Non hanno perso tempo, non perdono tempo. Avevo pensato ieri, rifacendomi a due disegni di legge depositati rispettivamente dal senatore Gasparri di Forza Italia e dal senatore leghista Massimiliano Romeo.
È del 13 ottobre la proposta di decreto legge Gasparri che vuole modificare l’art. 1 del Codice civile e un altro che prevede l’istituzione il 25 marzo come “Giornata della vita nascente”, per promuovere la consapevolezza del valore sociale della maternità e della solidarietà tra generazioni. In occasione della Giornata lo Stato, le Regioni e gli Enti locali dovranno organizzare e promuovere “manifestazioni pubbliche, cerimonie, incontri, momenti comuni di informazione e di riflessione, anche nelle scuole di ogni ordine e grado, al fine di diffondere informazioni sulla gestazione, sulle comunicazione e interazione relazionale precoci tra madre e figlio, sulle cure da prestare al nascituro e alla donna in stato di gravidanza, sui diritti spettanti alla gestante, sui servizi sanitari e di assistenza presenti sul territorio, sulla legislazione sul lavoro a tutela della madre e del padre, nella prospettiva di far emergere tutta la positività dell’esperienza genitoriale”.
Il testo di Gasparri chiede di intervenire sull’articolo 1 del Codice civile, che, nella sua versione attuale, recita: “La capacità giuridica si acquista dal momento della nascita. I diritti che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”. Il testo depositato dal senatore di Forza Italia recita: “Ogni essere umano ha la capacità giuridica fin dal momento del concepimento. I diritti patrimoniali che la legge riconosce a favore del concepito sono subordinati all’evento della nascita”.
Cosa significa? Attribuire “capacità giuridica” all’embrione fin dal concepimento. Quindi, se il decreto passasse, la donna che interrompesse la gravidanza POTREBBE ESSERE CONSIDERATA un’assassina. Diciamo le cose come stanno. Una genialata. Non si tocca la 194, si rende impossibile praticarla.
Il senatore leghista Massimiliano Romeo, ha riproposto un ddl della scorsa legislatura che prevede, tra l’altro, la riforma dei consultori che “[assicurino] la tutela della vita umana fin dal suo concepimento”, “[forniscano] ogni informazione necessaria sul concepimento, sulle fasi di sviluppo dell’embrione e sulle tecniche attuate in caso di interruzione volontaria della gravidanza, avvalendosi di personale medico e ostetrico anche obiettore di coscienza” e “si [avvalgano], attraverso appositi regolamenti e convenzioni, della collaborazione delle associazioni operanti a difesa della vita”.
La presidente del consiglio Meloni ha più volte negato, durante la campagna elettorale, di voler abolire e modificare la legge 194 che consente l’interruzione volontaria della gravidanza in Italia, ma di volerla applicare pienamente e di volerla rafforzare nelle parti in cui la legge parla di «tutela sociale della maternità».
Ha negato che in Italia ci siano problemi di accessibilità all’interruzione di gravidanza, e ha difeso l’obiezione di coscienza. Sono 31 (24 ospedali e 7 consultori) le strutture sanitarie in Italia con il 100% di obiettori di coscienza per medici ginecologi, anestesisti, infermieri e OSS.
Quasi 50 quelli con una percentuale superiore al 90% e oltre 80 quelli con un tasso di obiezione superiore all’80%. https://www.infodata.ilsole24ore.com/2022/06/16/come-sta-andando-la-194-i-risultati-
L’obiezione è impossibilità di accedere alle strutture pubbliche per usufruire di una LEGGE DELLO STATO.
