Luciano Cecchinel è poeta plurilingue: scrive nella parlata rustico-arcaica di Revine-Lago («scođraž žòt žabot»); in un italiano letterariamente connotato e di ascendenza illustre («Va in argento la torba e senza velo» risillaba «Dolce e chiara è la notte e senza vento»); in inglese (i numerosi passi di Lungo la traccia e di Da una sponda all’altra); in francese (le tre quartine di Juvénile, in Da un tempo di profumi e gelo).

A oggi, la produzione poetica di Cecchinel vanta ben otto titoli: Al tràgol jért, l’esordio, in dialetto (l’edizione del ’99 è impreziosita da uno scritto molto puntuale di Andrea Zanzotto ), attesta la fine della civiltà rurale e il progressivo scollamento da una dimensione di natura ancora disponibile all’incanto e alla fascinazione; Lungo la traccia (2005), in lingua per la gran parte dei testi, narra di un viaggio di scoperta delle proprie origini sotto l’egida tematica dell’esodo italiano oltreoceano; Perché ancora (2005) e Le voci di Bardiaga (2008), essi pure sostanzialmente in lingua, articolano una riflessione sulla Resistenza, oscillante fra spinte utopiche e contrapposizioni ideologiche; Sanjut de stran (2011), interamente in dialetto come Al tragol jért, è un resoconto di viaggio allucinato, attraverso territori onirici e invisibili, governati da oscure presenze ctonie; il dittico di In silenzioso affiorare (2015) e Da un tempo di profumi e gelo (2017), perlopiù in italiano, definisce un dominio di affetti e ricordi privati, in cui atmosfere eteree fanno da specchio deformante a gesti e accadimenti quotidiani; infine Da sponda a sponda (2019; Premio Viareggio-Répaci 2020), dopo aver sottoposto a dolorosa verifica il mito americano, cresciuto nelle storie di famiglie e nei libri, registra l’intervenuta presa di distanza dalla terra di emigrazione degli avi.

Ha scritto di lui Cesare Segre: «Con Cecchinel siamo al livello più alto della poesia. Se si riesce a sottrarsi alla magia della sua invenzione, restano altrettanto potenti nella sua poesia i valori formali. Grande artista, ma anche grande artefice».

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