Il 28 e il 29 novembre si terranno in tutta Italia le elezioni per il rinnovo degli organi collegiali della scuola e quindi per i partecipanti al Consiglio di Istituto

Dopo la pandemia ancora non passata del tutto, mi sono chiesta, quale rappresentante di istituto da parecchi anni, se avesse senso ricandidarmi, creare una nuova lista e continuare un percorso in un contesto che ha mostrato con ineluttabile evidenza le fragilità del sistema scuola, lo scarso senso di appartenenza di tanti di noi alla comunità scolastica e la grande affermazione di un “io” sempre più grande a scapito di solidarietà e gioco di squadra per il futuro delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi.

Durante i vari lockdown che si sono susseguiti, la scuola è mancata a tutti. A noi adulti e ai nostri figli. La scuola non ha mai fatto tanto sentire la sua presenza come quando è stata assente. Succede così solitamente con i vecchi amori, le vecchie amicizie, i vecchi compagni di viaggio, quelli che si danno per scontati e che solo quando si assentano fanno sentire tutta la loro importanza. Molto meno quando sono presenti. Allora suscitano solo noia ed è autorizzata la distrazione, la trascuratezza, l’indifferenza, l’incuria e ci si sente autorizzati a darli per scontati.

Questo è esattamente quello che è accaduto alla scuola: mai come nel tempo della pandemia, la sua esistenza è stata così fortemente invocata, rendendo urgente la riapertura. Quanto è accaduto ci ha però davvero aperto gli occhi? Ci ha davvero mostrato l’importanza insostituibile della scuola non solo per la vita dei nostri figli, ma per la vita del nostro paese?  Molti dubbi emergono e chiedono spazio a gran voce… È vero, tutti abbiamo avvertito l’urgenza di una riapertura fisica, di vita ordinaria che procedesse, di relazione, di socialità.

Non è stata mai messa però in risalto, con sufficiente forza, l’apertura come valore etico che deve contraddistinguere la missione della scuola. Una scuola chiusa è infatti una contraddizione, poiché l’apertura esprime l’essenziale della funzione culturale e civile della scuola: rompere i muri del pregiudizio, le barriere della discriminazione, valorizzare lo scambio tra le idee, consentire l’incontro di mondi differenti, sostituire alla violenza e alla prepotenza la parola, promuovere il desiderio di sapere, essere un antidoto efficace contro le spinte dissipative della giovinezza, contro le forme di prevaricazione e discriminazione, aprire teste e cuori.

Tutto questo come diceva Don Milani “mi sta a cuore”. Contribuire anche solo in parte, ha un senso molto profondo, non solo in termini di partecipazione ma come assunzione di responsabilità.

Con un gruppo di genitori “generosi e coraggiosi” che condividono gli stessi valori e credono nel potere straordinario dell’educazione abbiamo creato una nuova lista “La scuola che vorrei”

Ci proponiamo alle elezioni degli organi collegiali della scuola perché crediamo fortemente in una scuola accogliente, inclusiva, qualificata, pubblica, democratica e in ascolto.

  • Accogliente ed inclusiva: affinché sia aperta a tutte le bambine e i bambini, ragazze e ragazzi senza alcuna distinzione di genere, condizione sociale, credo religioso e capace di guardare a tutte le alunne e tutti gli alunni a e alle loro differenti potenzialità
  • Qualificata: garante di una didattica competente, plurale, accessibile, capace di valorizzare le differenze e i punti di forza di ogni singolo componente del gruppo classe, che promuova le competenze digitali, la formazione del personale scolastico sull’innovazione didattica e sia legata al territorio con uno sguardo al mondo
  • Pubblica e democratica: garante del diritto allo studio nel dare a tutti la possibilità di accedere all’istruzione, assicurando la qualità dell’apprendimento e rimuovendo ogni ostacolo che impedisca l’accrescimento e la valorizzazione delle alunne e degli alunni
  • In ascolto: che concorra ad un’educazione armonica capace di intercettare i bisogni più profondi promuovendo il riconoscimento e la gestione delle emozioni. Una scuola promotrice di una educazione di genere attenta alle relazioni come elemento fondante per la prevenzione del bullismo e dei comportamenti a rischio.

Le compagne ed i compagni di viaggio fanno la differenza, in qualsiasi contesto; noi ci siamo riconosciuti nel desiderio di rendere urgente l’importante e contribuire a questo cambiamento, perché le “cose belle” si possono costruire solo insieme.

 

Dominga Fragassi
Donna lavoratrice presso un’azienda della grande distribuzione dove coordina l’area Marketing e Comunicazione. Da anni impegnata in diverse associazioni del territorio in ambito sociale e culturale, in diversi comitati genitori e attuale Presidente dell’istituto comprensivo N. Mandela di Mogliano. Tra i tanti progetti attivati “RispettiAMOci,” un percorso di educazione alle buone pratiche delle relazioni messo a punto al fine di contenere le forme di prevaricazione, discriminazione e bullismo fra ragazzi e ragazze degli istituti comprensivi di Mogliano.

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