Il libro nasce da una considerazione molto semplice: mancava. Mancava un libro dedicato interamente allo Zero. A questo piccolo fiume erano stati riservati diversi studi, piccoli saggi su riviste o singoli capitoli in testi complessi ma non c’era un volume che ne illustrasse per intero il suo percorso e le sue vicissitudini. C’è stato per la sua realizzazione un altro fattore, come dire, imprevisto: l’epidemia. Tanti mesi senza vie d’uscita hanno favorito la sua riscoperta. Le sue rive si sono ripopolate di persone, di camminatori in cerca di natura, di libertà, di svago.

Le stesse pretese che avevano i ragazzi di una volta: lo Zero era la loro estate, i loro bagni e tuffi prima dell’invenzione di Jesolo. A questa generazione appartengono i tre autori, così diversi come formazione e interessi ma uniti nel progetto sullo Zero.

Il primo, Otello Bison, ideatore dell’impresa, narratore e solitario arginauta, ha illustrato tutto il cammino, si può dire chilometro per chilometro. Renzo De Zottis ne ha illustrato le particolarità artistiche storiche in esaurienti schede. Stesso lavoro ma sul versante naturalista ha fatto Michele Zanetti che anche in questo lavoro fa brillare la sua competenza scientifica e descrittiva.

Il volume sarà presentato nelle sedi ufficiali dai tre comuni che hanno da subito creduto nell’opera. A Zero Branco il 10, a Mogliano veneto il 17 e a Marcon il 24 novembre accompagnati da una mostra che potrà successivamente essere richiesta da altre associazioni o da scuole. Il tutto sarà organizzato da Omega aps.

Lo scopo è e sarà uno solo, valorizzare lo Zero, un piccolo fiume relegato a “scolador” nella storia e invece così importante per tutto il territorio, basti pensare all’agricoltura, all’irrigazione, ai mulini, e perché no potrebbe diventare un prezioso corridoio fluviale ecologico per il turismo di domani, una linea verde percorribile fino al cuore della Laguna veneta.

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