Renée era svizzera, di Losanna. Gestiva, alla fine degli anni Trenta, assieme alla madre, una piccola pensione che ospitava anche profughi ebrei. Tra loro un giovane ragazzo, si innamorarono. Tornata la pace, insieme, tornarono in Italia, si sposarono ed aprirono una attività.
Quando l’ho conosciuta era settantenne. Portamento eretto, occhi azzurrissimi, sorriso franco, così come il suo modo di fare. Sempre elegante, capelli biondi striati di grigio con il taglio alla “babette” come usava dire, che curava con determinazione. Anche quando, dopo una operazione all’anca, si rivolse al chirurgo che la visitava dicendogli “Mi sento bene, la prego faccia in fretta, devo sistemarmi i capelli e truccarmi”.
Al mattino, prima di andare al negozio, indossava la cuffia. “Non posso certo rovinarmi la messa in piega”. Si tuffava in mare di buon’ora e nuotava a lungo.
Amava Alessandro, il figlio che aveva adottato assieme al marito. E poi c’erano i gatti, padroni della casa, e il barboncino.
Il tempo e gli anni che passavano poco a poco hanno aggravato i problemi alle articolazioni e la sua vista, a causa del distacco della retina, è stata fortemente compromessa.
Così Renée, autonoma, forte, sicura si è trovata a dover dipendere completamente dagli altri. Per lei una condizione insopportabile.
“Ho 91 anni, sono vissuta abbastanza. Voglio andarmene”. A nulla sono valse le preghiere di Alessandro, le soluzioni proposte dal medico di famiglia. Ha rifiutato ogni cura, accettando solo di bere dell’acqua che regolarmente non ingeriva se appena avesse avuto la sensazione che vi fosse mescolato qualche integratore.
Ai parenti che andavano a trovarla, spiegava lucidamente e con pazienza che la sua decisione era irrevocabile. Così, una sera, ha detto al figlio che le era sempre accanto: “Ciao, ora puoi andare” e si è spenta.
Renée ha scelto. Che ci sia garantita questa possibilità.

Emanuela Niero
Sono nata sotto il segno dei Pesci, mi piace guizzare. Sono femminista, faccio parte del gruppo l’8sempre donne Mogliano, sono partigiana, ho fatto parte del direttivo ANPI di Mogliano Veneto, mi piace leggere per me e per bambine bambini adulti con le lettrici di “Quante storie!”. Lo yoga mi accompagna molti anni.

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