Un libretto piccolo, minuto, ma molto, molto interessante si aggira per le nostre librerie moglianesi (e non solo) da qualche settimana. Una copertina blu notte con un simbolo rosso fuoco sotto il titolo. Un titolo strano che non può non essere definito accattivante: “Dio è esistito come i dinosauri, poi si è estinto. Un sottotitolo significativo che ci offre una spiegazione: Considerazioni sull’esistenza di Dio e sulla relazione che l’essere umano ha con il divino.

Benito Madonia

L’autore è Benito Madonia, certo non sconosciuto ai moglianesi (e non solo), non tanto perché a Mogliano abiti ormai da circa vent’anni (proviene dalle Marche), ma perché è solito allietarci frequentando le nostre piazze e i parchi delle nostre ville, specie in estate, con la sua bella voce e le sue canzoni, accompagnato dalla chitarra e da altri musicisti particolarmente talentuosi. Musicista, dunque, cantautore, ma anche pittore (una sua personale è stata allestita di fianco al “Brolo” solo alcuni anni fa…: pittura informale, astratta, per intenderci). Uomo dalle molte sfaccettature, dunque, Benito Madonia, unite tutte dalla passione.

Ma torniamo al libro.

Non pensate di scoprire un “saggetto” ordinato dall’a alla zeta; già il titolo, come abbiamo visto, è spiazzante: richiama la risposta della nipotina frequentante il catechismo ad una domanda precisa di Benito: credi in Dio?

Egli parte da quella risposta, ne fa il titolo delle sue riflessioni e la trasforma in occasione per sviluppare temi… da brivido.

In realtà, per Benito Madonia, tutto è unito, maledettamente, anzi “benedettamente” unito; non esistono, se non nella nostra mente, parti a sé, staccate, scisse: spirito, corpo, anima, mente, spiritualità, sono un tutt’uno inscindibile.

È che per farsi capire è costretto per forza (come tutti) a dirimere, scindere, spezzettare (almeno un po’) e allora, ad esempio, ci parla della preghiera e dopo averci spiegato che essa rappresenta la pratica ideale per “superare il caos dei nostri pensieri” e “raggiungere la nostra parte più profonda”, dopo aver confrontato il modo di pregare di varie religioni, ci racconta (e queste confessioni sono forse tra le parti più belle, più vere) uno dei suoi particolari modi di pregare, quello che, fin da bambino, si è espresso attraverso il canto (arriva in suo soccorso, a questo punto, nientemeno che S. Agostino, ricordando a lui e a noi che “Chi canta prega due volte”).

E in questa chiave il nostro autore prosegue, affermando, ad esempio, che Gesù, con quel “Io sono la via la verità e la vita”, offre ad ognuno di noi, portatori della nostra personalissima verità (e dei nostri personalissimi talenti), la possibilità di muoverci liberamente verso di Lui (“universo che comprende tutti gli universi”), vivendo e realizzando così pienamente noi stessi. Non mancano alcune vere e proprie “folgorazioni” come quando, parlando del Paradiso Terrestre, ce lo descrive come il luogo in cui Adamo ed Eva, come due fanciulli, si aggiravano senza malizia ma anche privi della benché minima consapevolezza. Ma come potevano mai apprezzare, si chiede il nostro Benito, il “bello” senza aver conosciuto il “brutto”? Come potevano mai apprezzare fino in fondo i doni che Dio aveva loro così generosamente elargito? Ecco allora, ci suggerisce Benito, che Eva “spinge” Adamo, più che verso il peccato, verso la “conoscenza” che li porterà necessariamente ad attraversare anche l’esperienza del peccato; Dio, insomma, ha in fondo “favorito” il processo evolutivo dell’uomo ponendolo in una condizione di libertà (massimo dono del Suo amore); così facendo, però, forse, Lui stesso ha dato anche a Sé il modo di evolvere: l’uomo non è forse stato creato a Sua immagine?

Per non parlare del rapporto che Benito stabilisce tra Eva e la Madonna, facendo dialogare queste due figure tenute di solito rigorosamente distinte dalla tradizione.

Ma è tempo ormai di lasciarvi “liberamente” incamminare verso la libreria più vicina per acquistare questo piccolo ma stimolante libriccino che Ben Madonia ha voluto regalarci per contribuire a favorire almeno un po’ la sua e la nostra… evoluzione.

Buona lettura.

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