E arriva maggio e a maggio la primavera esprime il massimo della propria esuberante vitalità. Cantano gli uccelli nidificanti, per difendere il territorio e tranquillizzare la femmina che cova, fioriscono i prati, su cui le rondini sfrecciano a volo radente nell’imminenza dei primi temporali, fioriscono le siepi di margine dei boschi di pianura, in cui al biancospino e al pallon di maggio d’aprile si alternano la sanguinella e la lantana. E se questo non basta, accade anche che le rane verdi cominciano a gracidare nei fossi e che i primi fiori della regale ninfea bianca aprono le corolle alla luce del mattino.

Un mondo idilliaco, in cui la scimmia umana sembra aver finalmente fatto pace con la Natura, come a dire con sua madre e sembra poter guardare al futuro con lo stesso sorriso speranzoso che illuminava i volti contadini nei quadri del Realismo sovietico. Un mondo che, però e purtroppo, non esiste; o meglio non esiste più e non solo e non tanto perché si è estinta la mitica Unione Sovietica, bensì perché stiamo estinguendo la Biodiversità planetaria e noi stessi, esemplari umani tecnologici e computerizzati, prodotti dallo sciagurato Capitalismo consumista e sovranista dell’Occidente.

Mamma mia! Direte voi, cari e rari lettori. Mamma mia, ma che sta succedendo! Possibile che un oscuro profeta di sventura possa azzeccare una previsione tanto fosca e inquietante? Esiste un qualche rimedio? Capita, ma deve esistere!!! Deve! Noi non possiamo estinguerci: noi siamo figli della Divinità, siamo i legittimi padroni di quello che i cultori della stessa divinità chiamano “il Creato” (che poi sarebbe appunto la Natura, che di certo non è stata creata dalla mano di un Dio dalle sembianze antropomorfe).

Ebbene, cari Umani, il rimedio esiste. Esiste eccome; quando mai, noi semidei umani, abbiamo lasciato un problema irrisolto?

Il rimedio, in questo caso, si chiama semplicemente “giardino”.

Sì, giardino, il nostro giardino, piccolo o grande che sia. In altre parole, quel pezzetto di superficie scoperta (che significa non cementificata), in cui, bontà nostra, abbiamo messo a dimora un debordante cedro deodara, una cupa magnolia e qualche betulla stentata, creando un frammento di paesaggio alieno e dissociante.

Il rimedio però esiste soltanto se quel piccolo e triste giardino viene trasformato in un “giardino naturalistico”, che significa semplicemente, abbattere il cedro e la magnolia, lasciar morire in pace le betulle (sono tre, di solito) e sostituirle con piccoli alberi, arbusti, cespugli e piante erbacee autoctoni. Soltanto in questo caso, infatti, potremo godere del privilegio di percepire il profumo e la danza cromatica delle stagioni, le musiche naturali dovute allo stormire delle foglie, al ronzio delle api e al canto di capinere, cinciallegre e fringuelli (sostituibili a piacere, questi ultimi, con il cardellino o il verdone).

Soltanto così, in altre parole, potremo creare quel piccolo Eden cui abbiamo da sempre e inconsciamente aspirato. Un Eden creato semplicemente copiando la Natura, senza inventare nulla, senza creare insiemi e accostamenti ridondanti, ma trovando un angolo, soleggiato o in ombra, che consenta ai nostri ignorati gioielli botanici di esprimere la loro delicata bellezza.

Caro Lettori, mi sembra già di vedere le vostre facce dall’espressione scettica. Certo, state dicendo “non è possibile una tale e drastica conversione”, che oltretutto non verrebbe neppure compresa dai condomini, con il rischio di un intervento del Centro d’Igiene Mentale più vicino. Senza contare il fatto che un piccolo Eden non salverebbe il mondo dal disastro in cui sta precipitando.

Su quest’ultimo punto, non ci crederete, ma siamo d’accordo con voi. Il fatto è che almeno così ci illuderemmo di contribuire alla sua salvezza e potremo estinguerci serenamente, sognando di esportare il nostro sogno (e le nostre piante) anche nel giardino dei vicini.

Vi sembra poco?

Michele Zanetti
Michele Zanetti vive vicino alle sponde del Piave e di acque, terre, esseri viventi si è sempre occupato. Prima come "agente di polizia provinciale" e adesso come naturalista a tutto tondo. È stato il cofondatore di un attivo centro didattico "il Pendolino" , ed è l'autore di una cospicua serie di libri su temi ambientali di cui è anche capace illustratore. ha intrapreso anche la via narrativa in alcune pubblicazioni recenti.

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