Ci troviamo in quattro, non al bar, ma nella sede di Omega aps. Ho chiesto rinforzo a Flavio e a Maurizio, espertissimi di volley. Io non so niente e continuo a chiamarla pallavolo. Lui arriva prestante, tuta e bici, indossa i suoi 60 con destrezza. Rompiamo il ghiaccio parlando di mio fratello e gli racconto che lui guarda un sacco le partite però guarda solo il volley femminile, non mi capacito, lui sorride complice e partiamo. Le domande in realtà le facciamo tutti e tre e Michele risponde pacato calibrando ricordi e modestie. Mi incasino un po’ sulle date ma quarant’anni di carriera sono tanti.

Quando cominci?

Succede una cosa strana a Mogliano (potrebbe essere un buon titolo…) giovani che si entusiasmano per il volley, sia femminile che maschile, nello stesso momento. Mi ricordo Patrizia, Emma, Doriana, Cinzia e naturalmente noi maschietti: Fabrizio, Umberto, Enzo, Redi. Chissà cosa era successo contemporaneamente, le amicizie erano un cemento forte, e molte le conservo ancora. Ma c’erano anche personaggi-stimolo come Romeo Girardi e Ugo De Lazzari. Incredibili. È la fucina da cui esco. Prendo il tesserino prestissimo e alleno all’inizio l’Astori, poi la Polisportiva, poi l’US pallavolo. Vinciamo quattro campionati, dalla 1^div. alla C1, poi la B. Poi…

Fai l’allenatore a tempo pieno?

No, no anzi mi diplomo l’8 marzo 85, vinco il concorso, sono di ruolo dall’86 e divento insegnante. Ci tengo a dirlo, da allora ho sempre insegnato e mi è piaciuto e mi piace anche adesso che sono qui al “Berto”.

Ma il piffero della Sisley comincia ad incantare…

Sì, è vero, per me è una scelta complicata, abbandonavo una bella e calda situazione per l’ignoto. Dovevo costruire il settore giovanile dal nulla e nello stesso periodo dovevo fare la selezione regionale per la federazione.

Uno e trino…

Beh, sì e da allora è sempre stato così, mettere insieme gli impegni societari, quelli federali e il lavoro. Non è stato sempre facile.

No, però la Sisley è una realtà importante anche economicamente.

Sì, ci sono i Benetton. Tutto il volley cambia, entrano finanziatori importanti, Ferruzzi, Berlusconi…, Ci sono i personaggi, i grandi campioni, Zorzi Lucchetta Bernardi. E comunque noi con la giovanile della Sisley vinciamo il primo scudetto giovanile l’anno prima della grande squadra, nel ‘93. C’è anche con noi Alberto Cisolla. E poi ci alleniamo alla Ghirada, un centro sportivo in cui si incrociano rugby, basket e noi del volley. Ci passano i migliori allenatori del mondo. Treviso diventa una capitale dello sport.

No, scusa hai detto Benetton, ebbene parliamo di soldi.

Ti ricordo che il volley, e ti farà sorridere, non è uno sport professionistico e tantomeno lo è il mio settore, quello giovanile. E comunque, se insisti, un vero e proprio trauma ci fu quando Benetton lasciò il basket e la pallavolo. Gilberto lo annunciò in una conferenza stampa, fu uno choc, Luciano (Benetton) tiene in vita il rugby per fortuna. I rapporti con gli allenatori però furono mantenuti e Treviso continua ad essere un serbatoio di giovani talenti che poi finiranno in serie A.

Ma tu allora…

Ah, prima che mi dimentichi, parecchi ragazzi della Ghirada venivano a scuola qui al “Berto”, era più comodo per i trasporti. Simone, sì Simone Anzani per esempio ha fatto il “Berto”, oltre a molti altri.

Con la Sisley vinci di tutto ma adesso tocca alla nazionale. Il tuo destino uno e trino.

Allora comincio con una cosa che lo so suona male. Faccio “i processi selettivi” nel nord Italia. Il mio compito è quello di individuare i ragazzi promettenti (cerco di interromperlo provocandolo sul merito ma non raccoglie…) Però pongo due condizioni: non mollare la società e la scuola. Quindi è un rapporto parziale ma l’anno scorso cambia tutto quando gli allenatori delle nazionali giovanili possono avere il doppio incarico, mi concedono il part-time. E poi, come nei film, ricevo una telefonata…

lo so dove vuoi arrivare! Al personaggio della tua vita: il grande Julio!

