Masaccio ne “La Crocifissione” del 1426, la ritrae di spalle con un manto rosso, i lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle, le braccia tese in un atteggiamento insieme di sofferto stupore, adorazione, accoglienza. Non le si conosce il volto, ma è figura centrale nella rappresentazione che ne dà l’artista. E forse proprio l’impossibilità di vederla e conoscerla, dato che si cela agli occhi di chi guarda, ha fatto sì che i curatori di “Maddalena il mistero e l’immagine” abbiano scelto questa tavola come logo della mostra.  Ciascuno la raffiguri e la pensi come vuole. Ad aiutare, più di 200 opere accompagneranno nel percorso di scoperta.

Varie le rappresentazioni di Maria Maddalena, o Maria di Magdala, figura misteriosa e affascinante, tratteggiata in momenti salienti della vita di Gesù. La vediamo ora mortificata nel corpo nascosto e avvolto completamente nei lunghissimi capelli come peccatrice pentita, ora svelata nella sensualità delle bellissime forme. Prima apostola, a lei si rivela Cristo risorto. E per questo si discuterà sulla presenza e l’attendibilità della testimonianza delle donne accanto alla croce prima, al santo sepolcro poi.

I testi di riferimento in cui si può trovare testimonianza delle diverse identità attribuite a Maddalena nel corso dei secoli, spaziano dal Nuovo Testamento ai Vangeli apocrifi fino ai vari mistici e ai padri della chiesa.

Si racconta che la santa si sarebbe ritirata in una caverna a La Sainte-Baume vicino a Marsiglia. A Saint-Maximin-la-Sainte-Baume, Provenza, venne eretta una grande basilica verso la metà del XIII secolo in cui sarebbero conservate le sue reliquie, oggetto di venerazione.

“E come in uno specchio, ogni epoca l’ha guardata, guardandosi; l’ha contemplata, cercando l’ideale di sé, della propria immagine; l’ha sorvegliata e spiata, scoprendo i propri vizi dentro le proprie virtù”.

Così come cambia la spiritualità nel corso dei secoli e si trasformano l’arte e il gusto, anche il modo di rappresentare Maddalena cambia.  Da Giotto a Donatello, da Canova a Delacroix fino alle versioni del Novecento, Maddalena appare ora centrale nelle sacre rappresentazioni, ora sola nelle opere che ne esaltano fascino grazia sedduttività o l’umiltà della penitente.

Chiudono la mostra tre tele di pittori contemporanei, Chagall, Sutherland, Guttuso in cui irrompe il tormento del secolo che si è chiuso. Vicino ai nostri tempi il video di Bill Viola, che obbliga ad una riflessione sulla violenza e la solitudine di chi non è ascoltata.

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Un interessante punto di vista è rappresentato dal libro Adriana Valerio, “Maria Maddalena. Equivoci, storie, rappresentazioni“, il Mulino, 2020

Emanuela Niero
Sono nata sotto il segno dei Pesci, mi piace guizzare. Sono femminista, faccio parte del gruppo l’8sempre donne Mogliano, sono partigiana, ho fatto parte del direttivo ANPI di Mogliano Veneto, mi piace leggere per me e per bambine bambini adulti con le lettrici di “Quante storie!”. Lo yoga mi accompagna molti anni.

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