del tempo si è ampliata fino a raggiungere circa 500 comuni in tutta Italia. È un’associazione a livello locale e regionale che si occupa di fornire informazioni sulle attività mafiose e di corruzione cercando di creare una fitta rette a tutti i livelli per poterle combattere. Le ricerche di questa associazione fanno emergere alcuni dati interessanti come: il 30% degli investimenti mafiosi sono nel Nord-Est, Veneto e Lombardia sono le regioni con percentuali più elevate; la mafia influenza fino al 15% degli affari in Italia e senza di essa il PIL della Nazione sarebbe più alto.

Cosa si può fare?

Sicuramente è necessario fornire alla popolazione i giusti strumenti per potersi difendere e riconoscere questi meccanismi tramite la formazione e la cultura. Solo formando e rendendo coscienti le persone della realtà che li circonda è possibile proteggersi e iniziare a scardinare un sistema che è profondamente radicato nella nostra società da tempo.

Agnese Tozzato
Agnese Tozzato è nata a Treviso il 26 Aprile 1997. Ha frequentato il liceo scientifico presso il Liceo Giuseppe Berto di Mogliano Veneto e si è diplomata nel 2016. Ha proseguito gli studi presso l’università Ca’ Foscari conseguendo la laurea triennale in Storia con una tesi in storia delle istituzioni nel 2021. Attualmente sta frequentando l’ultimo anno di laurea magistrale sempre presso Ca’ Foscari. Ama praticare sport, soprattutto l’atletica leggera, e si dedica all’insegnamento di questo sport ai più piccoli. Ha una passione per la scrittura, la fotografia, il cinema e la musica.

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