È stato decisamente ricco di riflessioni ed interpretazioni innovative l’incontro-conferenza tenuto, il 22 ottobre scorso, dal giornalista e opinionista Antonio Gnoli e la giurista e storica del mondo antico Eva Cantarella sul tema “Gli sconvolgimenti mondiali e i Miti greci”, nell’ambito del “Festival della Politica di Mestre”, che incluso nella rassegna: “Piccoli Apocalissi crescono” (curata dallo stesso Gnoli)[1] ha riscontrato la presenza di un pubblico attento e partecipe. Durante l’incontro Cantarella e Gnoli hanno discusso sulle   tematiche inerenti al rapporto che intercorre tra il mito e la realtà storica. Basandosi sul più recente libro pubblicato dalla studiosa: “Sparta e Atene” (Autoritarismo e Democrazia, Torino, Einaudi, 2021)[2] in modo da analizzare gli aspetti storico- antropologici e non di meno legislativi del confronto tra le antiche città – stato greche Sparta e Atene, quale lente di ingrandimento per riflettere dentro e fuori la storia, sul valore universale, polivalente e talvolta ambiguo del mito. In base al quale sono stati ripercorsi i contenuti delle rispettive Costituzioni delle due città, alla luce delle interpretazioni rielaborate dal Nazifascismo, che in funzione della sua atroce ideologia non poteva che prediligere il modello spartano opportunamente manomesso da Goebbels ed Hitler e mescidato con passi tratti da: “Germania” di Tacito, per propagandare, il mito dell’“uomo nuovo” di tradizione ariana. Così come sarebbe successivamente accaduto alla Russia, che negli anni della “Guerra fredda” (1947- 1991) veniva considerata l’erede di Sparta, rispetto all’ America che ovviamente incarnava per contrapposizione il modello di Costituzione ateniese. Per poi tornare, più di recente da G.W. Bush sino a Trump a quello spartano, ovviamente legato al mito della reinvenzione del corpo e della superiorità fisica, alla quale Putin e il suo mito della attuale Russia sono tutt’altro che estraneo, per via dell’ideologico e becero riadattamento del mito spartano contro l’Ucraina.  Tutto questo è ovviamente legato a stereotipi storiografici, che nel corso della conferenza sono stati adeguatamente analizzati dalla Cantarella e in qualche caso, se non smontati, quanto meno ridimensionati fortemente. Soprattutto analizzando le stesse contraddizioni presenti nell’ identità greca delle due polis.

Cosa non di meno riscontrabile in merito a quanto la studiosa ha detto sulla condizione della donna, rispetto alla quale ha puntualizzato che non era affatto vero che le donne ateniesi vivessero meglio di quelle spartane, stigmatizzate come donne troppo libere e addirittura “mostracosce” (più precisamente “fenomeridi”, stando a quanto ci dice Aristotele nella sua opera assolutamente di parte: “La Costituzione degli Ateniesi”[3]).

Eva Cantarella
Antonio Gnoli

Così come è risultata non meno interessante la reinterpretazione in chiave giuridico- letteraria della figura di Antigone, che al di là della fantasia del tragediografo Sofocle, più che rappresentare il più o meno insanabile conflitto tra le leggi della natura e dei sentimenti, rispetto a quelle degli uomini. Risulterebbe di fatto una donna, che vuole seppellire il fratello Polinice, per una personale concezione dell’affetto e della morte nei confronti di un uomo, col quale ha sì dei legami di sangue, ma che nel contempo è un traditore delle leggi e per questo il re di Tebe, Creonte, lo ha punisce con la morte, negandogli altresì la sepoltura. Tesi   altresì avvallata, ha puntualizzato Cantarella in base al fatto che Antigone manifesta per Polinice un affetto che va oltre quello che dovrebbe provare per i suoi figli e per la sua famiglia[4].

Quanto al presunto mito della maternità assistita a Sparta, è stato messo in risalto che le donne spartane non avevano alcuna autonomia verso i figli, dal momento che sin dalla tenera età di sei anni, non appartenevano più a loro, ma alla comunità, in quanto andavano a vivere in apposite strutture (ghennai), nelle quali erano destinati a trasformarsi in soldati dell’esercito. E anche se potevano sposarsi a venti anni, la sera dovevano tornare a dormire con i compagni e obbedire agli ordini dei superiori per il resto della loro vita. Le madri in sostanza erano sicuramente celebrate, ma come simbolo evocativo del sacrificio del guerriero, che portando lo scudo in guerra, sarebbe tornato al cospetto della madre o impugnandolo ancora, oppure morto e disteso su di esso[5].

