Marco è un pompiere. Lo sfibro con tutte le domande possibili sugli incendi, sulle volte che ha salvato i gattini sulle grondaie (succede spesso) poi mi dice che è anche un canoista e improvvisamente non me ne frega più niente dei roghi e degli ustionati e gli faccio la domanda più importante “Hai fatto lo Zero con la canoa?” Il mio lessico non è granché ma la risposta è lapidaria “Sì, l’ho fatto”. È la prima persona, il primo a mia disposizione, a cui posso rivolgere i quesiti invidiosi di un ciclista che ha fallito (per ora) questa impresa.
“Come e quando?” -L’anno scorso, ci sono andato da solo, volevo provarci, poi ti spiego il problema degli approdi, comunque sarebbero una trentina di chilometri, due giornate circa, facciamo più o meno sedici ore. Prima mi ero preparato facendo dei giretti in moto nei punti strategici, non ci sono guide per lo Zero e quindi non puoi rischiare così a c… quando sei nel fiume.
“Vuoi dire pericoli veri e propri?” -Non esageriamo, diciamo che dove ci sono le briglie (i salti n.d.r.) fai il prudente e tiri su la canoa, in qualche modo ti arrangi. Lo Zero non è, ovvio lo sapevo, un fiume attrezzato per i canoisti. Comunque, i punti critici sono stati quattro.
“ Beh sei ancora abbastanza vivo, quali sono stati?” -Uno, il primo insomma, è a Sant’Alberto dove c’era il mulino adesso c’è una centralina elettrica. Poi a Zero Branco, come sai, il fiume è stato interrato e passa sotto la piazza, lo riprendi dopo. Poi a Mogliano quando passi sotto via Zermanesa e a Marcon, quello più tosto, sotto la strada per Bonisolo. Là è pericoloso c’è un doppio salto e abbiamo recuperato parecchi cadaveri.
“Cavolo! Di canoisti?” -Ma no, erano grossi cani. Io ho la mia teoria però non scriverla, qualcosa di torbido. Qualcosa non quadra…
“Tranquillo non lo scrivo… Ma scusa come hai fatto a superare i mulini?” -Beh, se arrivi dritto e sai il fatto tuo non ci sono problemi, né a Campocroce né sul mulino Valerio a Mogliano.
“Sarà… ma allora qual è il problema più grosso per un canoista o aspirante tale? “.
-L’imbarco e il trasbordo, sono quasi tutti argini alti, è un casino metter giù la canoa e fare i trasbordi. Non è un fiume attrezzato per essere percorso con un’imbarcazione, non ha imbarchi, approdi e corsie apposite nelle briglie. È un peccato, potrebbe diventare il paradiso dei canoisti che vogliono andare in laguna.
“Sogni… Domande volanti: alghe, secche, corrente, marea.” -Allora per le alghe niente di che, qualche problema di secca nella zona moglianese durante l’estate in cui puoi raschiare il fondo ma è raro dai. La corrente è buona, lenta e tranquilla anche per un principiante. La marea ti frena un po’ solo nell’ultimo chilometro, un po’ prima di entrare nel Dese.
“Marco tu sei un canoista però non solo sportivo, nel senso che sei anche una specie di volontario tanto bravino” -Grazie per il bravino, faccio parte di “Open canoe Open mind “ e come associazione raccogliamo i rifiuti affioranti nelle acque dei nostri fiumi, specie nel Sile per capirci, bottigliette pannolini e altre schifosaggini simili. Per farti capire parecchie tonnellate di robaccia all’anno. “Anche lo Zero è pieno di rifiuti di questo genere?” – No no, molto meno in proporzione al Sile, o siamo più bravi o siamo più distanti dalle abitazioni, non lo so.
“E l’inquinamento? Che te ne pare?” – No, non mi sembra, non ho i dati ma anche su questo mi pare il Sile stia molto peggio. A parte qualche sveglio che non pulisce la cisterna correttamente… lasciamo perdere.
“Dai, una cosa bella e una cosa brutta”. – Comincio da quella brutta. Lo sai che proprio a ridosso delle rive dello Zero in zona Marcon ci sta la nuova Esa, una bomba ecologica tra le più pericolose del Veneto? Adesso è chiusa e sigillata e speriamo bene. Proprio là vicino c’è invece l’oasi di Gaggio, una delle più belle e meno visitate della regione.
“Marco un’ultima cosa, un rimpianto per questo fiume?” -Sì, pensa che negli anni ‘50 e ‘60 hanno rettificato il suo corso, fatto dritto insomma, per un bel po’ di chilometri, altrimenti sarebbe un capolavoro naturale di meandri e di anse nella pianura…sarebbe fantastico per noi canoisti e anche per te bipede.

“Marco mi porteresti con te in canoa la prossima volta?” – No.

 

 

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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