Non spaventatevi, non intendiamo farvi spendere un capitale, come con l’idraulico, ma segnalare una nuova figura professionale che sarà necessaria per la comunità: l’idrologia. È l’attore di una nuova disciplina: l’ecoidrologia. L’ecoidrologia che ha trovato il suo megafono in questo nostro quasi conterraneo Andrea Rinaldo.

E chi è? Cominciamo col dire che ha ricevuto un paio di settimane fa il “Nobel dell’acqua” o per meglio dire, il “Stockholm Water Prize 2023” direttamente dalle mani del re svedese Gustavo.

Rinaldo è un ingegnere idraulico, insegna e vive a Padova, dirige L’école Polytecnique a Losanna, a Venezia invece è presidente di eccetera eccetera. Insomma, il massimo conoscitore dei movimenti acquatici del pianeta, dal Burkina Faso al Bangladesh, passando naturalmente per la traforata (e trafficata) Venezia.

Ma dove siamo? Siamo a Mestre, al Festival della Politica, molto interessante, che ha anche il merito di rendere perfino carina ed ospitale Mestre. Missione impossibile? No, entrate nel chiosco dell’M 9 e resterete sorpresi. Rinaldo invece parla in piazza Ferretto, pedonalizzata, piena di bambini con i bersaglieri che corrono (è vero…) e, altra sorpresa, è gremita per lui, per uno studioso che parla di fiumi, che citerà elegantemente l’Osellino e disserterà sulle curve di Kuznets, un’economista sconosciuto ai più. C’è una voglia di ascoltare nella gente che non bisogna sottovalutare: ad ogni conferenza del Festival c’è la coda e ci si contende il posto a sedere come al Festival del cinema…

Andrea Rinaldo comunque stupisce. Chi si aspettava un ingegnere tutto calcoli e supponenza, rimane interdetto. Lui parla subito di distribuzione dell’acqua e dice che metà (metà!) dell’acqua nel mondo è quella portata nei vasoni sulla testa dalle donne per chilometri e chilometri. Non da acquedotti o da tubi, ma in questo modo, e tutto il consumo giornaliero di una famiglia è in quel vaso pesante e scomodo. Applausi. Poi però lui spiazza tutti notando che la povera trasportatrice era dotata di un Nokia che spuntava dalle vesti. Contraddizioni. Poi racconta un’altra perla. Gli aiuti internazionali hanno realizzato migliaia di dighette, laghetti nel Sahel (dove non piove da 34 anni) per favorire l’agricoltura. Risultato? In queste vasche mezze evaporate si sono diffusi batteri e altri vettori di malattie che hanno falcidiato la popolazione. Affonda il coltello. Ad Haiti, dopo il terribile terremoto, si è diffusa una micidiale epidemia di colera, più mortale del sisma. Anche qua silenzio del pubblico. Beh, sapete chi l’aveva portata? I soccorritori internazionali, che però, a differenza della popolazione locale, disponeva dei vaccini.

Andrea Rinaldo non le manda a dire, non cerca il facile applauso, che invece arriva e poi parte con lo stesso stile su Venezia. Ma di questo voglio parlare la prossima volta quando avrò ingoiato e digerito il suo libro “Il governo dell’acqua” della Marsilio. Anticipo che, quando usa l’espressione “l’alta marea del turismo” è un tripudio.

Con il buio la piazza è ancora piena, senza bambini e senza la fanfara dei bersaglieri, gli chiedo un’intervista per “ildiarioonline”, certo mi risponde, ma poi dimentico di chiedergli la mail (e ovviamente di Kuznets).

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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