Lappuntamento è da Anna, alla gelateria, sotto le fresche frasche potremmo chiacchierare in pace. Poi invece la dirotto allinterno del locale perché fuori c’è troppo chiacchiericcio domenicale e poi perché sono una piaga (ci sono le zanzare). Lei Vitalia, è sempre uguale negli anni, composta nel linguaggio, nel portamento, perfino nei capelli. Macina con dolcezza le sue opinioni ma ti accorgi che di dolce hanno solo il lessico e che invece sono decise e taglienti con la nostra società. Niente spritz solo unacqua con la menta e un orzo per me, lungo per giunta.

1- Per trent’anni pediatra a Mogliano, conoscerai mezzo paese…

Mi sono laureata nell’ ’80 e sono arrivata a Mogliano per… amore. Che strano, per tantissimi anni sono stata qui nel paese conoscendo solo i bambini, ignorando tutto il resto. Chiusa nell’ambulatorio, consulente per le aziende, famiglia, studio… Ho cominciato presto a fare formazione per i colleghi a livello locale, regionale e poi sono stata tra le prime ad usare il computer nell’ambulatorio. Era l’ottantotto se non sbaglio.  Una volta con la tastiera davanti ad una mamma ho ricordato che era solo… la quarantesima volta che ci vedevamo quell’anno.

2- C’era anche mia figlia tra le piccole pazienti. Hai rimpianti di quella stagione?

Mi ricordo della tua Giovanna che aveva le ganascette rosee.

Sì, mi mancano i bambini, il loro coinvolgimento è insostituibile. Comunque, a livello personale e gratuito continuo per gli amici e per i colleghi a fare la pediatra-amica… quella con cui puoi scambiare due parole sul frugoletto.

[Non le dico niente sulle guancette rosee, Giovi ci ha steso sopra quintali di fard o di altre creme per sembrare meno sana…].

3- Il momento della pensione è stato duro?

No, solo dal punto di vista finanziario se vuoi, ma dal punto di vista personale no. Sono andata in pensione nel 2010 ma già da qualche anno mi ero avvicinata al volontariato, iniziavo ad emanciparmi dalla routine del lavoro. Inoltre, ho continuato e continuo a fare consulenze scientifiche per varie aziende. Questo lavoro di ricerca mi ha aiutato a rallentare l’invecchiamento professionale.

[A questo punto, succede sempre, faccio la domanda sbagliata].

4- Poi cambi vita, la tua seconda o terza, e cominci a guardare oltre Mogliano

No guarda che è il contrario. Dal 2005 guardo “dentro” Mogliano. Mi muovo, conosco brave persone e gruppi impegnati proprio qua dentro il paese.  Prima solo lavoro e famiglia…

[E a questo punto viaggiamo. Dalla gelateria di Anna prendiamo il volo transcontinentale della solidarietà].

5- Iniziamo da vicino, scherzo, ti occupi dell’Etiopia. Come, quando e perché?

È una storia avventurosa. Comincia della mia passione per le piante medicinali. E da un viaggio di mio figlio [dopo ci occupiamo di lui] che stava in Etiopia come cooperante. Ha un collega che le studia e che vuole utilizzare queste piante medicinali per farne creme lenitive per i locali e usare le loro erbe… Iniziamo e inizio con un frullatore, mi aiuta il farmacista del tuo quartiere [Aldo Cacco, farmacia della Marca] e mi danno una mano in tutta l’operazione anche “gli Amici del parco“. Citali, per favore, sono persone stupende. Facciamo il prototipo, usiamo il timo di quelle parti, la sperimentiamo, funziona bene per le dermatiti e la tigna. Riusciamo a produrla in Etiopia su scala un po’ più ampia, non ti dico la fatica a convincere i doganieri a far passare i macchinari. Adesso la prepara la farmacia universitaria di Debre Bharan.

L’associazione con cui collaboravo e collaboro ancora è IPO [me lo scrive, non si fida, ha ragione, della mia memoria] ma non ci siamo limitati a questo, con un collega dermatologo etiope e un volontario di IPO abbiamo messo su una clinica dermatologica mobile con la quale ci spostavamo nei villaggi sperduti. Ogni giorno un posto diverso:50-100 persone da visitare e dare una cura. Sono zone bellissime ma per dirti l’altitudine era di 2700 metri. Le strade erano da paura. Poi altri progetti, un orfanatrofio, interventi contro la malnutrizione, un laboratorio di panificazione-pasticceria…

[Trattengo la mia curiosità sulle pastine etiopi di alta quota e le faccio una domanda di stretta attualità].

6- Adesso lì c’è una di quelle guerre oscurate dall’ Ucraina. Hai qualche notizia in più?

