Nel mio lavoro di coach mi capita sempre più spesso di sentire persone che utilizzano indifferentemente i termini resistenza e resilienza, non sempre dando loro il giusto significato.
La resistenza è la capacità di resistere ad uno sforzo prolungato nel tempo. La resilienza è invece la capacità di adattarsi al cambiamento, sinonimo di elasticità e mobilità. Il termine deriva dal verbo latino resilire, ovvero rimbalzare, reagire senza spezzarsi nello sforzo. Ad esempio un materiale è resiliente quando, invece di opporsi o contrastare l’urto, lo ammortizza e lo assorbe.
Applicato al nostro vivere quotidiano possiamo dire che una persona riesce ad essere resiliente quando reagisce alle avversità adattandosi ad esse, senza sprecare energie in uno sforzo di resistenza che sarebbe comunque perdente.
Ecco perché è importante praticare la resilienza: per superare le difficoltà della vita un po’come il surfista segue l’onda o come il ragazzo sullo skateboard si adatta al percorso che trova e si inclina, salta, si piega e, senza fermarsi o cadere, supera un percorso impegnativo.
Da due anni stiamo tutti facendo un grande esercizio di resilienza.
Il virus ci ha imposto di confrontarci duramente con le nostre fragilità sia fisiche che psicologiche. Certamente non eravamo abituati, come invece è stato per le precedenti generazioni, a confrontarci con malattie sconosciute o a scontrarci giornalmente con cambiamenti e limitazioni alla nostra quotidianità.
Personalmente non sono in grado di dire se nell’attraversamento faticoso di questi due anni siamo migliorati o peggiorati come comunità, ma a questo punto trovo che la resilienza sia l’unica modalità per affrontare la complessità di oggi.
Praticare la resilienza è un modus vivendi che ci può aiutare a non sprecare tempo ed energie preziose nel resistere strenuamente a tutto ciò che non vogliamo o non accettiamo nelle nostre vite.
Il vivere ci obbliga ad accogliere il cambiamento delle nostre priorità e delle nostre esigenze?  Ebbene facciamolo ma senza coltivare rabbia sterile per il presente o rimpianto inutile per il passato.
Inutile opporre resistenza: fatica sprecata.

Doriana Pavan
Temporary Manager Professionista specializzata nel passaggio generazionale, nel change management, nella crescita del potenziale e della leadership per manager e top manager. Business Coach certificata, ha conseguito la specializzazione in CBT, Cognitive Behavioural Therapy techniques rendendo ancora più efficaci i suoi interventi di business coaching. Ha un’ampia e lunga esperienza di lavoro in aziende strutturate e multinazionali. Bilingue italiano-inglese, ha maturato rilevanti esperienze nella gestione di team in progetti internazionali anche in presenza di forti aspetti di multiculturalità in Asia, Medio Oriente, Africa e Sud America. Ha avuto determinanti esperienze professionali in ambito sportivo ai massimi livelli a fianco degli allenatori di Sisley Volley, Rovigo Rugby e Valsugana Rugby e di alcuni giocatori della Benetton Basket. Ha maturato venticinque anni di esperienza in corporate training nell’ambito comunicazione d’impresa e sviluppo. Alle attività di training aziendale ha affiancato molti interventi come docente di comunicazione d’impresa in master internazionali con collaborazioni con Università degli Studi di Padova, Università Lumsa di Roma, IED Venezia, IULM Milano-Feltre, IUSVE Venezia.

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