Per inciso. E’ del 15 ottobre la notizia riferita dal quotidiano la Repubblica: Il carico di lavoro di ginecologhe, ostetriche e anestesisti. L’assenza di supporto psicologico. A soffrirne di più è anche chi aspettava un bambino e che per complicazioni non può più averlo. Come Giulia che ha raccontato la sua esperienza: stare nella stessa stanza insieme a chi stava dando alla luce un bambino
Ha continuato a rassicurare Meloni, anche se non dimentichiamo che in un passato non molto lontano assieme all’allora vice presidente del Consiglio Matteo Salvini, al ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana, al ministro dell’Istruzione Marco Bussetti, al senatore della Lega Simone Pillon, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al sindaco di Verona Federico Sboarina partecipò a Verona nel 2019 al XIII Congresso Mondiale delle Famiglie World Congress of Families, che riunisce «il movimento globale» antiabortista, antifemminista e anti-LGBTQI: divorzio, omosessualità, autodeterminazione delle donne i nemici di una società «moralmente fondata». Non dimentichiamo, anche perché eravamo presenti a Verona, in un buon numero da Mogliano, alla manifestazione organizzata da NONUNADIMENO. Un lunghissimo corteo (stima della questura 25mila persone 50mila secondo le organizzatrici) per dire no a questa visione patriarcale del ruolo della donna nella società, perché di questo si trattava, si tratta.
Per chi volesse approfondire l’argomento: Viaggio tra i movimenti ultracattolici di destra cui si ispira il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Dal Movimento per la Vita nato negli anni Ottanta a “Difendiamo i nostri figli”, da “Generazione famiglia” a “Citizen go”, i nomi e le storie dei pro-vita italiani.
PRONTE? VIA!
Non avevo immaginato che sarebbe potuto accadere quello che oggi sappiamo. E che sarebbe stata proprio la prima donna presidente del consiglio a dare consistenza e a spianare la strada ad orientamenti sessisti presenti nei decreti Gasparri e Romeo. Ora che conosciamo la lista di ministre e ministri ci sentiamo fortemente preoccupate. Meloni ha designato 6 donne ministre. I ministri sono 17. Parità?
Si era diffusa la voce di una possibile soppressione del ministero alle Pari Opportunità, non è accaduto. Meloni ha saputo fare di meglio. Fedele a Dio Patria Famiglia ha scelto, secondo questo principio, Eugenia Roccella di Fratelli d’Italia quale ministra alla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità.
E’ stata nominata la persona più opportuna.
Roccella è contro il biotestamento, le unioni civili, le sentenze che abbatterono la legge 40, la fecondazione eterologa e la diagnosi pre impianto, la pillola abortiva Ru486, le famiglie arcobaleno, i diritti Lgbtq+, il reato di omofobia, il divorzio breve, il suicidio assistito e l’eutanasia. Ritiene inoltre che l’aborto non sia un diritto.
Da sottosegretaria al Welfare, nel quarto governo Berlusconi, si batté contro Beppino Englaro che chiedeva di far morire legalmente sua figlia Eluana in stato vegetativo da 17 anni. È stata tra le prime firmatarie del referendum per abolire le unioni civili nel 2016. Del resto, fallito.
Meloni ha vinto su tutti, i maschi. Ha dimostrato che per comandare è necessario far proprie logiche, comportamento, linguaggio della cultura patriarcale e si è circondata da donne che hanno i suoi stessi riferimenti culturali. Ci pensano loro al nostro velo.
Bernini. Forza Italia. Nel 2013 quando la maggioranza del parlamento votò a favore della decadenza di Berlusconi, lei decise, insieme ad altre sue colleghe come Maria Elisabetta Alberti Casellati, di vestirsi completamente di nero, considerando la decisione come un «lutto per la democrazia».
Casellati. Forza Italia. Contraria alla fecondazione eterologa, ha firmato una proposta di legge per abolire la legge 194, si è detta favorevole alla riapertura dei bordelli, si è opposta alla legge che regolamenta le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
Locatelli. Lega. Sostenne un provvedimento approvato dalla giunta di Como che vietava a senzatetto e persone che chiedevano l’elemosina di stazionare in centro città. Locatelli ha spesso attaccato le ong che soccorrono le persone nel Mediterraneo, criticando quello che ha definito «il business dell’accoglienza»
Santanché. Fratelli d’Italia. Nel 2017, mentre era ospite al programma di La7 L’aria che tira, raccontò di avere sul comodino «una bellissima testa del duce in legno».
https://www.ilpost.it/2022/10/21/ministri-governo-meloni/senate-confidence-vote-7/
Nel frattempo, altre donne sono state assassinate.. 76 vittime da gennaio.
Che ne dite? Che sia il caso che ci togliamo il velo anche noi?