Geometra da una vita e consigliere comunale dal 2022, facciamo due chiacchiere sulla nostra città con Filippo Calce.
Lei che è Marconese DOC, come ha visto cambiare il territorio nel tempo?
Se penso a come è cambiata Marcon in 50 anni potrei elencare un sacco di cose.
Non ho dubbi però nell’indicare quella che è stata la più significativa che ha riguardato i trasporti pubblici. Quando ero adolescente si potevano utilizzare solamente da Dese, si partiva la mattina in bicicletta, indipendentemente dal meteo, si raggiungeva il vecchio passaggio a livello e poi si prendeva l’autobus n. 11 dell’ACTV. Da Marcon passavano solo due corse dell’ATVO una al mattino presto alle 5.30 circa e uno nel pomeriggio tardo, che principalmente veniva utilizzato dagli operai che si recavano a Marghera.
Dagli anni 80, chi ha avuto le responsabilità di governo ed ha pensato allo sviluppo di questa comunità e sottolineo “chi ha pensato al bene della comunità di Marcon”, ha contribuito a eliminare questo disservizio introducendo il collegamento tramite trasporto pubblico, direttamente da Marcon verso Mestre.
Ha inoltre definito un disegno urbanistico che distinguesse le zone residenziali da quelle commerciali ed industriali, mettendole in collegamento con le piste ciclabili che ancora oggi risultano essere la quasi totalità di quelle esistenti.
Negli anni 80 e inizi anni 90 furono costruite le strutture sportive.
I centri abitanti erano contenuti. Si pensi, per fare un esempio, che negli anni 70 ad Est di via San Giorgio, dietro al De André, c’era una sola fila di case e poi campi fino a Gaggio. Parte del territorio, che a livello edilizio, si è praticamente mantenuto tale a parte le nuove edificazioni residenziali di Villaggio Monteverdi.
Per quanto riguarda i servizi sanitari, le visite mediche si facevano a casa del medico che abitava di fronte al Bavaria e per qualsiasi altra esigenza sanitaria, si andava a Mestre.
Non c’erano la zona industriale e commerciale, sviluppata dall’85-’90 in poi.
La popolazione è passata da cinquemila abitanti ai diciassettemila dell’era pre-Romanello, che, se non sbaglio, ora è incrementato di circa settecento abitanti in sette anni.
Si è realizzato il collegamento tra le frazioni Gaggio / San Liberale attraverso un cavalcavia, mentre prima era obbligatorio passare tramite il passaggio a livello che faceva perdere un sacco di tempo, a volte anche oltre la mezz’ora.
Non dimentichiamo la costruzione della stazione di Porta Est e l’idea della metropolitana di superficie.
Negli anni ‘80 si è cominciato a costruire la fognatura comunale collegata all’impianto di Quarto d’Altino, prima si scaricava nei fossi.
Chi è stato il principale ideatore e costruttore di Marcon, quindi?
La trasformazione è partita con il sindaco Ceolin, poi completata con chi ha amministrato successivamente.
Sicuramente non con questa amministrazione che, pur beneficiando dei fondi lasciati da chi l’ha preceduta e dei fondi del Pnrr, sta di fatto sostituendo cose che già esistevano o erano già state pensate. A livello di visione quello che è Marcon adesso è stato pensato quarant’anni fa.
Prima accennava alle piste ciclopedonali, come pensa sia la situazione nel nostro territorio?
Quando penso alle piste ciclopedonali spesso mi tornano in mente purtroppo degli incidenti che hanno avuto tragiche conseguenze perché queste piste non c’erano.
Le precedenti amministrazioni ne hanno costruite molte circa 15 chilometri.
Andrebbe finita quella che attualmente va dal cimitero di Gaggio al centro abitato di San Liberale. Al Colmello più o meno ci arriva, i parchi sono abbastanza collegati. Non siamo ben collegati con Dese e con Quarto d’Altino, ma all’interno del Comune non penso manchi tantissimo, forse manca qualche miglioria.
È alla prima esperienza come consigliere comunale. Quali sono state le cose più positive e le più negative?
Di positivo sicuramente la collaborazione con gli altri consiglieri di minoranza. Ho imparato a vedere le cose diversamente da quando si è cittadini senza esperienza amministrativa. Mi dispiace per cause di lavoro di non aver potuto dedicare più tempo a questa attività consiliare. Unico lato negativo è l’essere stato apostrofato con termini che non mi appartengono, specialmente durante i consigli comunali, ma capisco che l’unica arma di taluni è l’offesa.
Al di là delle posizioni politiche, cosa pensa della futura Piazza Municipio?
Al sindaco ho più volte espresso la mia opinione rispetto a questo progetto, che coinvolge sia piazza municipio sia il municipio stesso, dicendogli che, se fossi stato nella sua giunta, questo progetto di tale dimensione pur essendo necessario non avrebbe riscontrato il mio appoggio.
Sono convinto che nell’era in cui stiamo vivendo, quella digitale, non sia conveniente, e tanto meno furbo, concentrare in un unico posto tutti gli uffici comunali. La mia idea sarebbe stata quella di valorizzare le frazioni costruendo in ognuna delle stesse una sede comunale o un assessorato, così da permettere ai cittadini delle frazioni di avere un punto di riferimento vicino a casa e un servizio più comodo e rapido. Ciò avrebbe portato diversi vantaggi: prima di tutto la sede centrale di Marcon sarebbe stata più piccola, dunque meno costi di costruzione e mantenimento, rispetto ai 16 milioni di euro attualmente spesi; in più ciò avrebbe permesso di costruire una piazza municipio più grande e meglio pensata rispetto all’attuale progetto.
Pensare di concentrare in una sede unica tutti gli uffici porterà l’ulteriore problema del traffico stradale.
Cosa dovrebbe essere, a suo avviso, una priorità per i cittadini? Su cosa dovrebbero concentrarsi nel territorio?
Secondo me la cosa principale su cui tutti noi dovremmo concentrarci è la sanità e il sistema che la gestisce. Ma non solo a livello locale, anche a livello nazionale. Una persona non decide mai di ammalarsi e una comunità solida deve garantire un sistema sanitario efficace e gratuito per tutti.
A breve avremo a Marcon la casa di comunità che permetterà un servizio sanitario più ampio e rapido, ma la gestione di questa struttura sarà per la prossima amministrazione una sfida ardua.

Alessandro Vinciati. Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’ età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

Tommaso Syrtariotis. Studente di giurisprudenza presso UniPd Membro del Gruppo giovani Marcon e Giovane Democratico

Mihai Sirbu. Nato e residente a Marcon, studente presso l’istituto Bruno-Franchetti. Vari interessi tra cui la tecnologia, la storia e l’attualità. Membro del gruppo Giovani di Marcon