Da bambini giravamo senza meta per ore insieme agli amici, spesso a bordo di biciclette ereditate o comprate ad hoc, ma com’è cambiato l’uso di questi mezzi crescendo?

Abbiamo un ricordo. Un giorno di un’estate di ormai qualche anno fa. Noi due, in sella alle nostre fidate compagne di viaggio con i copertoni consumati dagli infiniti “giretti” per il paese che andiamo a prendere un gelato. Una situazione ricorrente negli anni delle elementari e medie, che ora sembra distante, passata. Cos’è cambiato?

Non avendo la patente (solo uno di noi ha conseguito la AM, quella del motorino, prima della normale B), la soluzione ovvia prevedeva tre mezzi di trasporto: i piedi, la bici ed il bus. Il secondo era il più ricorrente, perché permetteva di raggiungere gli amici nelle frazioni e di raggiungere mete a distanza ragionevole senza richiedere tempi astronomici. Però, col tempo, questa prospettiva è cambiata.

Per raggiungere un amico al Colmello da Marcon ora l’auto sembra così comoda, anche se in bici magari ci si mettono solo cinque o dieci minuti in più. Per comprare due cose al supermercato si fa prima ad andare a piedi, se magari le due ruote sono sprovviste di cestello. Per andare a scuola le macchine e gli autobus, ora che non frequentiamo più istituti nell’area del Comune, sono la scelta più ovvia. In quest’ultimo caso c’è da considerare che, per raggiungere Mestre, la via più diretta “ciclabile” è rappresentata da via Ca’ Solaro, comoda in auto, ma non perfetta per i bisogni dei ciclisti.

Tutto ciò ci porta quindi a riflettere sulla vera utilità delle biciclette e di come esse finiscano spesso per essere il mezzo meno adatto alla situazione. Non è più una questione di scelta ma della necessità di rispecchiare le esigenze del momento, per motivazioni di tempo o di comodità, seppur non sia la decisione più corretta verso l’ambiente.

Le biciclette rimangono comunque parte integrante della nostra storia, ci hanno accompagnato e regalato momenti che ricorderemo con nostalgia dei cosiddetti “bei vecchi tempi”. Ormai non hanno più un ruolo protagonista nelle nostre giornate ed è un peccato considerando il loro potenziale anche come mezzo alternativo tra i due poli opposti rappresentati dal andare a piedi o scegliere la macchina.

Mihai Sirbu e Alessandro Vinciati
Mihai Sirbu, nato e residente a Marcon, studente presso l'istituto Bruno-Franchetti. Vari interessi tra cui la tecnologia, la storia e l'attualità. Membro del gruppo Giovani di Marcon. Alessandro Vinciati. Studente. Nato a Conegliano e divenuto marconese all’età di tre anni. Fluente in italiano, inglese e rumeno. Da sempre interessato a svariati ambiti: dalla Scienza alla Storia, dalla politica alla tecnologia ed ai motori. Membro del gruppo Giovani di Marcon.

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