In questi giorni ho parlato con un volontario di IPO, adesso è tutto fermo, una stagnazione pericolosa. Comunque è una guerra civile che coinvolge non solo il Tigray al nord.  Tutto si è fermato, anche molte missioni umanitarie e quindi è la povera gente a rimetterci…

[Mi parla ancora delle sei o sette volte in cui è stata negli altopiani etiopi, poi dellIndia, di Capo Verde ma sono incuriosito del figlio in prima linea].

7- Hai  un figlio che si occupa di………………

Federico è diventato uno dei responsabili di HI – Handycap International/Humanity &Inclusion- [anche stavolta mi scrive tutto…] una ONG francese.

Ha il ruolo di capo missione, detto alla francese “directeur”.

Si occupa di progetti di cooperazione che servono a riparare i danni di guerre, tra nazioni o civili. Adesso è appena stato un tre settimane in Ucraina ma la sua base è in Giordania. Fanno di tutto, nel campo della riabilitazione della disabilità da conflitto, dalle protesi alla fisioterapia post traumatica, a fornire carrozzelle e allo sminamento. Operano dove c’è bisogno, e lo sai le situazioni brutte non mancano: Gaza, il Libano, l’Iraq…

8- Ti fa ansia il suo impegno in zone pericolose?

Ormai… No dai non voglio sembrarti cinica. È partito nel 2006 ed è stato nei fronti e nei posti peggiori, anche in zone con conflitti interni. I pericoli non solo legati alla guerra, ci sono luoghi come nel Congo in cui ti derubano e ti fanno fuori per pochi soldi

[Bramo come tutti gli intervistatori un racconto crudo e drammatico]

Una volta ad un passaggio di frontiera i soldati israeliani l’hanno fatto stendere sotto tiro, poi gli hanno intimato di spogliarsi completamente e controllato che non avesse esplosivi. Dopo un bel po’  gli hanno dato una coperta per il freddo…

[Mentre fa questo racconto una zanzara entra, mi minaccia ma non ho il coraggio di lamentarmi]

9- Come comincia il tuo impegno con “Medici per l’ambiente”?

Ti ho già detto del mio amore per le piante. Beh, le piante crescono bene in un ambiente buono. Per le persone è la stessa cosa. È l’ambiente che determina in buona parte la nostra salute. Sono entrata nell’ ISDE [altro acronimo complicato che mi scrive paziente]. La sede è ad Arezzo, sono entrata quasi subito nella giunta nazionale e proprio la settimana prossima abbiamo il congresso. È presente in tutte le province del Veneto, no scusa mancano Belluno e Rovigo.

[Faccio un paio di battute su Rovigo, sorride leonardescamente, forse non dovevo].

10- Facci una lezioncina facile facile sulle emergenze… non più di tre o quattro.

Beh tutti sappiamo tutto sull’emergenza climatica. Fuori ci saranno 30° e siamo in maggio [taccio sulle zanzare] ma io mi sono occupata soprattutto dell’inquinamento chimico, noi come “medici per l’ambiente” cerchiamo di influenzare l’opinione pubblica, i politici. Svolgiamo anche la funzione di advocacy: dare un sostegno scientifico ad Associazioni ed Istituzioni e cittadini per districarsi meglio sui problemi ambientali. Anche in caso di i una vertenza, come abbiamo fatto per l’inceneritore di Fusina!

11- Dai, scatenati contro gli inceneritori.

 Beh l’ultima sentenza che di fatto lo riammette è stata uno choc. Mi sembra impossibile. Dal punto di vista dei contaminanti, l’inceneritore non distrugge un bel niente, le sostanze tossiche non scompaiono e vengono semplicemente disperse in un territorio più vasto. Ti ricordo che la nostra Pianura Padana è una specie di catino e che composti come PFAS “sostanze chimiche per sempre”, così le chiamano, ristagneranno nell’ambiente per sempre.   [Convincente. Cerco di accentuare questa sua preoccupazione sulla nostra ridente cittadina].

12- Quello di Fusina avrà conseguenze su Mogliano?

Gli studi scientifici hanno dimostrato che la dispersione si estende fino diversi chilometri poi dipende dai venti. Ma i territori non sono compartimenti stagni…

13- Torniamo dopo su Mogliano. Intanto so che ti sei occupata in maniera tosta di PFAS, facci una seconda lezioncina.

I PFAS sono prodotti usati ovunque per impermeabilizzare i tessuti, per i contenitori delle patatine, per le lacche dei capelli, per le padelle antiaderenti, filo interdentale, vado avanti? Pensa che ce ne sono 4700 tipi. Tutta roba che poi finisce nelle discariche oppure, domani, negli inceneritori.  Per fortuna, o per sfortuna, è stata scoperta la contaminazione delle acque nel vicentino e nel padovano e c’è stata una grossa mobilitazione ma i danni sono gravissimi e ancora senza soluzione.

14- Domanda brutale: di chi è la colpa?