Sì a lui, a Velasco. Il più grande allenatore di questo sport. È in più una grande persona. Ci eravamo conosciuti una trentina di anni fa, poca roba, qualche scambio di idee, e poi l’anno scorso mi telefona con un tranquillo “Ciao Michele, adesso non puoi tirarti più indietro” ed eccomi allenatore degli under 18 e poi il mondiale e poi…

Scusa dimmi due parole sul divino Julio, io so solo che è argentino e che stato un fiero oppositore della dittatura militare.

Sì, lui ha rischiato molto da giovane, era un militante e si è salvato solo perché per sbaglio hanno arrestato suo fratello e non lui. Ma nel volley ha trionfato in tutti i tornei, e poi ha un metodo, un carisma che nessuno ha. Ti ricordo la sua celebre frase su “gli occhi di tigre, gli occhi di mucca…”

Beh, a Letta non ha portato fortuna. Vedi Julio in questi giorni?

No, lui adesso è in Argentina e starà tifando come un matto per la sua nazionale di calcio. È un tifoso sfegatato. Ti dico solo che nella avventura di Tbilisi (dopo ne parliamo) ci sentivamo anche un paio di volte al giorno. Ha una visione di gioco più alta, dei lampi di genio, come un faro dall’alto. Non so come spiegarmi.

No, l’abbiamo capito, fa’ gli auguri da parte del “Diario” e digli che a Mogliano ha molte estimatrici ed ammiratori –incalzohai nominato Tbilisi, splendida e poco conosciuta capitale della Georgia. Ho di fronte a me un moglianese che ha vinto un europeo! Ammaliaci.

Mi danno l’incarico l’anno scorso a dicembre, a Natale, e qua comincia una lunga sfida con la Francia. Tieni presente che loro hanno un club nazionale e si allenano sempre, io invece i ragazzi ce li ho solo nei weekend. Prima perdiamo poi a Pasqua li battiamo e dopo arriva Tbilisi.

Prima di continuare, chi sono i più forti al mondo? Parlo di giovanili.

Il Brasile e l’Argentina. Gli americani, ma incredibile non hanno un campionato, però è fortissimo anche l’Iran e poi l’India oltre alle squadre europee. Ma ci sarebbe da dire…

Dai dimmi, tanto poi non la scrivo.

Mi raccomando! La faccenda torbida è quella dell’età. Arrivano in campo ragazzi che sembrano avere molti più anni di quelli dichiarati…

Torniamo in Giorgia, hanno un palazzetto degno di questo nome?

Non solo ce l’hanno ma è anche imponente. Una costruzione enorme proprio da socialismo reale. Facevamo la gara a tirare pallonate verso il soffitto e non ci arrivavamo.

E vinciamo. Proprio con la solita Francia. È un anno formidabile pensa che in quella giornata vinciamo tre titoli europei e poi vinciamo anche quello femminile. Incredibile. Il 17 luglio, pensa tutte le squadre giovanili d’Italia…

E Michele Zanin diventa una celebrità!

Ma no rimango sempre un insegnante moglianese, orgoglioso dei suoi ragazzi, questo sì.

Sei troppo perbene. Dimmi qualcosa di acido, altrimenti mi annoio

Ma no… Anzi sì. Di una cosa mi lamento, mancano le strutture per fare sport e quelle che ci sono non sono all’altezza. Ti faccio un esempio. A Treviso, nonostante i successi, non c’è un palazzetto dello sport. E nel mio piccolo anche la palestra del “Berto” è un po’ lasciata a sé stessa. Gli spogliatoi per esempio…

Faccio nostre le sue osservazioni, chissà se Mogliano un giorno…

Devo concludere con una domanda intelligente, lunga e articolata:

E adesso?

Nel ‘23 ci sarà un nuovo campionato mondiale e non so neanche dove lo faranno (potrebbe essere l’Argentina).

Questa modestia per uno che ha vinto 14 scudetti mi disarma. Si alza, Maurizio e Flavio gli fanno delle domande tecniche sull’allenamento ma la mia soglia di attenzione di non sportivo è già logorata. Noto con piacere che non è alto come quegli stangoni dei suoi giocatori e quindi mi è più simpatico. É venuto in bicicletta, ancora più simpatico. Ci salutiamo e prometto di guardare in tivù qualche partita. Non solo femminile come mio fratello.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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