È da qualche giorno che sono costantemente attaccata alla rete nonostante sia in vacanza con la mia famiglia. Continuò a collegarmi al sito de “La Repubblica”, “Il Corriere”, “La Stampa” per citarne qualcuno e leggo, guardo video ed immagini. Le notizie che arrivano da Kabul sono angoscianti, terribili e agghiaccianti in assoluto ed in particolare per chi di noi conosce un po’ di storia moderna e sa cosa c’era prima e dopo l’11/9/2001.

Continuo a pensare alle bambine, alle ragazze, alle giovani donne che sono cresciute senza sapere cosa fosse un burqa e nel giro di qualche ora hanno visto le loro madri andare a prenderlo in qualche parte di armadio ben nascosta e infilarselo. Penso alle corse verso l’aeroporto di Kabul dove nel caldo più infernale (praticamente quello dei giorni scorsi in Italia) centinaia di civili aspettano sotto il torrido sole nel tentativo di riuscire a prendere un areo verso l’occidente, verso la speranza, tra il caos, gli spari ed il terrore di non farcela.

Penso a tutto il faticoso lavoro fatto in questi anni per ridare dignità ad un popolo distrutto dalla violenza, dal terrore, dalla paura e penso che quasi tutto sarà distrutto velocemente.

Penso alle donne che non potranno più uscire di casa se non accompagnate da un uomo, che non potranno più studiare, nonostante le finte promesse dei talebani di questi giorni, penso ai matrimoni delle bambine, alle liste delle giovani donne non sposate per darle in spose ai miliziani, penso alle lapidazioni pubbliche negli stadi, alle frustate, al terrore….

Penso a tutto questo e mi vengono in mente le manifestazioni di piazza di questi giorni per il green pass, manifestazioni che contestano una dittatura sanitaria in una situazione che di dittatura ha poco da evocare

Provo una rabbia incontenibile per questa scarsa consapevolezza del significato delle parole dittatura, violenza, discriminazione, libertà.

Le parole che usiamo definiscono chi siamo e la realtà in cui viviamo. Usarle senza la giusta consapevolezza e con scarso rispetto verso gli altri è un’offesa per tutti noi e per quello che succede a qualche centinaio di km da qui.

Dominga Fragassi
Donna lavoratrice presso un’azienda della grande distribuzione dove coordina l’area Marketing e Comunicazione. Da anni impegnata in diverse associazioni del territorio in ambito sociale e culturale, in diversi comitati genitori e attuale Presidente dell’istituto comprensivo N. Mandela di Mogliano. Tra i tanti progetti attivati “RispettiAMOci,” un percorso di educazione alle buone pratiche delle relazioni messo a punto al fine di contenere le forme di prevaricazione, discriminazione e bullismo fra ragazzi e ragazze degli istituti comprensivi di Mogliano.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here