Non sono una grande amante del Festival di Sanremo e l’ultima edizione alla quale ho assistito risale ai tempi di “Adesso tu” di Eros Ramazzotti, quindi quando ero pressoché una bambina. In realtà non nutro antipatia verso la trasmissione canora semplicemente non ho più l’abitudine di seguirla anche se riconosco essere entrata di diritto nella tradizione popolare italiana.  Quest’anno però lo scalpore suscitato da alcuni episodi accaduti durante la trasmissione, poi riportati sui vari social, mi hanno indotto a diventarne una spettatrice attiva e critica…ma non troppo.

Fatti e misfatti

Partiamo da Blanco e dalla distruzione del palco a causa del mancato audio in cuffia. Ho riguardato il video su YouTube e sono rimasta senza parole. Cosa può scatenare tanta violenza gratuita quando bastava fare un cenno ai tecnici audio per risolvere il problema?! Come tutti, forse avrei voluto che subisse una punizione esemplare. O che, almeno, fosse stato ripreso in maniera un po’ più ferma e decisa da Amadeus. Un amico, però, mi ha fatto riflettere sul fatto che continuando a rimarcare sul suo gesto si rischiava di farlo diventare un martire e non un ragazzo immaturo e un po’ arrogante che ha avuto un attimo di onnipotenza. Andava ripreso, questo è certo, speriamo almeno abbia imparato la lezione dopo tutta questa gogna mediatica.

La pikkola Chiara

La co-conduttrice della prima serata è stata la famosa e “famigerata” (per alcuni) Chiara Ferragni amata, osannata dal suo fan ma anche disprezzata dai suoi tanti delatori. La lettera scritta da lei stessa a Chiara bambina è stata ripresa da più giornali e da diversi cronisti. Selvaggia Lucarelli nelle sue pagelle del Festival le ha dato un 1 di incoraggiamento chiamandola pikkola Chiara mentre, udite udite, ha pensato di attribuire un bel 10 a Blanco per il suo “nobile gesto”. Altri giornalisti l’hanno demolita dicendosi addirittura costernati per il fatto di dover scrivere un articolo su di lei. Chiara Ferragni non è il mio modello di donna, ma è comunque un’imprenditrice e una persona che si è inventata un mestiere, apprezzabile o meno. La si può amare od odiare, ma bisogna riconoscere la sua abilità di donna d’affari capace di smuovere capitali ingenti. Se poi i vari brand richiedono il suo logo da apporre ai loro prodotti che poi vengono venduti a prezzi esorbitanti (vedi l’acqua Evian o il pandoro Balocco), cosa dovrebbe fare lei, rifiutare?

Il bacio di… Rosa

Parliamo ora del bacio del marito di Chiara, Fedez, con Rosa Chemical. Non so se sia stato preparato o meno, anche se si vocifera fosse tutto concordato…come se non fosse mai successo al Festival che qualcosa venisse preparato ad hoc… I social si sono scatenati, ho letto post di persone indignate che gridavano allo scandalo e che difendevano il pudore comune. Sua moglie Chiara non sembra averla presa molto bene e forse l’unica ad essere davvero offesa dovrebbe essere lei. E poi diciamolo, Sanremo è lo specchio della nostra società. Sono cambiati gli usi e i costumi e così è cambiata anche la trasmissione canora. Se negli anni 50 era gradita l’eleganza ora ci si può presentare sul palco dell’Ariston con abiti che lasciano poco all’immaginazione. Il Festival della canzone italiana è seguito da milioni di telespettatori, questo è vero, ma non stiamo parlando di programmi scientifici o politici che dovrebbero prevedere sobrietà e serietà. Se non troviamo queste caratteristiche nemmeno in questo tipo di programmazioni, come possiamo pretenderle da Sanremo? Io tendo a indignarmi per un numero infinito di altre cose che leggo sui giornali piuttosto che per le pittoresche vicende del Festival.

