Nel Tricentenario della nascita di Piranesi
Un altro contributo su G.B. Piranesi in occasione del tricentenario. È uscito il libro di Ennio Tortato “ Piranesi e il suo tempo” che puntigliosamente ricostruisce la biografia dell’artista formatosi a Venezia e celebrato a Roma. Tortato, di ricerca in ricerca, sta diventando un protagonista degli studi storici su Mogliano Veneto specializzandosi in un lavoro certosino negli archivi pubblici o privati moglianesi.
Un capitolo del libro è dedicato alla annosa questione sulla nascita di Gian Battista. “ Nato a Mojano nel territorio di Mestre” come suggerisce un busto commissionato dal Canova? Ne parliamo con il nostro storico.
Ti facciamo la fatidica domanda, Piranesi è moglianese?
Premetto che Piranesi è patrimonio dell’umanità a prescindere da dove sia nato. Se però parliamo di storia il discorso cambia. Per uno storico è necessario un documento, che per la nascita di Piranesi non esiste. I sostenitori della venezianità basano la loro tesi sulla registrazione del battesimo fatto a Venezia. Tuttavia, quel documento non è un atto di nascita e questo ci costringe a setacciare le vicende della famiglia Piranesi e di quello che le ruota attorno. Nel mio libro ho ricostruito le circostanze che possono aver favorito la nascita di Piranesi a Mogliano, cosa documentata anche da una biografia del 1801 e dai coevi veneti Antonio D’Este e Antonio Canova. A queste condizioni, la certezza è un lusso che non ci possiamo permettere. Tuttavia, risulta credibile la nascita e la probabile permanenza periodica del giovane Piranesi a Mogliano.
Dopo averlo tanto studiato che idea ti sei fatto del nostro quasi concittadino?
Sono convinto che la vita di una persona e la produzione artistica siano due diverse forme di una identica realtà e in quanto tali non si possa fare a meno di studiare l’una senza tenere presente l’altra. Lasciando agli esperti il compito di spiegare le opere di Piranesi, quello che emerge dal mio studio è una difficile convivenza dell’artista con il ceto erudito del tempo. Una contrapposizione non solo artistica, ma anche di classe sociale, che lo spinge a fuggire da Venezia e rifugiarsi nella Massoneria romana. Tutti elementi che hanno influenzato la sua opera, il suo pensiero e la sua avventura professionale. Uno stato d’animo che ha ben descritto nelle sue “Carceri”.
Ennio tu hai mandato in stampa già una dozzina di libri sulla storia della nostra cittadina, la prossima ricerca?
Sto lavorando ancora sul settecento moglianese che non finisce di stupirmi.