In questi giorni sono accadute tante cose, in tanti modi ed in tante direzioni. Si potrebbero esaminare una per una, con attenzione e puntiglio. Mi permetto di usare un altro metodo. Voglio cioè trarre alcuni insegnamenti, alcune conseguenze da ciò che è accaduto.
Sono ovviamente del tutto parziali e personali ma tant’è. Darò brevi titoli.
Elogio dell’ignoranza.
Ho constatato come decine di persone, se non di più, abbiano discusso di alleanze e di incroci tra forze politiche senza aver minimamente cognizione di merito sulla legge elettorale. E questo soprattutto nel Centro Sinistra. Ben pochi ad esempio sapevano della differenza tra l’accordo del PD con Azione e Europa+ e quello, sempre del PD, con Sinistra Italiana e Verdi. Il primo era accordo di merito, politico, per governare e quindi impegnativo in ogni passaggio. Il secondo era, come prevede la legge, solo accordo elettorale di candidature e posizionamenti privo però di programmi e idee di governo. Un unico obbiettivo esplicito: la difesa della Costituzione. Un accordo questo quindi solo tecnico. Del resto oggi si scopre che Calenda fa guadagnare un certo numero di seggi alle Destre con la sua rottura dell’accordo con il PD ma, in realtà, si sapeva perfettamente anche prima.
Benedetta ideologia.
Il Centro Sinistra lavora soprattutto con programmi la destra no. Si sono invertite le parti. La destra è ideologica e quindi ha i suoi “no” a priori o i suoi “si” alla storia, ai diritti, alle relazioni umane e così via a partire dai migranti e dalle tasse cosiddette uguali per tutti (mio Dio, ma la gente non capisce?). La sinistra propone leggi e testi più o meno impegnativi.
Traduco: in una società assolutamente complessa il centro sinistra si dimostra spesso programmatico e di conseguenza complesso e di problematica comprensione. La destra è facile, taglia con l’accetta i diversi temi e vuole essere comprensibile anche se banale.

Giuda.
C’è stata una grande interpretazione nel compiere “l’Azione” che ha portato alla rottura con il PD da parte di Calenda. Addirittura con il bacio sulla guancia finale. Mi rimane solo una curiosità irrisolvibile. Tutto calcolato fin dall’inizio?
Tendo a dire di no ma Calenda non ne sia contento: è peggio.

Calcolo politico.
Non ho dubbi, Conte si è rivelato un politico bravo e cinico. Ha infatti rotto un governo senza annunciarlo a partner ed amici, ha evitato incontri e confronti, ha fatto la parte dell’escluso e di colui che tutti rifiutano. E lo ha fatto con intelligenza con l’obbiettivo di recuperare gli antistato, gli antitetici alla politica ed alle Istituzioni e coloro che non stimavano la politica di Draghi.
Non si è mai detto, in questa fase, di sinistra o destra – anche se è, ritengo, di sinistra perché ciò permette di riunire a se i diversi odi e le diverse delusioni. È però ora anche il nemico dell’estrema sinistra che gli è competitiva ma sa che fino ad ora ha salvato il salvabile ed il suo “Grillo” continua ad averlo per la testa.

Destra
Silenziosa, sorridente, attenta ai collegi, attrattiva. Poverissima di progetti e programmi ma importa poco, anzi è dannoso e dividente.
Se ne parlerà dopo. Tutto logico, tutto scontato ma anche tutto deludente. Ma la Meloni pensa che è meglio vincere deludendo che non vincere.

Società.
Sempre più delusa dalla politica, sempre più lontana. Ma non tutta. Quella che conta è affascinata e può discutere, dividersi e ricomporsi.
L’altra no. C’è un mondo deluso, distaccato, stufo, messo ai margini, esacerbato, stanco. È il mondo di chi fa i conti materialmente o spiritualmente con la realtà economica e sociale o con il “potere” nelle sue espressioni peggiori.
Ma c’è una novità in me. Mi sta perfino stretto Gramsci con l’ottimismo della volontà.

Tempi.
Ridicoli, due mesi. Caldi, in piena estate.
Mal impostati, con le vacanze e il riposo. Almeno si fosse votato in autunno avanzato. Ma no, non era possibile. Tanto a chi interessa quanti vanno a votare?
E l’America insegna: pochi ma buoni, secondo le loro tradizioni di partecipazione.

Programmi.
Ancora seminascosti ma invito a cercarli sebbene con il lumicino.
Bisognerà pure dare un perché a quella mano che il 25 settembre scriverà qualcosa sulla scheda!
Io lo farò ed ho già scritto dove li troverò.

Infine… Due consigli per l’uso.
Innanzitutto “dubito ergo sum” e cioè non farsi mai ingannare mantenendo un sano dubbio nel cervello capace di decodificare gli inganni.
E poi? E poi “cogito ergo sum” perché il pensiero oggi è nemico della faciloneria e delle sciocchezze che molti vorrebbero sulle nostre tavole.
Dimenticavo.
Manca un ingrediente.
Un po’ di possibile fortuna.
Maurizio Cecconi
Veneziano, funzionario del PCI per 20 anni tra il 1969 ed il 1990. Assessore al Comune di Venezia per quasi 10 anni è poi divenuto imprenditore della Cultura ed è oggi consulente della Società che ha fondato: Villaggio Globale International. È anche Segretario Generale di Ermitage Italia.

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