C’è un treno che parte da Mogliano e che fa uno scherzo nel percorso. Va a Mestre, però fa un giro strano.
Uno. Biografico, tempo fa prendo il treno di corsa sulle due e qualcosa. Digestione in corso e forse chiudo gli occhi per un attimo. Li riapro e vedo una campagna sconosciuta, passaggi a livello mai visti, addirittura una specie di cavalcavia per treni. Un incubo ferroviario. Dove sono? Poi però dopo un curvone riconosco Mestre e la sua brutta stazione. Rassicurante. Proseguo per Venezia e a mia figlia che aspettava ricordo di quando da neo-studentessa aveva sbagliato linea (non direzione Udine ma Trieste) ed era finita a Gaggio o giù di lì e aveva pianto finché, eroico, non l’avevo salvata in una stazioncina sconosciuta.
Due. In tutti questi anni ho sempre pensato di aver fatto un brutto sogno digestivo invece era tutto vero. C’è una linea, detta dei Bivi, che gira attorno a Mestre e che mette in collegamento Mogliano (e Treviso-Udine) con le altre linee ferroviarie (Trento e soprattutto Padova) bypassando la stazione di Mestre. Ecco! Quella volta, inconsapevole, avevo sperimentato quel tratto chiamato dei Bivi. Studio su internet: mi si apre un mondo.
Tre. Breve storia dei Bivi. È una specie di tangenziale ferroviaria che aggira la bella Mestre. Nata nel 1940 per scopi militari, poi chiusa e poi riaperta, è complicatissima con una serie di snodi, bivi appunto, a cominciare dal nostro Marocco per continuare a Olmo, Maerne, Spinea e Mirano. In parte soppressi, in parte ancora utilizzati per treni merci, per treni internazionali e per qualche treno locale in caso di lavori in corso. Una curiosità unica: è stato costruito un viadotto ferroviario che sovrappassa un’autostrada, il celebre (?) scavalco di Maerne. Seguo su Google Maps l’affascinante, mimetizzato e sottoutilizzato labirinto su rotaie.
Tre bis. E poi mi viene in mente una vecchia polemica. Ai tempi della progettazione del passante autostradale qualcuno aveva proposto di utilizzare questo tracciato per decongestionare la tangenziale, vero imbuto del Nord Est con migliaia e migliaia di camion in ogni ora. In fin dei conti questo corridoio di soli 6 km e qualcosa sarebbe costato molto meno dei 30 del Passante, e ci saremmo risparmiati un vero flagello ambientale per le nostre belle campagne. Indovinate chi ha vinto? Domanda retorica… Quattro. Quindi esiste un modo, teorico sì ma i binari ci sono, per andare a Padova direttamente senza cambiare, e aspettare, a Mestre. Penso alle migliaia di studenti universitari che dalla provincia di Treviso, e più in su, potrebbero raggiungere Padova direttamente. Quanti da Mogliano? Magari pochi treni, con orari azzeccati, alleggerirebbero il casino della stazione di Mestre. Una buona idea in tempo di mobilità sostenibile.
Quattro bis faccio un ragionamento campanilistico ed iper-moglianese. La nostra cittadina ha già la fortuna di essere a metà strada tra Treviso e, più o meno, Venezia. Perché non fare i tris con Padova? Beh un turista, purché sia responsabile ed intelligente, ci farebbe più di un pensierino.
Cinque…E poi lo voglio dire, dopo un anno come quello che abbiamo passato, io al Santo di Padova ci vorrei andare più spesso, non si sa mai.

Otello Bison
Otello Bison scrive a tempo pieno dividendosi tra narrativa e divulgazione storica. Collabora al “ILDIARIOONLINE.IT” su temi ambientali e locali.

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