Un Cavaliere della Repubblica dimenticato

Case di contadini immerse nei campi coltivati, animali al pascolo tra viali alberati, un paese che cresce anno dopo anno e una scuola elementare senza il pavimento. Siamo a Marcon, tra il 1940 e il 1980, e una donna, “ea Maria bidea, si alza tutte le notti per andare ad accendere le stufe e scaldare le aule per la mattina seguente. Maria Artuso, l’unica e storica bidella della scuola, nata nel 1905 ha lavorato a Marcon per trent’anni. Una vera factotum della manovalanza che tra le varie mansioni preparava l’inchiostro, puliva, andava a prendere l’acqua alla fontana del municipio e accompagnava i bambini a casa quando avevano la febbre. Altri tempi.

Per gli alunni c’è sempre stata, lavorando instancabilmente e con passione. Una dedizione che le è stata riconosciuta a fine carriera con il titolo di Cavaliere della Repubblica e una targa commemorativa posata nella oramai ex scuola Marconi. La targa è rimasta lì fino alla demolizione della scuola quest’anno e da quel momento non ha più avuto una sede. Perciò, la figlia Loris ha chiesto al comune di poterla avere. Sembra però non sia così semplice. Infatti, sono passati mesi dalla richiesta della figlia che afferma di non aver ancora ricevuto una risposta definitiva ed esauriente da parte del comune. “Non capisco quale sia la difficoltà, vorrei solo la targa di mia mamma”, sostiene Loris Rizzà,“e non comprendo quali siano i motivi per cui la mia richiesta non venga assecondata”.

È sempre importante ascoltare i cittadini anche valorizzandoli in situazioni come questa, in cui una targa simboleggia non solo il duro lavoro di una persona ma un’intera preziosa categoria e favorisce la coesione sociale. Sarebbe, anzi, interessante dedicare uno spazio per la targa all’interno della nuova scuola Tina Anselmi. Se i bambini, leggendo di lei, comprenderanno il perché di tale riconoscimento sarà un punto in più per la nostra società. La memoria va valorizzata in quanto fondamenta di questa nuova città, cresciuta anche grazie a quel senso di famiglia che provavano le maestre nel dire “dai Maria, fa el cafè” quando si fermavano a pranzare tutte assieme a casa della “bidea Maria”.

Luca Colussi
Studi in ambito scientifico, dipartimento di biologia all’università di Padova. Appassionato e curioso di scienza, storia, fotografia, politica, sport e cucina. Dai molteplici interessi, alimentati e approfonditi mediante la frequentazione di corsi in vari ambiti.

3 COMMENTS

  1. Ottimo racconto, ho “visto” la bidella in azione
    Spero vivamente che il Sindaco voglia rimediare all’eventuale sparizione della targa dando mandato di farne coniare una nuova identica

  2. Di Maria Artuso c’è una bella intervista fattale quando era ancora in vita in un libriccino edito dallo SPI CGIL di Marcon; qualche copia dovrebbe esserci in biblioteca e nella sede del sindacato.
    Era già molto anziana quando io la conobbi; visse più di novant’anni, ma aveva ricordi vividi di tutto il suo passato di fatica.
    Fu molto molto felice e anche un po’ incredula quando seppe dell’ 0norificenza di Cavaliere della Repubblica che le era stata concessa dal Presidente della Repubblica e fu molto grata all’allora nostro sindaco Fiorenzo Davanzo che tanto si era interessato per fargliela avere.
    Ricordo che fu fatta una bellissima festa in suo onore al Barco con insegnanti, familiari, autorità. Vennero anche le maestre che avevano insegnato nella vecchia scuola vicino al municipio dove Maria aveva fatto la bidella dal dopoguerra fino agli anni settanta, scuola che fu demolita e al suo posto venne edificata la Marconi.
    Maria quel giorno era molto commossa e le sembrò un bellissimo riconoscimento ai suoi tanti anni di servizio nella scuola del capoluogo. Ma ebbe sempre un cruccio e un grande dispiacere : si lamentava infatti, e giustamente, di non avere ottenuto la pensione come avvenne negli anni successivi per le bidelle di Marcon. Questo accadde perché non era stata assunta dal comune e quindi, non avendo mai avuto un contratto di lavoro, non ebbe diritto alla pensione.
    In suo ricordo successivamente fu posta una targa alla scuola Marconi con una semplice cerimonia alla presenza delle autorità scolastiche e comunali, dei suoi familiari, di una rappresentanza delle insegnanti e delle classi.
    Credo sia doveroso, ora che la scuola Marconi è stata demolita, che la targa in ricordo di Maria Artuso sia portata nella scuola primaria Tina Anselmi e che possa essere l’occasione per ricordare ai bambini di oggi la bidella che c’era al tempo dei loro nonni. Anche questa è una pagina della storia di Marcon.

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