Insomma un’educazione basata altresì sull’ idea che per difendere Sparta fosse sufficiente il valore dei suoi abitanti e seguire i principi dell’educazione (paideia) di Licurgo, basati, oltre che sulla eugenetica ante litteram, (Licurgo secondo Plutarco prevedeva il diritto di morte per i bambini ritenuti inadatti alla vita), sulla rigida disciplina militare. Secondo le tecniche dell’indurimento, celebrate non di meno da Platone. In base ad una logica educativa propria di una comunità che contemplava il senso di un’educazione permanente e reciproca, che metteva sullo stesso piano i rapporti omoerotici maschili e femminili.

Non meno interessante è risultata infine la riflessione sul matriarcato, che di fatto nell’ antica Grecia e in buona parte dell’Occidente avrebbe avuto vita difficile, laddove non impossibile, stando a quanto testimoniatoci dallo storico Erodoto, riguardo alla vicenda della regina Tomiri[6], esempio non di meno emblematico di sottomissione e desiderio di vendetta al tempo stesso. In base al quale, ha concluso Cantarella, il matriarcato se è esistito, non ha saputo dare delle risposte migliori rispetto alle logiche di prevaricazione e di potere proprie di quello maschile. Si tratta di donne sicuramente eccezionali, ma non caratterizzata da una maggiore umanità. 

Per concludere un incontro-intervista finalizzato ad aprire orizzonti decisamente interessanti sul piano della divulgazione della cultura classica, in modo conforme alle direttive con cui Eva Cantarella ci ha abituato, attraverso i suoi saggi, in qualche caso forse discutibili, ma assolutamente innovativi e in grado di aprire più di una prospettiva inedita, riguardo al mondo della classicità greca e non di meno latina. 


[1] che ha visto quest’ anno come protagonisti: l’architetto e scultore Mario Botta, lo psicanalista Luigi Zoja e Franco Farinelli Docente Universitario il presidente dell’Associazione Geografi italiani, 

[2] Tra le numerose altre pubblicazioni  ricordiamo Secondo natura. La bisessualità nel mondo antico, Roma, ( Edizione più recente Milano,   Feltrinelli, 2016., Donne romane da Tacita a Sulpicia,   Milano, Feltrinelli, 1996,   Ippopotami e Sirene. I viaggi di Omero e di Erodoto, UTET, 2014, Perfino Catone scriveva ricette. I greci, i romani e noi, Collana Feltrinelli, Milano, 2014, Non sei più mio padre. Il conflitto tra genitori e figli nel mondo antico Milano, Feltrinelli, 2015, , Come uccidere il padre. Genitori e figli da Roma a oggi, Milano, Feltrinelli, 2017, Gli amori degli altri. Tra cielo e terra, da Zeus a Cesare, Collana I fari, Milano, La nave di Teseo, 2018, Le donne e la città. Per una storia della condizione femminile, New Press, 2019.

[3] Aristotele: “La Costituzione degli Ateniesi”, Milano, Rizzoli, 1999.

[4] Sofocle: “Antigone”, Milano Rizzoli, 2013,

[5] Plutarco: “Apoftegmi spartani”, in Moralia, Milano, Bompiani, 2021

[6]   Cfr Erodoto: “Le Storie” Libro 1 (e 2), Milano, Rizzoli, 1984, in cui ci narra di Tomiri, regina dei Massageti (popolo attuale Afghanistan)  nel VI Sec a.c. dopo avere rifiutato l’ amore di Ciro, le fa uccidere  a sua insaputa  il figlio Pargapise, lei convinta che il figlio sia ancora vivo si dichiara disposta a sposarlo e al suo rifiuto marcia contro di lui e lo uccide, facendolo affogare in una botte di sangue, se mi restituisci mio figlio vivo, si dichiara disposto a sposarlo. Lui dice no, lui gli uccide il figlio allora lei marcia e combatte, e uccide Ciro, recupera il cadavere di Cipro e lo mette in un otre di sangue e così lo fa affogare. È una donna eccezionale, Da qui a dire che avesse il senso dell’umanità è falso.

Stefano Stringini
Docente di Lettere presso il Liceo G. Berto di Mogliano. Ha pubblicato alcuni libri di Poesie: “Emermesi” (Pescara, Tracce, 1986), “Breviari, Taccuini e Baedekers” ( Bologna, Andomeda, 1992), “Rimario d’ Oltremura” (Chieti, Noubs, 1997) e vinto qualche Premio, l’ ultimo è stato quello conferitogli dall’ “Istituto Italiano di Cultura di Napoli.” (2019) Ricercatore sonoro (rumori, parole e musica) è istruttore di Hata Yoga e tiene Workshop di scrittura creativa con i Tarocchi.

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  1. Treviso 03 11 2022 – Ricordi scolastici da Cicerone:«Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis». Complimenti per l’Articolo…

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