Anno Domini 1589.
Venezia è considerata il salotto buono d’Europa, e da alcuni anni è divenuta la Capitale del Libro.
Nella sola città si stampano la metà dei volumi che sono stampati in tutta Europa.
Crocevia di culture, e punto d’incontro di poeti, letterati, e pittori, in occasione del Cinquecentesimo anniversario dell’istituzione del primo ghetto ebraico al Mondo, verrà definita a ragione “la New York del Cinquecento”[1].
Il Ghetto ebraico, da trent’anni sta vivendo il suo secolo d’oro, iniziato nel 1558 con la messa in scena del dramma ispirato all’omonimo libro della Bibbia “Ester”, e che terminerà solo nel 1663.
L’autore del dramma è Salamon Usque, un giornalista destinato a diventare stretto collaboratore dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli Edward Burton.
L’anno precedente, un medico di origini spoletane, trasferitosi a Venezia nel 1569, divenuto medico personale del doge Alvise Mocenigo, ha dato alle stampe un testo intitolato De Medico Hebræo Enarratio Apologica.
Si chiama David De Pomis, e attraverso questo testo, ha risposto a tutte le accuse mosse ai medici ebrei da Papa Gregorio XIII nel 1581, e che aveva invitato tutti cristiani a diffidare dei giudei.
Recentemente, il Senato della Repubblica ha approvato un Decreto-legge con il quale sancisce la libera circolazione su tutto il territorio veneziano agli ebrei levantini e ponentini.
È un provvedimento di portata storica destinato a dare una svolta alle relazioni tra la Comunità ebraica e la Serenissima.
Provenienti dall’isola iberica i Ponentini, e da Costantinopoli i Levantini, dal giugno del 1541 dimorano in Ghetto Vecchio, fino alla metà del secolo scorso sede dell’Arsenale.
Di professione senseri, cioè procacciatori d’affari, Levantini e Ponentini seguono i ritmi di vita del commercio internazionale, a differenza degli ebrei askenaziti che dimorano in ghetto Nuovo, e che seguono i ritmi di vita scanditi dai rintocchi della Marangona[2].
Con l’istituzione del ghetto Vecchio si è venuta a delineare una divisione più netta tra nazione tedesca e spagnola, che verrà ancor più rimarcata fra quarant’anni, con l’istituzione dell’ultimo ghetto; quello Nuovissimo.
Per chi avesse piacere di partecipare ad una gita virtuale alla scoperta della vita quotidiana del ghetto, l’appuntamento è per giovedì prossimo 8 maggio 2025 alle 20:30, presso la Saletta Don Bosco del Collegio Salesiano Astori, nell’ultimo degli otto incontri promossi dal Gruppo Ricerca Storica Astori “Don Giuseppe Polo” “Al secondo giovedì”.
[1]Francesco Jori, Il Primo Ghetto – Storia e storie di ebrei veneziani – Biblioteca dell’Immagine, 2016
[2]La campana che dava l’avvio alla giornata per i veneziani