Tutti parlano dei politici, degli interessi industriali ma io vorrei anche denunciare la responsabilità della comunità scientifica, dei chimici in particolare e delle Istituzioni che dovevano controllare. È dal 1970 che si sa questa cosa. I PFAS provocavano tumori negli animali, era comprovato che facevano ammalare i lavoratori di quelle fabbriche. Per sessant’anni nel mondo c’è stato un silenzio criminale.  [Non è male per la mia gentile e composta pediatra, dolce con i bambini un pomeno con gli avvelenatori].

15- Ma secondo te la gente, una volta si diceva popolo, si rende conto di tutto ciò?

No, non c’è consapevolezza. È un discorso triste e la gente adesso non vuole tristezze. [Guardo gli spritz colorati dei nostri vicini di tavola e poi osservo il mio grigio orzo e la capisco, come la capisco…].

16- Adesso atterriamo a Mogliano. Dammi un tuo giudizio spassionato sul nostro territorio, sulle nostre acque, sulla nostra aria.

Mogliano è ancora uno splendido posto per vivere ma vorrei che venissero controllati meglio i dati sulla nostra aria. Abbiamo la cintura di verde nella zona delle cave, verso via Bianchi e verso Campocroce. Se le difendiamo ci difenderanno altrimenti diventeremo periferia di altre periferie.

17- A Mogliano collabori con un gruppo o sei una mosca cocchiera solitaria?

 No, no, che mosca solitaria, da sola non riuscirei a fare granché. Collaboro con “Gli Amici del Parco“con “Salviamo il paesaggio“ con  “APIO” e con tutti quelli che hanno a cuore l’ambiente e a Mogliano ci sono un sacco di brave persone.

18- Ti chiedo uno sforzo immane. Dettami una scaletta di interventi possibili, immediati a Mogliano.

Oddio mi chiedi una specie di programma virtuoso. Se vuoi lo faccio ma vado a ruota libera. Intanto, lo so che sono insistente, vorrei che il Comune si schierasse contro l’inceneritore. Poi che fossero proibite nuove industrie o strutture inquinanti e che non si permettesse più di creare grandi “isole di calore“come quella di quel supermercato con un parcheggio enorme cementato al centro di Mogliano. Più alberi tagliamo più rischiamo di riscaldare il nostro paese. E poi basta con il “verde prigioniero“, in quei parchi  pubblici e stretti, il verde deve essere diffuso, piante e giardini com’era la Mogliano di anni fa. Abbiamo tre aree verdi “Parco Arcobaleno”, “Parco del Sole” e Parco delle piscine che vanno sostenuti e valorizzati al massimo. E spero tanto nel “Parco delle Cave senili di Marocco”.   [L’idea del verde prigioniero e dei giardinetti costipati mi piace un sacco ma devo chiudere con qualcosa di positivo anche se non è facile, cari lettori].

19- Domanda di quasi congedo: sei ottimista o pessimista?

Ma sì sono a metà ottimista. Insiste ancora sul verde, ti rendi conto con più alberi, con più parchi potremmo abbassare la temperatura di qualche grado anche adesso. Forse è meglio dire che sono a metà pessimista.

20- Ti riporto all’inizio. Come pediatra, non si smette mai di esserlo immagino, saresti tranquilla adesso?

È vero non ho mai smesso. C’è una cosa relativamente nuova che mi preoccupa molto ed è l’effetto delle sostanze chimiche sullo sviluppo cognitivo delle nuove generazioni. Ci sono più di 100 sostanze certamente neurotossiche rilevate e altre 200 su cui si hanno forti sospetti. Il quoziente intellettivo si sta abbassando. Il solito studio americano ha dimostrato che il piombo ha fatto perdere venti milioni di punti di Q.I ai bambini americani… noi non facciamo studi così ma la vita dei nostri bambini non è diversa. Queste sono le nuove insidie di cui dovremmo interessarci non certo della solita febbriciattola da bambini …

21 Fai tu adesso una domanda a chi ti sta leggendo.

Non è una domanda solo due raccomandazioni. Leggete le informazioni scientifiche solo su testi di istituzioni autorevoli, non solo su Internet che rischiate di combinare pastrocchi. E poi di tenere sempre a mente una cosa: l’ambiente è uno dei fattori più importanti per la vostra salute, se lo rispettate voi stessi.

22- Ultima: torni in Sardegna o resti a Mogliano?

Resto. Ma tornerò spesso in Sardegna.

[Uscendo incrociamo mia figlia. Grandi saluti dopo tanti anni, la pediatra che ritrova la sua bambina dalle ganascette rosee. Glielo dice e, ahi, altro fard. Poi la mia bimba cresciutella mi chiede se le offro quello che ha bevuto nel suo tavolo. Ma certo, sono un padre generoso. Le chiedo cosa ha ordinato Due spritz”. Maledizione.]

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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