Quelle di questo settembre potrebbero essere le prime elezioni politiche dove il tema della crisi climatica ricoprirà una posizione quantomeno rilevante. Sarà la terribile siccità che ci affligge quasi da inizio anno, saranno le temperature superiori ai 35C per giorni e giorni, saranno, anche, le sempre più incisive mobilitazioni di cittadini (come il “campeggio climatico” a Torino o gli attivisti incollati ad alcune delle più famose opere d’arte) …

Dunque, le prime elezioni climatiche.

Questo ci dovrebbe rassicurare? Possiamo confidare che i nostri rappresentanti manterranno le promesse e concretizzeranno la transizione ecologica?

Temo proprio di no.

Partiamo dalla storia recente, anzi recentissima: il governo Draghi, quello che doveva essere il governo della “transizione ecologica ad ogni costo” e del “buona moneta ma anche buon Pianeta”. Ecco, nonostante le belle parole, nonostante l’istituzione del Ministero della Transizione “ecologica”, il governo Draghi è risultato peggiore del precedente (che perfetto non era…) nell’affrontare le tematiche ambientali e climatiche, secondo ogni dato. Tanto che l’Italia rischia ancora di essere condannata dall’UE per essere in ritardo nel recepire la Direttiva sulle energie rinnovabili.

Ho il timore che la prossima legislatura continuerà sulla stessa linea, che oltre alle belle parole nel concreto quasi nessun partito abbia intenzione di agire sul serio per tagliare drasticamente le emissioni. Quasi nessuno avrà il coraggio di mettere in discussione i dettami di ENI e SNAM nelle politiche energetiche, nè avranno il coraggio di riconvertire l’economia togliendo posti di lavoro dalle industrie fossili e automobilistiche, per darli ai settori delle energie rinnovabili e della riqualificazione edilizia. Gli mancherà senz’altro il coraggio, infine, di mettere in discussione il dogma della crescita economica infinita come unico modo efficace di ottenere benessere e occupazione.

Vi potreste chiedere: dici quasi nessuno, perché sei pronto a suggerire qualche partito realmente affidabile?

In realtà no. Da un lato perché non mi sembra giusto dirvi chi dovreste votare, dall’altra perché qualsiasi coalizione andrà al governo, non intraprenderà nessuna azione ambiziosa senza un forte consenso e una forte spinta da parte della popolazione: ogni tipo di manifestazione di protesta sarà essenziale. La nostra voce dovrà essere più forte di quella di tutte le corporation.

Giorgio Parisi

Abbiamo almeno un importante segno positivo a rafforzare la voce di noi attivisti, che proviene da due importanti appelli lanciati alla politica in questi giorni: uno è quello della comunità scientifica, promosso dal Nobel Giorgio Parisi che ha già raggiunto oltre 60 mila firme; l’altro è quello, più generale, lanciato dalla “società civile” (un insieme di enti del terzo settore e imprese) ovvero un’alleanza “trasversale ed inclusiva” che chiede alla politica maggiore responsabilità nei temi della sostenibilità ambientale e sociale, del welfare, del lavoro e molto altro.

Vediamo che le persone che desiderano sinceramente un miglioramento collettivo della nostra società esistono e sono anche numerose.

Tutto sta nel non essere coperti dal baccano di personalismi ed egoismi e negazionismi, per l’ennesima volta.

Samuele Campello (Ribelli all'Estinzione-Mogliano)
Mi chiamo Samuele, ho 20 anni, vivo a Mogliano e sto frequentando la facoltà di ingegneria per l’ambiente a Padova. Ho frequentato il liceo scientifico G. Berto. Da un anno sono attivista nel gruppo Fridays For Future e “Ribelliamoci all'estinzione” Mogliano. Ho iniziato alla scuola media ad informarmi su alcuni problemi ambientali, ma oggi ho capito come essere informati non sia più sufficiente; per me infatti l’attivismo è l’unico mezzo per alleviare la mia frustrazione per la spregiudicata distruzione della natura e l’incertezza del futuro.

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