Scandali dal passato

Sono tanti gli scandali che si sono succeduti in questi decenni alla trasmissione canora più famosa d’Italia: da Rino Gaetano che per la prima volta sdogana la parola sesso con la sua “Gianna” nel 1978, alla farfallina di Belen del 2012. Da Pippo Baudo che evita il (finto) suicidio di un uomo nel 1995 per alzare l’audience, al vero suicidio di Luigi Tenco nel 1967, avvenuto dopo che la sua canzone viene eliminata dalla giuria con soli 38 voti favorevoli su 900. Per non parlare di Loredana Bertè che nel 1986 si presentò sul palco dell’Ariston con il finto pancione mentre cantava la canzone “Re” scritta per lei da Mango.  Voleva in realtà sensibilizzare il pubblico sul tema della gravidanza: “ Una donna incinta non è malata, ma ancora più potente”. L’opinione pubblica non la prese bene e tutto ciò ebbe evidenti conseguenze sulla sua carriera. A Sanremo 2020 tra Bugo e Morgan ci furono malintesi che il secondo decise di appianare trasformando in un’invettiva contro il collega il testo della canzone Sincero. Bugo girò i tacchi e se ne andò. È l’abbandono di palco più eclatante di sempre. Verranno eliminati dal Festival. A Sanremo 2022 Achille Lauro, cantando “Domenica”, inscena un battesimo sul palco dell’Ariston con una coppetta d’acqua a petto nudo e scalzo. Gridano “dissacrante” mentre per lui, che è il primo ad esibirsi, rappresenta l’inizio di ogni cosa. Nel 1989 Beppe Grillo lancia un’invettiva dicendo che il festival fa schifo e che i giornalisti non svolgono più il lavoro che dovrebbero. Continuando poi con Roberto benigni che fa arrabbiare la DC per non parlare degli orchestrali che nel 2010 stracciano le partiture e le lanciano sul palco in disaccordo con giuria e televoto che escludono Malika Ayane premiando invece il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici. Insomma pensando a Sanremo non si possono non ricordare le numerose polemiche nate in tanti decenni di trasmissione. Il Festival riguarda cantanti e canzoni, ma spesso fa parlare di cose che riguardano tutto fuorché gli artisti.

Scandalizzarsi per cose serie

Sinceramente non capisco di cosa si debba essere così scandalizzati ripensando a questa edizione di Sanremo, visto che dovrebbe alimentare le chiacchiere da bar piuttosto che diventare una questione di stato. Mi fanno indignare molto di più numerose notizie che trovo sui giornali in questi giorni ad esempio quella sull’ex premier che afferma: “Io a parlare con Zelensky? Se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato. Non doveva attaccare il Donbass”. La risposta di Zelensky, ovviamente, non tarda ad arrivare: “La sua casa non è mai stata bombardata, i russi non sono mai arrivati con i carri armati nel suo giardino, nessuno ha mai ammazzato i suoi parenti, non ha mai dovuto fare la valigia alle 3 di notte per scappare”. Ecco, la guerra mi fa indignare. Il pensiero che tante famiglie abbiano perso tutto: casa, legami, figli, parenti e amici mi fa accapponare la pelle e, per questo motivo, mi sale una rabbia viscerale, profonda. E pensare che qualcuno nel passato aveva detto MAI PIU’… Mi fa indignare ciò che sta accadendo in Iran ai tanti ragazzi e ragazze che provano con tutte le forze ad opporsi al governo, interessato più al potere in sé che al bene del popolo. Il momento più toccante del Festival, almeno per me, è stata la testimonianza dell’attivista Pegah Moshir Pour che, insieme a Drusilla Foer, ha parlato della terribile situazione nel suo Paese di cui tanti quotidiani sembrano troppo spesso dimenticarsi. Se non se ne parla forse non esiste ed è proprio questa la cosa tragica. Mi inquieta il fatto che si tenda a giustificare qualsiasi azione, anche le aggressioni, derubricandole come risse. Insomma, credo che ci si debba preoccupare e si debba riflettere su molti avvenimenti, ma non sul Festival. Perché Sanremo è Sanremo… e sarà sempre così.

Samuela Piccoli
Nata nel 1973, veronese. Ha lavorato come hostess di terra al Check-in guida turistica al ceck-in dell’aeroporto Catullo di Verona. Ha svolto attività di volontariato in alcune scuole veronesi insegnando italiano a bambini stranieri e presso l’Univalpo (Libera università popolare della Valpolicella) come docente di lingua inglese base. Attualmente lavora presso la Banca Generali e collabora, come pubblicista con il “Basso Veronese”, giornale on line con sede a Legnago. Ha conseguito la laurea Triennale in lingue e culture per l’editoria e la laurea Magistrale in Editoria e Giornalismo

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