Guanti e sacchi per ripulire Mogliano.

Una dozzina di aderenti all’associazione ARCA sfidano il caldo del pomeriggio per ripulire Via San Michele

Con le borracce piene per reggere l’afa delle cinque di pomeriggio, questa domenica 20 agosto un gruppo di giovani, adulti e bambini ha dato l’assalto ai bordi e ai fossi di Via San Michele, arrivando a raccogliere circa 50 chili di spazzatura tra vetri, cartacce, stoffe e le ormai onnipresenti bottiglie di plastica.

Alcuni dei soci e simpatizzanti dell’associazione ecologista e giovanile ARCA (Attivisti Riuniti per il Clima e l’Ambiente) di Mogliano si sono armati di guanti, pinze e sacchi per intervenire sulla condizione critica della strada di periferia che, pur costituendo l’unico collegamento ciclabile tra Mogliano Est e Zerman, è afflitto da incuria e abbandono di spazzatura. Gli stessi volontari ammettono di aver dovuto lasciare indietro pezzi di porte e resti di mobili, perché troppo ingombranti rispetto alle capacità logistiche del gruppo, e alcuni rifiuti ormai circondati da rovi taglienti.

“Abbiamo sacrificato un giorno di vacanza per risparmiare a chi passa la vista del degrado e per limitare la dispersione di microplastiche possibilmente cancerogene” dichiara il presidente di ARCA, Cesare Bulegato laureando in Scienze Ambientali a Ca’Foscari e piccolo agricoltore, “ma siamo consci che le rimozione dei relitti più grossi o compromessi spetta all’istituzione, come le spetta la riqualificazione di quella che dovrebbe essere la via che permette ai ciclisti di muoversi serenamente tra Mogliano e Zerman e che invece ispira un misto di tristezza e impotenza.”

L’associazione, che nel suo ecologismo a 360 gradi intende andare ben oltre le piantumazioni e le pulizie, punta il dito sulle cause scatenanti dell’inquinamento: “L’assenza di leggi appropriate permette alle aziende di vendere quantità planetarie di prodotti e imballaggi che appena usati diventano ciarpame: e poiché è appurato essere inevitabile che una piccola e irriducibile minoranza della popolazione se ne disfi in modo improprio, occorre risolvere il problema alla fonte. Voltare la testa è irresponsabile: le istituzioni devono agire perché i prodotti cambino radicalmente, attraverso adeguate leggi per la tutela dell’ambiente in cui viviamo e quindi della nostra salute”.

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