intervista a Danny Castiglione
Strappo Danny dalle cucine, tre minuti gli dico, non è vero lo so, ma è da qualche giorno che gli faccio la posta per intervistarlo. Ero venuto perché conosceva personalmente il Papa ma nel frattempo c’è stato il “Rebella love Festival”, c’è stata la polemica sulla “sobrietà” del 25 Aprile e ho l’impressione che se non riesco a farlo sedere davanti al taccuino altri eventi turbino il pianeta e Zerman
L’idea del Rebella quando è nata?
L’anno scorso. Abbiamo fatto una prova doveva essere un episodio e invece i ragazzi hanno voluto riprovare. E proprio i più giovani. In più era l’ottantesimo e poi qui a Zerman sono successi dei fatti che riguardano proprio la Resistenza.
Una cosa in grande
Sì, nove giorni, con concerti, spettacoli teatrali, presentazioni di libri e naturalmente la nostra cucina. Ti posso offrire una birra?
Sì grazie. Dammi qualche numero.
Te ne do solo uno per farti capire. Sai quanto eravamo al pranzo antifascista del 25 aprile? 370! È un numero incredibile. Non ci sono in giro tante altre iniziative di questo tipo che hanno un successo simile.
Orgoglioso e gioioso.
Ma non solo io: tutti i ragazzi che hanno lavorato qua. “Officina 31021” si è ormai radicata. Siamo una cinquantina e ci rendiamo conto di aver fatto dei bei passi in avanti. Insieme.
Battuta: sembra di essere a una festa dell’Unità di altri tempi.
Cambiano le bandiere, si ascolta la musica, si discute, si mangia, è la stessa cosa. Ma lo so, tu volevi metterci un po’ di malizia.
No, no. Ascolta, non è ancora finita ma ci racconti un momento commovente?
Tutti! Ma no dai aspetta se torniamo in cucina ti presento Stefan, lui e del Camerun ed è venuto spontaneamente ad aiutarci. Timido timido e gran lavoratore. Dal Mediterraneo a Zerman.
E avete avuto il coraggio di invitare un sindacalista il 1° maggio.
Sì della FLAI (agroalimentare). Tu lo sai che il Veneto è al terzo posto in Italia per il fenomeno del caporalato? Vai a farti un giro in bici nelle nostre campagne e vedrai dei pulmini strani…
Una battuta sulla sobrietà.
Ma ti rendi conto che hanno tolto i banner delle partigiane perché secondo loro non erano sobri… pazzesco… Li abbiamo messi qua noi. Come se ci fosse del poco sobrio in Maria Braut e comunque di questi “signori” non ne abbiamo visto neanche l’ombra e invece in passato abbiamo perfino ricevuto dei complimenti dal comandante dei carabinieri per il nostro lavoro.
Bene, bravi bis. E ci rivediamo al Festival di quest’estate. Ma caro Danny io ero venuto qui per un’altra questione…
Per la birra?
No, volevo parlare di Papa Francesco.
Tocchi una corda sensibile. Conoscerlo, parlarci assieme è stata una bella cosa. Lui non ti giudicava, non gli importava niente se eri credente o se non lo eri, gli interessava quello che facevi. Quello che eri. Scusa sto diventando retorico ma era proprio così. E a noi di “Mediterranea” ci ha detto di andare avanti. Non è poco.
Già Mediterranea. Per la faccenda di Paragon, delle intercettazioni c’entri anche tu? Posso chiedertelo o è meglio aspettare?
No, scrivi pure che ero anch’io intercettato. Quello che è più grave è che intercettavano anche don Mattia Ferrari, il nostro prete. E lui comunicava spesso con Francesco. Ti rendi conto? Quelli che lo intercettavano, intercettavano anche il Papa.
Chissà come finirà. Di solito in tutte le storie in cui c’è l’odore dei “Servizi” non succederà niente ma adesso ti voglio coinvolgere nel toto successore di Francesco.
Ma neanche per sogno…
No, però di fatto tu li hai conosciuti tutti e tre i papabili italiani.
Parli di Parolin, Pizzaballa e Zuppi? Sì, è una coincidenza incredibile, non ci avevo pensato. Pensa che Parolin l’ho accompagnato in Ucraina perché là manteniamo relazioni, gli ho fatto quasi da guida con Caterina un’altra di Officina. E poi con Pizzaballa a Gerusalemme dove la nostra Caterina ha lavorato con i palestinesi. E poi Zuppi. Lui è stato il primo vescovo a sostenere Mediterranea. Sono tre persone diverse ed eccezionali.
Decisamente non sei un mangiapreti. Qualcosa da aggiungere?
Si, devo tornare in cucina!